Indice di fabbricabilità: differenze tra le versioni

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L<nowiki>'</nowiki>'''indice di fabbricabilità fondiario''' è il più importante indicatore urbanistico per un appezzamento di terreno, poiché definisce quanto è lecito costruire su di esso. Ha quindi una enorme ricaduta sul valore economico del lotto.
L<nowiki>'</nowiki>'''indice di fabbricabilità fondiario''' è il più importante [[indicatore urbanistico]] per un [[appezzamento]] di [[terreno]], poiché definisce quanto è lecito [[Costruzione|costruire]] su di esso. Ha quindi una enorme ricaduta sul [[valore economico]] del [[Lotto (produzione)|lotto]].


È dato dal rapporto tra il [[volume]] fabbricabile all'interno del lotto (espresso in&nbsp;m³) e l'[[area]] della superficie [[Fondo (urbanistica)|fondiaria]] (area all'interno del lotto) espressa in metri quadrati (m²):<ref>[http://www.comuneborzonasca.it/mappe/art_4.htm ART 4 PUC<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>http://mdamato.altervista.org/File/DG_ESEMPI_URB.pdf</ref>
È dato dal rapporto tra il [[volume]] fabbricabile all'interno del lotto (espresso in&nbsp;m³) e l'[[area]] della superficie [[Fondo (urbanistica)|fondiaria]] (area all'interno del lotto) espressa in metri quadrati (m²):<ref>[http://www.comuneborzonasca.it/mappe/art_4.htm ART 4 PUC<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>http://mdamato.altervista.org/File/DG_ESEMPI_URB.pdf</ref>

Versione delle 23:00, 4 giu 2013

L'indice di fabbricabilità fondiario è il più importante indicatore urbanistico per un appezzamento di terreno, poiché definisce quanto è lecito costruire su di esso. Ha quindi una enorme ricaduta sul valore economico del lotto.

È dato dal rapporto tra il volume fabbricabile all'interno del lotto (espresso in m³) e l'area della superficie fondiaria (area all'interno del lotto) espressa in metri quadrati (m²):[1][2]

L'indice di fabbricabilità si esprime dunque nella forma " n m³/m²" dove n è un valore numerico spesso decimale (per esempio 1,5 m³/m²).

La dottrina urbanistica tradizionalmente distingue tra l'indice di fabbricabilità propriamente detto o indice di fabricabilità fondiario come sopra descritto e l'indice di fabbricabilità territoriale, dove la superficie di riferimento non è il lotto edificabile, ma un intero comparto da urbanizzare e comprensivo quindi anche della superficie che verrebbe occupata da infrastrutture ed in modo particolare dalle strade.

L'indice di fabbricabilità viene determinato attraverso la pianificazione urbanistica, che viene redatta dal comune e che entra in vigore secondo procedure formalizzate, dettate dalle leggi regionali a seguito delle riforma costituzionale del 2001. L'adozione e la definitiva approvazione passa dalla partecipazione dei cittadini e degli enti sopraordinati (regione e provincia).

L'indice di fabbricabilità ed in generale gli indici di densità edilizia sono definiti dall'art. 7 del D.M. 2 aprile 1968, n. 1444 che detta gli indici massimi, differenziandoli in base alla zona omogenea (A, B, C ed E). Da notare che tali limiti inderogabili di densità edilizia siano molto lontani da quelli effettivamente applicati.

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