Febida: differenze tra le versioni
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Nel [[382 a.C.]], quando [[Sparta]] decise di mandare una spedizione contro [[Olinto]], Febida fu nominato comandante delle truppe destinate a rinforzare il contingente di suo fratello [[Eudamida (generale)|Eudamida]], che era già in viaggio verso la città;<ref>{{cita|Senofonte|V, 2, 24}}.</ref> mentre era in viaggio, si fermò a [[Tebe (Grecia)|Tebe]] e, coll'aiuto del [[polemarco]] [[Leonziade]] e dei suoi sostenitori, riuscì coll'inganno a prendere la [[Cadmea]].<ref>{{cita|Senofonte|V, 2, 25-31}}.</ref><ref>[[Plutarco]], ''Pelopida'', 5.</ref> |
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[[Agesilao II|Agesilao]], comunque, difese il suo operato, affermando che aveva agito per il bene di Sparta, e gli Spartani decisero di avvantaggiarsene; ma, dovendo salvare la reputazione di Sparta in Grecia, Agesilao lo fece multare di centomila [[Dracma|dracme]] e mandò [[Lisanorida]] a sostituirlo come [[armosta]].<ref>{{cita|Senofonte|V, 2, 32}}.</ref><ref>Plutarco, ''Agesilao'', 23-24.</ref><ref>[[Polibio]], ''Storie'', IV, 27.</ref> |
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===Colpo di stato e morte=== |
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Quando Agesilao si ritirò dalla [[Beozia]], nel [[378 a.C.]], Febida fu lasciato come armosta a [[Tespie]], continuò comunque a disturbare i Tebani con continue incursioni nei loro territori. |
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Secondo il resoconto di Senofonte i Tebani, per rappresaglia, invasero il territorio di Tespie col loro intero esercito, ma Febida riuscì a fermare efficacemente le loro devastazioni coi suoi [[Oplita|opliti]] leggeri, costringendoli a ritirarsi; i Tebani, però, trovarono un bosco sulla loro strada e, preso coraggio, decisero di combattere sul posto: la loro carica di cavalleria mise in fuga gli Spartani, mentre Febida ed altri due o tre mantennero la loro posizione e si difesero valorosamente, morendo nello scontro.<ref>Senofonte |
Secondo il resoconto di Senofonte i Tebani, per rappresaglia, invasero il territorio di Tespie col loro intero esercito, ma Febida riuscì a fermare efficacemente le loro devastazioni coi suoi [[Oplita|opliti]] leggeri, costringendoli a ritirarsi; i Tebani, però, trovarono un bosco sulla loro strada e, preso coraggio, decisero di combattere sul posto: la loro carica di cavalleria mise in fuga gli Spartani, mentre Febida ed altri due o tre mantennero la loro posizione e si difesero valorosamente, morendo nello scontro.<ref>{{cita|Senofonte|V, 4, 41-46}}.</ref> |
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Secondo il resoconto di Diodoro, invece, Febida fu ucciso in una sortita davanti a Tespie, durante un attacco dei Tebani.<ref>Diodoro |
Secondo il resoconto di Diodoro, invece, Febida fu ucciso in una sortita davanti a Tespie, durante un attacco dei Tebani.<ref>{{cita|Diodoro|XV, 33}}.</ref> |
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Versione delle 00:54, 9 mar 2014
Febida (in greco antico: Φοιβίδας?, Phoibìdas, in latino Phoebĭdas; Sparta, V secolo a.C. – Beozia, 378 a.C.) è stato un militare spartano.
Biografia
Insediamento
Nel 382 a.C., quando Sparta decise di mandare una spedizione contro Olinto, Febida fu nominato comandante delle truppe destinate a rinforzare il contingente di suo fratello Eudamida, che era già in viaggio verso la città;[1] mentre era in viaggio, si fermò a Tebe e, coll'aiuto del polemarco Leonziade e dei suoi sostenitori, riuscì coll'inganno a prendere la Cadmea.[2][3] Secondo Diodoro Siculo, Febida agì in base a degli ordini segreti del governo spartano,[4] mentre Senofonte riferisce semplicemente che, essendo un uomo più coraggioso che prudente, e amando un'azione istantanea più della sua stessa vita, si lasciò convincere dalle lusinghe di Leonziade.
Agesilao, comunque, difese il suo operato, affermando che aveva agito per il bene di Sparta, e gli Spartani decisero di avvantaggiarsene; ma, dovendo salvare la reputazione di Sparta in Grecia, Agesilao lo fece multare di centomila dracme e mandò Lisanorida a sostituirlo come armosta.[5][6][7]
Colpo di stato e morte
Quando Agesilao si ritirò dalla Beozia, nel 378 a.C., Febida fu lasciato come armosta a Tespie, continuò comunque a disturbare i Tebani con continue incursioni nei loro territori.
Secondo il resoconto di Senofonte i Tebani, per rappresaglia, invasero il territorio di Tespie col loro intero esercito, ma Febida riuscì a fermare efficacemente le loro devastazioni coi suoi opliti leggeri, costringendoli a ritirarsi; i Tebani, però, trovarono un bosco sulla loro strada e, preso coraggio, decisero di combattere sul posto: la loro carica di cavalleria mise in fuga gli Spartani, mentre Febida ed altri due o tre mantennero la loro posizione e si difesero valorosamente, morendo nello scontro.[8]
Secondo il resoconto di Diodoro, invece, Febida fu ucciso in una sortita davanti a Tespie, durante un attacco dei Tebani.[9]
Note
Bibliografia
- Fonti primarie
- Fonti secondarie
- (EN) William Smith (a cura di), Phoebidas, in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1870.