Lucian Freud: differenze tra le versioni

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In molti quadri del tardo Freud, l’osservatore è avvertito degli artifici compositivi. Notiamo per esempio la presenza dello studio, ci vengono mostrate modelle appoggiate su stracci inzuppati di colore, macchie di vernice sul pavimento e sulle pareti; i nomi e i numeri di telefono dei modelli scarabocchiati sui muri; la scala che l’artista usa per realizzare le tele più grandi, e così via.
In molti quadri del tardo Freud, l’osservatore è avvertito degli artifici compositivi. Notiamo per esempio la presenza dello studio, ci vengono mostrate modelle appoggiate su stracci inzuppati di colore, macchie di vernice sul pavimento e sulle pareti; i nomi e i numeri di telefono dei modelli scarabocchiati sui muri; la scala che l’artista usa per realizzare le tele più grandi, e così via.
Soprattutto ci viene svelata, attraverso i mezzi più svariati e inattesi, “la noia e l’imbarazzo di posare”. In sostanza, tutto rimanda a una consapevolezza autoriflessiva del tutto inconsueta per la storia della ritrattistica (quantomeno fino a oggi).
Soprattutto ci viene svelata, attraverso i mezzi più svariati e inattesi, “la noia e l’imbarazzo di posare”. In sostanza, tutto rimanda a una consapevolezza autoriflessiva del tutto inconsueta per la storia della ritrattistica (quantomeno fino a oggi).

Freud ha anche ritratto nientemeno che la regina Elisabetta o la supermodella Kate Moss senza alcun tipo di concessione estetizzante, anzi cercando di far affiorare le ansie e le angosce dei suoi soggetti, a discapito dell’esteriorità.
Freud ha anche ritratto nientemeno che la regina Elisabetta o la supermodella Kate Moss senza alcun tipo di concessione estetizzante, anzi cercando di far affiorare le ansie e le angosce dei suoi soggetti, a discapito dell’esteriorità.

Nonostante si sia sempre tenuto fuori dalle principali correnti del Novecento e si sia mantenuto sempre legato a una dimensione figurativa, Freud è stato uno dei pittori più influenti dell’ultimo mezzo secolo: la sua opera resiste a ogni categorizzazione. Il suo approccio non si qualifica in termini di “stile” o “maniera” perché ha a che fare con la crescita della coscienza e del carattere individuale. Ogni dipinto è ciò che è.
Nonostante si sia sempre tenuto fuori dalle principali correnti del Novecento e si sia mantenuto sempre legato a una dimensione figurativa, Freud è stato uno dei pittori più influenti dell’ultimo mezzo secolo: la sua opera resiste a ogni categorizzazione. Il suo approccio non si qualifica in termini di “stile” o “maniera” perché ha a che fare con la crescita della coscienza e del carattere individuale. Ogni dipinto è ciò che è.

“Cosa chiedo a un dipinto?” scrisse una volta Freud. “Gli chiedo di stupire, disturbare, sedurre, convincere”.
“Cosa chiedo a un dipinto?” scrisse una volta Freud. “Gli chiedo di stupire, disturbare, sedurre, convincere”.



Versione delle 14:32, 23 lug 2011

Lucian Freud

Lucian Freud (Berlino, 8 dicembre 1922Londra, 21 luglio 2011) è stato un pittore britannico di origini tedesche.

Biografia

Nipote di Sigmund Freud, è figlio dell'architetto Ernst Freud e padre della scultrice Jane MacAdam Freud. Nel 1933, poco dopo l’ascesa al potere in Germania di Adolf Hitler, si trasferisce nel Regno Unito con genitori e fratelli, ottenendo qualche anno più tardi la naturalizzazione britannica.

Risale al 1937 la sua unica scultura, che gli vale l'ammissione alla Central School of Arts and Crafts di Londra prima, per iscriversi poi alla East Anglian School of Drawings and Paintings di Dedham nell'Essex diretta dal pittore Cedric Morris, che fu il suo primo mentore. I suoi studi vengono interrotti per un servizio su un convoglio di navi da guerra nell'Atlantico settentrionale.

Le prime prove pittoriche di Freud tendono all'espressività intensa, deformano volti e oggetti in direzione della Nuova oggettività ma forse anche tengono in vista Chagall surnaturel. Dai primi passi del suo cammino d'artista, Freud palesa uno straordinario spirito di osservazione del reale e una forte adesione concettuale ad esso, che si farà con gli anni sempre più incisiva.

Tiene la sua prima personale nel 1944, ma già dieci anni dopo rappresenta la Gran Bretagna alla XXVII Biennale di Arti Visive di Venezia a fianco di Francis Bacon (pittore con il quale manterrà una certa affinità di ricerca) e Ben Nicholson.

A partire dalla fine degli anni Cinquanta, Freud abbandona il disegno come attività principale e indipendente e il disegno anche intenso come struttura che governa il dipinto. Il suo nuovo stile muove da una nuova diversa maniera di vedere, il suo sguardo si volge anche all'interno dell'essere umano.

Nel 1951 al Festival of Britain è premiato con Arts Council Prize. 1953-1954 è visitor professor alla Slade School of Fine Art di Londra.

Dal 1979 le mostre si moltiplicano e Freud espone in Giappone e negli Stati Uniti.

Nel 1983 gli viene conferita l'onorificenza di "Companion of Honour". È Accademico Emerito dell’Accademia delle Arti del Disegno nella Classe di Pittura.

Muore nella sua casa londinese, all'età di ottantotto anni, dopo una breve malattia, il 21 luglio 2011 [1].

Stile

In molti quadri del tardo Freud, l’osservatore è avvertito degli artifici compositivi. Notiamo per esempio la presenza dello studio, ci vengono mostrate modelle appoggiate su stracci inzuppati di colore, macchie di vernice sul pavimento e sulle pareti; i nomi e i numeri di telefono dei modelli scarabocchiati sui muri; la scala che l’artista usa per realizzare le tele più grandi, e così via. Soprattutto ci viene svelata, attraverso i mezzi più svariati e inattesi, “la noia e l’imbarazzo di posare”. In sostanza, tutto rimanda a una consapevolezza autoriflessiva del tutto inconsueta per la storia della ritrattistica (quantomeno fino a oggi).

Freud ha anche ritratto nientemeno che la regina Elisabetta o la supermodella Kate Moss senza alcun tipo di concessione estetizzante, anzi cercando di far affiorare le ansie e le angosce dei suoi soggetti, a discapito dell’esteriorità.

Nonostante si sia sempre tenuto fuori dalle principali correnti del Novecento e si sia mantenuto sempre legato a una dimensione figurativa, Freud è stato uno dei pittori più influenti dell’ultimo mezzo secolo: la sua opera resiste a ogni categorizzazione. Il suo approccio non si qualifica in termini di “stile” o “maniera” perché ha a che fare con la crescita della coscienza e del carattere individuale. Ogni dipinto è ciò che è.

“Cosa chiedo a un dipinto?” scrisse una volta Freud. “Gli chiedo di stupire, disturbare, sedurre, convincere”.

Onorificenze

Membro dell'Ordine al Merito del Regno Unito - nastrino per uniforme ordinaria
Compagno dell'Order of the Companions of Honour - nastrino per uniforme ordinaria

Opere

Bibliografia

Note

  1. ^ Morto Lucian Freud, rivoluzionò il ritratto, in Ansa, 22 luglio 2011. URL consultato il 22-07-2011.

Collegamenti esterni