Mario Carotenuto

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Mario Carotenuto nel 1963

Mario Carotenuto (Roma, 30 giugno 1916Roma, 14 aprile 1995) è stato un attore e doppiatore italiano.

Ha interpretato oltre un centinaio di film del genere noto come commedia all'italiana. Saltuariamente attivo nel doppiaggio, ha prestato la propria voce a Mario Conocchia in di Federico Fellini.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Nello Carotenuto, attore del cinema muto, e di Corinna Santarnecchi, è il fratello minore di Memmo, anch'egli attore.

Attività teatrale[modifica | modifica wikitesto]

Il suo debutto sul palcoscenico avvenne a soli otto anni, al Teatro Costanzi di Roma, ma successivamente, ancora bambino, avrebbe svolto mestieri che con lo spettacolo avevano poco a che fare. Solo nella seconda metà degli anni quaranta iniziò la carriera di attore alla radio. Durante la seconda guerra mondiale Carotenuto entrò a far parte della compagnia teatrale dipendente dal reparto propaganda della 29. Waffen-Grenadier-Division der SS (italienische Nr. 1) .[1] Si dedicò quindi anche al teatro di rivista e nel 1953 era a capo di una sua compagnia.

Di rilievo la sua interpretazione del ruolo di Peachum ne L'opera da tre soldi di Bertolt Brecht, diretta da Giorgio Strehler, che gli valse il Premio San Genesio nel 1956 quale miglior caratterizzazione maschile. Negli anni seguirono ruoli in rappresentazioni di Shakespeare, Pirandello e Molière. Sono inoltre da notare partecipazioni importanti nelle commedie musicali di Garinei e Giovannini dagli anni '50 agli anni '80.

Varietà radiofonici Rai[modifica | modifica wikitesto]

Giovedì 11 gennaio 1951, dall'Auditorium radio Rai al Foro Italico presentò la prima puntata del programma settimanale Rosso e nero, con la regia di Riccardo Mantoni e la partecipazione di attori come Tino Scotti, Franca Valeri, Alberto Sordi e cantanti come Teddy Reno e Claudio Villa; continuò a presentare il programma sino a maggio 1951.

Carriera cinematografica[modifica | modifica wikitesto]

Esordì come attore di cinema nel 1950, in un piccolo ruolo, nel film Abbiamo vinto! di Robert Adolf Stemmle. Conteso dai maggiori produttori e registi diede vita per più di cento film a un numero notevole di personaggi con caratterizzazioni memorabili, spaziando dalla commedia all'italiana e i film d'autore alla commedia sexy e i musicarelli.

Alberto Lattuada gli affidò la parte del commendatore Albertocchi in La spiaggia nel 1954; Dino Risi lo diresse in Pane, amore e… nel 1955, nel quale interpretava il parroco don Matteo Carotenuto, fratello dell'ex maresciallo dei carabinieri (Vittorio De Sica). Con Risi recitò anche in Poveri ma belli (1956) e Il mattatore (1959). In quegli anni Mario Carotenuto si ritrovava a lavorare al fianco dei più grandi comici dell'epoca come Totò (Totò, Eva e il pennello proibito di Steno, 1959) o Alberto Sordi (Un eroe dei nostri tempi di Mario Monicelli 1955, Ladro lui, ladra lei di Luigi Zampa, 1958).

In alcune pellicole fu anche protagonista, come l'ex ladro di Colpo gobbo all’italiana Nando Paciocchi che aiuta un metronotte romano a recuperare il bottino di una rapina nella banca da lui sorvegliata (film del 1962 diretto da Lucio Fulci nato da un'idea originale dello stesso Carotenuto).

Dagli anni sessanta fino al crepuscolo della commedia all'italiana, si dedicò a decine di pellicole comiche come caratterista, spesso in film leggeri, farse, parodie o musicarelli, consacrandosi come uno degli attori italiani più noti, ma non rinunciò all'interpretazione di ruoli di maggior spessore come ne Lo scopone scientifico, di Luigi Comencini, per il quale meritò il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista nel 1972. Nel 1974 partecipò al film La poliziotta con Mariangela Melato. Nel 1977 affiancò Monica Vitti in L'altra metà del cielo.

Attore sia comico sia drammatico, diede vita a personaggi spesso intrallazzatori, piacioni, inappuntabilmente vestiti in giacca e cravatta, interpretati aggiungendo molteplici sfaccettature, risaltandone i caratteri tendenti al malaffare: i vizi degli "italiani brava gente".

Pur non avendo bisogno di essere doppiato, Mario Carotenuto ha avuto comunque voce altrui almeno in un film, Capitan Fantasma: a prestargliela è stato il suo collega Luigi Pavese, mentre in Il padre di famiglia è stato doppiato da Enzo Liberti.

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Cimitero di Grottammare (AP) - Tomba di Mario Carotenuto

Morì all'Aurelia Hospital di Roma il 14 aprile 1995 a causa di un cancro;[2] i funerali si sono celebrati il 18 aprile nella basilica di Santa Maria del Popolo al quale furono presenti tantissimi volti del cinema e dello spettacolo. Dopo la cerimonia funebre la salma è stata trasferita nel cimitero di Grottammare, la cittadina marchigiana di cui è originaria Gabriella Cottignoli, la seconda moglie dell'attore.[3]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1953 sposò l'attrice e ballerina Luisa Poselli dalla quale l'anno successivo ebbe una figlia, Claretta, attrice e regista, così chiamata probabilmente in ricordo di Claretta Petacci (Mario in gioventù aveva aderito alle Waffen SS italiane).[4] La separazione dalla moglie avvenne nel 1964, e i due divorziarono nel 1974.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Mario Carotenuto con Tina Pica in Pane, amore e... (1955)
Mario Carotenuto in Un dollaro di fifa (1960)
Mario Carotenuto in La donna degli altri è sempre più bella (1963)
Mario Carotenuto in Febbre da cavallo (1976)
Mario Carotenuto con Pippo Franco in Il tifoso, l'arbitro e il calciatore (1982)

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicità[modifica | modifica wikitesto]

Mario Carotenuto partecipò inoltre dal 1959 al 1965 agli sketch della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello (dei quali fu anche sceneggiatore nel 1961) che pubblicizzavano la camiceria del Cotonificio Vallesusa.[7]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Radio[modifica | modifica wikitesto]

  • Rosso e nero, varietà settimanale, regia di Riccardo Mantoni (1951/52)
  • Taccuino romano, con Mario Carotenuto, trasmesso il 21 febbraio 1953
  • Invito alla canzone, varietà musicale, con le orchestre di Cinico Angelini e Carlo Savina, presentato da Mario Carotenuto, 27 novembre 1953

Prosa radiofonica Rai[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia Della Legione SS Italiana (Italiano) | PDF, su Scribd. URL consultato il 9 luglio 2023.
  2. ^ Simonetta Robiony, Carotenuto, l'uomo "nato con la camicia", in La Stampa, 15 aprile 1995, p. 19. URL consultato il 20 aprile 2022.
  3. ^ Un eroe dei nostri tempi. Omaggio a Mario Carotenuto – Proiezione de “La Spiaggia”, su Associazione Blow Up, 1º agosto 2012. URL consultato il 9 luglio 2023.
  4. ^ Da Aldo Fabrizi amico di Almirante a Walter Chiari: gli artisti insospettabili che votavano msi. URL consultato il 10 luglio 2018.
  5. ^ Il terzo invitato (1. puntata) 19 dicembre 1976
  6. ^ Prodotto e trasmesso dalla RSI dal 19 dicembre 1976 al 9 gennaio 1977, poi trasmesso sulla Rete 1 dal 30 agosto al 20 settembre 1977.
  7. ^ Marco Giusti, Il grande libro di Carosello, II edizione, Sperling e Kupfer, ISBN 88-200-2080-7, p. 179

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giancarlo Governi e Leoncarlo Settimelli, Nato con la camicia. Mario Carotenuto dall'avanspettacolo a Brecht, Ed. Marsilio, 1997
  • Massimo Giraldi, Enrico Lancia, Fabio Melelli, 100 caratteristi del cinema italiano, Gremese Editore, Roma 2006.
  • Scuola di tecniche dello spettacolo di Claretta Carotenuto, Biografia online, 2016. URL Archiviato il 1º novembre 2019 in Internet Archive. consultato il 26 maggio 2018.
  • Nicola Fano, Carotenuto Mario, Enciclopedia del cinema, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003-2004. URL consultato il 26 maggio 2018.
  • Centro Studi di Cultura, Promozione e Diffusione del Cinema, Per Mario Carotenuto, In occasione del centenario della nascita, Annuario del cinema online . URL Archiviato il 12 agosto 2020 in Internet Archive. consultato il 26 maggio 2018.

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