Battaglia di Arausio: differenze tra le versioni
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|comandante1=[[Quinto Servilio Cepione (console 106 a.C.)|Quinto Servilio Cepione]] <br /> [[Gneo Mallio Massimo]] |
|comandante1=[[Quinto Servilio Cepione (console 106 a.C.)|Quinto Servilio Cepione]] <br /> [[Gneo Mallio Massimo]] |
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|comandante2= [[Boiorix]] (re dei Cimbri) [[Teutobod]] (re dei Teutoni) |
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|effettivi1= |
|effettivi1=19 [[legione romana|legioni romane]] e</br> 10.000 cavalieri |
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|effettivi2= |
|effettivi2= >200.000 uomini |
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|perdite1= >100.000 uomini |perdite2= 25.000/30.000 uomini}} |
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|perdite1=notevoli |
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|perdite2=minime}} |
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La '''battaglia di Arausio''' fu combattuta il [[6 ottobre]] [[105 a.C.]] nell'odierna città francese di [[Orange (Francia)|Orange]], in [[Provenza]] fra le [[legione romana|legioni]] di Roma e le tribù nomadi del [[Cimbri]] |
La '''battaglia di Arausio''' fu combattuta il [[6 ottobre]] [[105 a.C.]] nell'odierna città francese di [[Orange (Francia)|Orange]], in [[Provenza]] fra le [[legione romana|legioni]] di Roma e le tribù nomadi del [[Cimbri]] |
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Battaglia di Arausio | |
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La battaglia di Arausio fu combattuta il 6 ottobre 105 a.C. nell'odierna città francese di Orange, in Provenza fra le legioni di Roma e le tribù nomadi del Cimbri
L'esercito romano era comandato dal console Gneo Mallio Massimo, un homo novus, e dal proconsole per la Gallia Quinto Servilio Cepione che era stato console l'anno precedente ed esponente dell'aristocrazia. Questa differenza di status generò mancanza di coordinazione e dissidi tra il console e il suo subordinato e portò ad una pesante sconfitta per i Romani, che persero quasi tutti gli effettivi sul campo. Ciò aprì le porte della Gallia Narbonense e dell'Italia ai Teutoni e ai Cimbri; questa sconfitta verrà poi vendicata da Gaio Mario nelle successive celebri battaglie contro questi due popoli (battaglia di Aquae Sextiae e battaglia dei Campi Raudii).
Alla sconfitta di Cepione è legata una tradizione semi-leggendaria, che la vorrebbe causata dal suo furto sacrilego dell'Aurum Tolosanum (l'Oro di Tolosa), il presunto bottino proveniente dal santuario di Apollo a Delfi, saccheggiato durante la spedizione celtica in Grecia.