Prossimo: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo, precisazione iniziale
m /* note /*
Riga 32: Riga 32:
La preghiera degli apostoli avrebbe fatto sì che lo Spirito Santo ordinasse di abbandonarlo ai demoni che invisibilmente lo sostenevano durante le sue esibizioni prodigiose, facendolo cadere a terra e morire davanti a tutti.
La preghiera degli apostoli avrebbe fatto sì che lo Spirito Santo ordinasse di abbandonarlo ai demoni che invisibilmente lo sostenevano durante le sue esibizioni prodigiose, facendolo cadere a terra e morire davanti a tutti.



== Note ==
{{reflist}}


== Altri progetti ==
== Altri progetti ==

Versione delle 02:17, 16 gen 2019

Prossimo è un termine che indica vicinanza o affinità, spaziale o temporale, a qualcuno o a qualcosa, spesso nel senso di "seguire", "venire dopo". In questo senso il "Prossimo" dell'Israelita storico era il "vicino": concetto estensibile anche a chi era autorizzato a vivere nel territorio israelitico, pur non essendo seguace dell'Ebraismo nè adoratore di dei pagani.

Nella teologia cristiana, il termine "Prossimo" intende invece qualsiasi essere umano, anche tradizionalmente un nemico, verso cui esprimere la caritas additata come dovere da Gesù, spiegata nel Vangelo con la parabola del buon samaritano; il prossimo è colui che nell'immediato (temporalmente né prima né poi), per incontro o per relazione, ci elargisce il suo aiuto (il Samaritano è il prossimo del suo nemico Israelitico che aveva incontrato i briganti e che malgrado l'inimicizia storica tra Israeliti e Samaritani, lo soccorre, lo cura e lo affida a un terzo, pagando le spese dello sventurato che era stato ferito).

Nei Vangeli, Dio e il Prossimo sono i destinatari del duplice Comandamento dell'amore.
La Prima lettera di Giovanni contrappone all'amore cristiano l'invidia di Caino, "che era dal diavolo" e uccise il fratello a motivo delle sue opere "giuste"[1]. Entrambi offrivano sacrifici al medesimo Dio[2], ma solo Abele era gradito e conforme alla Legge che imponeva di offrire le primizie del raccolto o i primogeniti del gregge.
Caino è tentato dall'istinto del peccato, e Dio vieta la sua uccisione, assegnandogli una terra dove vivere in esilio.

Estensioni

Gli angeli

Il Prossimo comprende anche l'angelo custode, che secondo il Libro dell'Esodo[3] è inabitato dal nome di Dio (il mio nome è in lui).
Per questo motivo, al credente sono richiesti rispetto, ascolto e obbedienza alle sue parole ed opere.

Il creato visibile

Nel Credo niceno, Dio viene pregato come creatore di tutte le cose visibili e invisibili (quali lo Spirito Santo e gli angeli).
Col il termine "prossimo" si intenderebbe tutto il creato visibile, comprendendovi il regno minerale, vegetale e animale. L'ordine divino e naturale della creazione verrebbe ad avere gradi e priorità diverse di amore, come testimoniato da san Francesco d'Assisi: Dio, gli angeli e i santi, il prossimo umano, le altre creature a noi prossime.

Anche all'interno degli altri regni della natura potrebbe essere ravvisata una priorità, in base alla loro immagine e somiglianza con l'uomo (o gli angeli), e con Dio Creatore per loro tramite. Ad una maggiore perfezione terrena corrisponderebbero una maggiore dignità nei confronti di Dio, e amore anche da parte del genere umano.
In modo controverso, la cosiddetta teologia degli animali dell'autore ebraico italiano De Benedetti, è giunto a sviluppare una semi-personificazione degli animali, dotati di coscienza e possibili candidati alla vita eterna.

Eccezioni

La Scolastica ha elaborato una dottrina del tirannicidio, fondata sulla Sacra Scrittura e la patristica.

1 Maccabei

Un esempio di tirannicidio "in forma indiretta" riguarda la storia di Mattatia, che davanti ad un altare sacro uccide i messaggeri del re ed un ebreo convertito dichiaratosi pronto ad adorare il dio pagano del nemico[4]. Genesi|4:3-4}}</ref>.

Simon Mago

Inoltre, una tradizione agiografica ed extrabiblica riferisce che Pietro e Paolo apostoli avrebbero pregato lo Spirito Santo contro Simon Mago, loro rivale a Roma nel convertire le folle.
Questi, pur essendo stato battezzato, non ricevette gli stessi loro doni dallo Spirito Santo, ma il rifiuto di Pietro davanti all'offerta di denaro e alla richiesta di pregare contro la parola già rivelata da Dio. Sarebbe quindi tornato ad essere adoratore di Lucifero per invidia nei loro confronti, dopo aver già praticato per anni la magia prima di incontrarli.
La preghiera degli apostoli avrebbe fatto sì che lo Spirito Santo ordinasse di abbandonarlo ai demoni che invisibilmente lo sostenevano durante le sue esibizioni prodigiose, facendolo cadere a terra e morire davanti a tutti.


Note

  1. ^ 1 Giovanni 3:11-15
  2. ^ Genesi 4:3-4,7
  3. ^ Esodo 20-23
  4. ^ 1 Maccabei 2:15-28

Errore nelle note: Il tag <ref> definito in <references> non ha un attributo nome.

Altri progetti

  Portale Cristianesimo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Cristianesimo