Satyricon (film 1969): differenze tra le versioni

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Versione delle 18:15, 12 feb 2015

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Paese di produzioneItalia
Durata120 min ca.
Generecommedia
RegiaGian Luigi Polidoro
SoggettoRodolfo Sonego da Petronio Arbitro (libera riduzione dall' omonimo romanzo)
SceneggiaturaRodolfo Sonego
ProduttoreAlfredo Bini
FotografiaBenito Frattari
MontaggioGiancarlo Cappelli
MusicheCarlo Rustichelli
ScenografiaFlavio Mogherini
Interpreti e personaggi

Satyricon è un film del 1969 diretto dal regista Gian Luigi Polidoro. È ispirato a Satyricon, opera latina di Petronio Arbitro.

Uscì nelle sale in contemporanea al Satyricon di Federico Fellini (1969). Il magistrato Vittorio Occorsio ne dispose presto il sequestro con l'accusa di oscenità, soprattutto per l'impiego nel ruolo di Gitone in scene a tema sessuale dell'attore Francesco Pau, che al momento delle riprese aveva quattordici anni.

Al sequestro seguì una scia di censure e accuse, che oscurano i pregi del film, come la memorabile interpretazione di Ugo Tognazzi, a cui fu affidata provocatoriamente la parte del ricco e rozzo liberto Trimalcione.

Trama

La vicenda è ambientata durante il regno dell'imperatore romano Nerone. Due giovanetti, Encolpio e Ascilto, devono recarsi in casa dello zio Anneo Mela per un invito a cena con delle cortigiane. I ragazzi si imbarcano, ma durante il viaggio finiscono nella cava della strega Triferna, dedita a riti macabri in onore di una divinità oscura e sconosciuta. Fuggiti, i due scoprono che Nerone ha fatto uccidere per corruzione Anneo Mela ed Encolpio, essendone il nipote, riceve in eredità l'abitazione dello zio. La persecuzione di Nerone, però, continua.

Ascilto ed Encolpio giungono nella villa del corrotto e lussurioso Trimalcione, proprietario di una magione che sembra un vero e proprio bordello di corruzione e di prostituzione femminile e maschile. I giovani amici riescono a togliersi anche da questa complicata situazione; ma poi si imbattono in una prostituta dai poteri soprannaturali, Circe, che rapisce Encolpio per costringerlo a soddisfare le sue voglie.

Ascilto si apparta con una fanciulla corrotta, ma è sorpreso e ucciso dalle guardie dell'imperatore. Encolpio, saputo della morte dell'amico, lascia per sempre Roma, considerandola una sede di prostituzione e fornicazione.

Voci correlate

Collegamenti esterni

(EN) 0166788, su IMDb, IMDb.com.

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