Petar Svačić: differenze tra le versioni
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Petar Svačić divenne re di Croazia in un periodo di grandi tensioni nel regno. Il suo predecessore [[Stefano II di Croazia|Stefano II]] ([[1089]]-[[1091]]) morì senza lasciare eredi, causando una grossa crisi politica, che scoppiò quando si scoprì che [[Jelena]], vedova di re [[Zvonimir]] ([[1074]]-[[1089]]), stava programmando l'annessione della [[Croazia]] al regno di suo fratello, [[Ladislao I d'Ungheria]]. Ladislao da parte sua sfruttò la situazione per reclamare il suo diritto al trono in quanto fratello della vedova di Zvonimir. |
Petar Svačić divenne re di Croazia in un periodo di grandi tensioni nel regno. Il suo predecessore [[Stefano II di Croazia|Stefano II]] ([[1089]]-[[1091]]) morì senza lasciare eredi, causando una grossa crisi politica, che scoppiò quando si scoprì che [[Jelena]], vedova di re [[Zvonimir]] ([[1074]]-[[1089]]), stava programmando l'annessione della [[Croazia]] al regno di suo fratello, [[Ladislao I d'Ungheria]]. Ladislao da parte sua sfruttò la situazione per reclamare il suo diritto al trono in quanto fratello della vedova di Zvonimir. |
Versione delle 12:10, 26 gen 2021
Petar | |
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La morte dell'ultimo re croato, di Oton Iveković | |
Re di Croazia | |
In carica | 1093 – 1097 |
Predecessore | Stefano II di Croazia |
Successore | Colomanno d'Ungheria |
Nome completo | Petar Svačić |
Morte | 1097 |
Petar Svačić (Kamičak, ... – 1097) è stato l'ultimo re di nazionalità croata dal 1093 al 1097.
Regno
Petar Svačić divenne re di Croazia in un periodo di grandi tensioni nel regno. Il suo predecessore Stefano II (1089-1091) morì senza lasciare eredi, causando una grossa crisi politica, che scoppiò quando si scoprì che Jelena, vedova di re Zvonimir (1074-1089), stava programmando l'annessione della Croazia al regno di suo fratello, Ladislao I d'Ungheria. Ladislao da parte sua sfruttò la situazione per reclamare il suo diritto al trono in quanto fratello della vedova di Zvonimir.
Intanto la nobiltà croata e il clero nominarono rex Croatorum il nobile Petar Svačić, che si impegnò immediatamente nella difesa del confine croato dalla possibilità di un attacco ungherese. Ladisalo I però, che probabilmente aveva organizzato un'invasione già due anni prima, lanciò un'offensiva armata e organizzò l'assalto alla Croazia lungo il confine del fiume Drava. Le truppe ungheresi occuparono con facilità l'intera Slavonia, ma dovettero arrestarsi di fronte alla resistenza croata presso il monte Gvozd, vicino all'odierna Karlovac.
Poco dopo il successo militare Ladisalo d'Ungheria morì, nel 1095, lasciando il regno e gli oneri della guerra a suo nipote Colomanno d'Ungheria. Le truppe di Svačić intanto continuarono la resistenza contro l'invasore per quasi altri due anni. Colomanno allora radunò nel 1097 un enorme esercito ad Est del monte Gvozd, riuscendo infine a sconfiggere le milizie croate, uccidendo pure così Petar Svačić. La glora dell'ultimo sovrano croato in combattimento fu però conservata nella memoria collettiva e ancora oggi a Monte Gvozd è detta Petrova Gora, cioè la montagna di Pietro.
Cinque anni di negoziati fra la nobiltà croata rimasta indipendente e Colomanno si conclusero nel 1102, quando fu sancito uno storico accordo, i pacta conventa, in base al quale i croati accettavano di riconoscere Colomanno come re, mentre egli prometteva di conservare la Croazia come un regno separato amministrato da un bano e di non invadere il suo territorio con coloni ungheresi, conservando pure tutte le leggi e i privilegi dei croati.
La capitale di Croazia sotto il regno di Petar Svačić era Tenin. Nonostante egli fosse tradizionalmente chiamato Svačić, è probabile che il cognome sia una deformazione dell'originario Snačić.
Collegamenti esterni
Controllo di autorità | VIAF (EN) 305491543 · WorldCat Identities (EN) viaf-305491543 |
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