Commenda: differenze tra le versioni

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La '''commenda''' è una tipologia di contratto in cui una parte investe il proprio lavoro e l'altra il capitale.
La '''commenda''' è una tipologia di contratto, di origine medievale, in cui una parte investe il proprio lavoro e l'altra il capitale.


=== Etimologia===
La commenda è un termine di [[Lingua agglutinante|agglutinazione]] proveniente dal [[lingua latina|latino]] classico ''commendare'' che coniuga due termini ''com'' ("con", "insieme") e ''mandare'' ("raccomandare", "affidare").
La commenda è un termine di [[Lingua agglutinante|agglutinazione]] proveniente dal [[lingua latina|latino]] classico ''commendare'' che coniuga due termini ''com'' ("con", "insieme") e ''mandare'' ("raccomandare", "affidare").


Lo studioso J. H. Prior sottolinea che i principi alla base sono anche ascrivibili al contratto ''isqa'' [[ebraico]] e alla ''socïetas'' [[diritto romano|romana]].
Lo studioso J. H. Prior sottolinea che i principi alla base sono anche ascrivibili al contratto ''isqa'' [[ebraico]] e alla ''socïetas'' [[diritto romano|romana]].


==Nel Medioevo ==
== Storia ==
===Ambito ecclesiastico===
La commenda era, propriamente, una voce che designava un [[benefizio ecclesiastico]] affidato (dato ''[[in commendam]]'' appunto) a un secolare [[usufrutto|usufruttuario]] che ne godeva la [[rendita (economia)|rendita]]. Da ciò si deduce che la rendita fosse annessa a un grado ecclesiastico o [[Ordini religiosi cavallereschi|grado cavalleresco]] assimilato.
La commenda era, propriamente, una voce che designava un [[benefizio ecclesiastico]] affidato (dato ''[[in commendam]]'' appunto) a un secolare [[usufrutto|usufruttuario]] che ne godeva la [[rendita (economia)|rendita]]. Da ciò si deduce che la rendita fosse annessa a un grado ecclesiastico o [[Ordini religiosi cavallereschi|grado cavalleresco]] assimilato.
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===Ambito mercantile===
La commenda fu un tipo di contratto esistente sin dal [[XII secolo]] nelle città mercantili [[Italia|italiane]]. "La commenda prevedeva due soci, uno dei quali, il 'sedentario', restava in città, mentre l'altro viaggiava. Il primo, l'«accomandante», metteva a disposizione il capitale per la spedizione; il secondo, l'«accomandatario», accompagnava il carico durante il viaggio"<ref>{{cita libro | cognome=Acemoglu | nome=Daron | cognome2=Robinson | nome2=James A. |titolo= Perché le nazioni falliscono| editore=il Saggiatore | città=Milano | anno= 2013|pagine = 166}}</ref>. In sostanza, la commenda permetteva a un possessore di denaro (generalmente l'accomandante) di non rischiarlo in proprio ma di anticiparlo a un mercante, che lo utilizzava poi per svolgere una determinata attività. Al termine dell'impiego, il capitale andava restituito e i guadagni divisi<ref>Vera Zamagni, ''Dalla rivoluzione industriale all'integrazione europea'', p. 19</ref><ref>{{cita libro | cognome=Cipolla | nome=Carlo M. | titolo= Storia economica dell'Europa Pre-industriale| editore=Il Mulino | città=Bologna | anno= 1974 edizione del 2003|ISBN=978-88-15-13125-6|pagine = 228}}</ref>.
La commenda fu un tipo di contratto esistente sin dal [[XII secolo]] nelle città mercantili [[Italia|italiane]]. "La commenda prevedeva due soci, uno dei quali, il 'sedentario', restava in città, mentre l'altro viaggiava. Il primo, l'«accomandante», metteva a disposizione il capitale per la spedizione; il secondo, l'«accomandatario», accompagnava il carico durante il viaggio"<ref>{{cita libro | cognome=Acemoglu | nome=Daron | cognome2=Robinson | nome2=James A. |titolo= Perché le nazioni falliscono| editore=il Saggiatore | città=Milano | anno= 2013|pagine = 166}}</ref>. In sostanza, la commenda permetteva a un possessore di denaro (generalmente l'accomandante) di non rischiarlo in proprio ma di anticiparlo a un mercante, che lo utilizzava poi per svolgere una determinata attività. Al termine dell'impiego, il capitale andava restituito e i guadagni divisi<ref>Vera Zamagni, ''Dalla rivoluzione industriale all'integrazione europea'', p. 19</ref><ref>{{cita libro | cognome=Cipolla | nome=Carlo M. | titolo= Storia economica dell'Europa Pre-industriale| editore=Il Mulino | città=Bologna | anno= 1974 edizione del 2003|ISBN=978-88-15-13125-6|pagine = 228}}</ref>.


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==Accomandigia==
==Accomandigia==
In Toscana il termine divenne ''accomandigia'' (variante: raccomandigia) e si applicò, soprattutto in diritto pubblico per indicare il riconoscimento di un’autorità superiore fondato su espliciti, rapporti di sudditanza. A volte ciò era dissimulato da forme pattizie. Numerosi furono i casi di [[feudi imperiali]] autonomi affidati in accomandigia ai granduchi di Toscana o ai duchi di Modena. In particolare si ricordano i feudi della [[Lunigiana]] in accomandigia toscana:
In Toscana il termine divenne ''accomandigia'' (variante: raccomandigia) e si applicò, soprattutto in diritto pubblico per indicare il riconoscimento di un’autorità superiore fondato su espliciti, rapporti di sudditanza. A volte ciò era dissimulato da forme pattizie. Numerosi furono i casi di [[feudi imperiali]] autonomi affidati in accomandigia ai granduchi di Toscana o ai duchi di Modena.
In particolare si ricordano i feudi della [[Lunigiana]] in accomandigia toscana:

* marchesato di [[Mulazzo]]
* marchesato di [[Mulazzo]]
* marchesato di [[Groppoli]] nel 1577, poi annesso nel 1774
* marchesato di [[Groppoli]] nel 1577, poi annesso nel 1774

Versione delle 10:44, 30 apr 2015

La commenda è una tipologia di contratto, di origine medievale, in cui una parte investe il proprio lavoro e l'altra il capitale.

La commenda è un termine di agglutinazione proveniente dal latino classico commendare che coniuga due termini com ("con", "insieme") e mandare ("raccomandare", "affidare").

Lo studioso J. H. Prior sottolinea che i principi alla base sono anche ascrivibili al contratto isqa ebraico e alla socïetas romana.

Storia

La commenda era, propriamente, una voce che designava un benefizio ecclesiastico affidato (dato in commendam appunto) a un secolare usufruttuario che ne godeva la rendita. Da ciò si deduce che la rendita fosse annessa a un grado ecclesiastico o grado cavalleresco assimilato. «»

La commenda fu un tipo di contratto esistente sin dal XII secolo nelle città mercantili italiane. "La commenda prevedeva due soci, uno dei quali, il 'sedentario', restava in città, mentre l'altro viaggiava. Il primo, l'«accomandante», metteva a disposizione il capitale per la spedizione; il secondo, l'«accomandatario», accompagnava il carico durante il viaggio"[1]. In sostanza, la commenda permetteva a un possessore di denaro (generalmente l'accomandante) di non rischiarlo in proprio ma di anticiparlo a un mercante, che lo utilizzava poi per svolgere una determinata attività. Al termine dell'impiego, il capitale andava restituito e i guadagni divisi[2][3].

Le forme e le clausole dell'accordo erano di vario genere e contenuto, prevalentemente due: la prima era la commenda semplice, nella quale l'accomandante anticipava l'intero capitale, accollandosi l'intero rischio, ma in caso di guadagno otteneva i tre quarti dell'utile. La seconda era detta collegantia a Venezia e societas maris altrove: il commendatario investiva un terzo del capitale e l'accomandante i due terzi; le eventuali perdite erano ripartite in parti proporzionali, mentre gli utili venivano divisi a metà. Normalmente questo tipo di società durava per il tempo di un unico viaggio di affari.[4]

Accomandigia

In Toscana il termine divenne accomandigia (variante: raccomandigia) e si applicò, soprattutto in diritto pubblico per indicare il riconoscimento di un’autorità superiore fondato su espliciti, rapporti di sudditanza. A volte ciò era dissimulato da forme pattizie. Numerosi furono i casi di feudi imperiali autonomi affidati in accomandigia ai granduchi di Toscana o ai duchi di Modena.

In particolare si ricordano i feudi della Lunigiana in accomandigia toscana:

Inoltre il marchesato del Monte Santa Maria tiberina fino al 1731.

Note

  1. ^ Daron Acemoglu e James A. Robinson, Perché le nazioni falliscono, Milano, il Saggiatore, 2013, p. 166.
  2. ^ Vera Zamagni, Dalla rivoluzione industriale all'integrazione europea, p. 19
  3. ^ Carlo M. Cipolla, Storia economica dell'Europa Pre-industriale, Bologna, Il Mulino, 1974 edizione del 2003, p. 228, ISBN 978-88-15-13125-6.
  4. ^ Atlante delle grandi trasformazioni tecnologiche, economiche e ambientali, vol. 1. L'esperienza della storia. Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, 2012, pag. 30-31.

Bibliografia

  • John H. Pryor, The Origins of the Commenda Contract, Speculum, Vol. 52, No. 1, pp. 5-37, (Jan. 1977)
  • Vera Zamagni, Dalla rivoluzione industriale all'integrazione europea. Breve storia economica dell'Europa contemporanea, Bologna, Il Mulino, 1999. ISBN 978-88-15-07338-9.
  • Carlo M. Cipolla, Storia economica dell'Europa Pre-industriale, Bologna, Il Mulino, 1974, ISBN 978-88-15-13125-6.

Voci correlate