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Nella primavera del 533 Goda, incoraggiato e sostenuto dal [[Sardegna|popolo sardo]], svincolò le sorti dell'isola da quelle del [[regno vandalo]] assumendo il titolo di "''rex''". Nello stesso periodo Goda avrebbe inviato una lettera a [[Giustiniano]], dichiarando di essere disposto ad allearsi ad un sovrano giusto come lui e non ad un tiranno come Gelimero<ref name=Casula/>.
Entusiasta, l'imperatore predispose aiuti militari e inviò il suo governatore [[Eulogio]] con l'incarico di consegnare al re barbaro una sua lettera in cui si prometteva l'invio di una forza militare e di un comandante bizantino al suo comando, notizia quest'ultima per cui Goda dovette mandare una lettera di replica a [[Costantinopoli]] dicendo che di capi militari nell'isola bastava lui. Questa azione rappresenta uno dei pochi tentativi di creazione di un regime politico autonomo in Sardegna. Ma non si fece in tempo: nell'estate del 533 un esercito vandalo composto da 120 navi e
La ribellione sarda di Goda sarebbe stata fatale per il regno vandalo. Difatti, mentre il grosso delle forze barbariche era partito con Zazo alla volta della Sardegna, un'armata bizantina guidata da [[Belisario]] sbarcò a ''Caput Vada'' (odierna [[Chebba]], in [[Tunisia]]), avendo ragione delle truppe vandale nella [[battaglia di Ad Decimum]]<ref>[http://remacle.org/bloodwolf/historiens/procope/index.htm], [[Procopio di Cesarea]], ''Histoire de la guerre des Vandales'', Paris, Firmin-Didot, 1852, p. I. XXV. 3</ref>.
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