Tomba degli Àuguri: differenze tra le versioni

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== Bibliografia ==
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== Voci correlate ==
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Versione delle 21:16, 28 set 2014

Il Phersu, Tomba degli Auguri, Necropoli dei Monterozzi, Tarquinia

La tomba degli Auguri di Tarquinia è una tomba a camera etrusca dipinta, situata nella necropoli dei Monterozzi. Scoperta nel 1878 è costituita unicamente da una piccola camera rettangolare con soffitto a doppio spiovente; sul pavimento le impronte delle zampe di due letti funebri. La decorazione parietale fu realizzata ad affresco tra il 540 ed il 530 a.C. da un pittore greco-orientale (forse focese) il cui stile è stato associato a quello delle maestranze nord-ioniche attive a Elmali (Licia settentrionale) così come ai frammenti pittorici provenienti dalla Casa dipinta di Gordio. La tomba degli Auguri appartiene allo stesso ambiente culturale della tomba dei Giocolieri e della tomba delle Olimpiadi e insieme a queste è tra le prime tombe tarquiniesi in cui la decorazione pittorica si allarga a riempire quasi interamente le pareti, inaugurando la nuova tradizione della seconda metà del VI secolo a.C., rispetto alla precedente esemplificata dalla tomba dei Tori.[1]

Descrizione

Il ciclo pittorico rappresenta il rituale funebre con i gioghi ad esso collegati. Sulla parete di fondo è rappresentata la tradizionale porta degli inferi e accanto ad essa, da entrambe le parti, due personaggi, forse sacerdoti, rappresentati nell'atto del compianto funebre. Sulla parete di destra un personaggio in veste purpurea, segno di potere pubblico, si volta verso la porta dell'Ade con un gesto di saluto ed è seguito da un servitore che reca una sella curule (diphros) e da un altro personaggio seduto in terra. Sempre sulla stessa parete un personaggio con bastone ricurvo identificato come un giudice di gara segue l'incontro di lotta tra due atleti; infine la parete è completata dalla scena con il Phersu, personaggio così identificato dall'iscrizione, che partecipa ad un gioco crudele, antesignano dei combattimenti gladiatori romani, tenendo al guinzaglio una belva la quale azzanna un secondo personaggio in perizoma e con la testa avvolta in un cappuccio. La parete di ingresso è decorata con due personaggi non identificabili a causa del cattivo stato di conservazione. Sulla parete di sinistra un altro Phersu è rappresentato in atto di correre o di danzare, insieme ad un auleta e a due pugili.[2]

Stile

La tomba degli Auguri inaugura la nuova tradizione tarquiniese della decorazione in grande formato, mostrando la capacità del decoratore nell'elaborazione di un disegno compositivo particolarmente equilibrato con una sicurezza assente ad esempio nell'autore della tomba dei Tori.[1] Si tratta per altro di una capacità che si manifesta in modo immediato, per cui si tende a ritenerlo un artista ionico immigrato, forse focese.

Note

  1. ^ a b Cristofani 1978, pp. 87-90.
  2. ^ Bianchi Bandinelli e Torelli 1986, scheda 93.

Bibliografia

  • Giovanni Becatti e Filippo Magi, Tarquinii. Le pitture delle tombe degli Auguri e del Pulcinella, collana Monumenti della pittura antica scoperti in Italia, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1955. ISBN non esistente
  • Mauro Cristofani, L'arte degli Etruschi : produzione e consumo, 2ª ed., Torino, Einaudi, 1978. ISBN non esistente
  • Ranuccio Bianchi Bandinelli e Mario Torelli, Etruria-Roma, collana L'arte dell’antichità classica, Torino, UTET, 1986, ISBN 88-7750-195-2.

Voci correlate

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