Truzzi Broders: differenze tra le versioni

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== Storia ==
== Storia ==
Il gruppo si forma nel 1982 a Torino e debutta nel 1984 con la cassetta autoprodotta ''[[Yankees Go Home]]''. La formazione originale prevede Armando "Flanger" Casaroli alla chitarra, Marcello "Pastamatic" Salvati alla batteria, Renzo "Ziggy MC" Rolando al basso ai quali si unisce poco dopo Roby "Blues" Allazzetta alla voce e chitarra <ref>https://digilander.libero.it/truzzibroders/storia.html</ref>.
Il gruppo si forma nel 1982 a Torino e debutta nel 1984 con la cassetta autoprodotta ''[[Yankees Go Home]]''. La formazione originale prevede Armando "Flanger" Casaroli alla chitarra, Marcello "Pastamatic" Salvati alla batteria, Renzo "Ziggy MC" Rolando al basso ai quali si unisce poco dopo Roby "Blues" Allazzetta alla voce e chitarra <ref name="libero">{{Cita web |url=https://digilander.libero.it/truzzibroders/storia.html |titolo=Storia |sito=Truzzibroders |editore=[[Libero (portale)|Libero]] |accesso=16 settembre 2019}}</ref>.


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Tra i brani del disco ''Sono un truzzo'', considerato uno dei più noti della band con i suoi versi «Sono un truzzo e me ne vanto, te lo suono, te lo canto / son nemico del tamarro, passo tutto il giorno al barro / dopo ciulo un motorino e me ne vado per Torino»<ref>{{Cita|Beppe De Sario, 2009}}</ref>
Tra i brani del disco ''Sono un truzzo'', considerato uno dei più noti della band con i suoi versi «Sono un truzzo e me ne vanto, te lo suono, te lo canto / son nemico del tamarro, passo tutto il giorno al barro / dopo ciulo un motorino e me ne vado per Torino»<ref>{{Cita|Beppe De Sario, 2009}}</ref>


In questo periodo effettuano concerti in tutta Italia, specialmente nel circuito dei centri sociali autogestiti.<ref>{{Cita|autori vari, 1991|p. 65}}</ref> Nel frattempo se ne va Marcello Salvati, sostituito alla batteria da Aurelio "Hammer" Giacchi. Nel Reader's Poll del 1986 di ''[[Rockerilla]]'' i Truzzi Broders sono al 43esimo posto nella classifica dei migliori 50 gruppi italiani <ref>https://digilander.libero.it/truzzibroders/storia.html</ref>.
In questo periodo effettuano concerti in tutta Italia, specialmente nel circuito dei centri sociali autogestiti.<ref>{{Cita|autori vari, 1991|p. 65}}</ref> Nel frattempo se ne va Marcello Salvati, sostituito alla batteria da Aurelio "Hammer" Giacchi. Nel Reader's Poll del 1986 di ''[[Rockerilla]]'' i Truzzi Broders sono al 43esimo posto nella classifica dei migliori 50 gruppi italiani <ref name="libero" />.


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Dopo una cassetta live nuovamente autoprodotta, ''[[Live in cellophane]]'', nel 1988 sono i protagonisti del documentario ''Mangia la sabbia'' di David Chmet<ref>{{Cita web |url=http://www.torinocittadelcinema.it/schedafilm.php?film_id=1398&stile=large |titolo=Truzzi Broders. Mangia la sabbia |sito=Enciclopedia del cinema in Piemonte |editore=Torino Città del Cinema |accesso=12 settembre 2019}}</ref>, mentre l'anno successivo tornano con l'album ''[[Truzzi Broders (album)|Truzzi Broders]]'', distribuito dalla [[Toast Records]] cui si aggiunge il nuovo chitarrista Massimo "Taps" Tapparo.

Versione delle 15:34, 16 set 2019

Truzzi Broders
Paese d'origineBandiera dell'Italia Italia
GenereRock
Periodo di attività musicale1982 – in attività
EtichettaAttack Punk Records, Toast Records

I Truzzi Broders sono un gruppo musicale di Torino, particolarmente attivo durante gli anni ottanta; sono considerati una formazione storica del punk-rock italiano[1]

Storia

Il gruppo si forma nel 1982 a Torino e debutta nel 1984 con la cassetta autoprodotta Yankees Go Home. La formazione originale prevede Armando "Flanger" Casaroli alla chitarra, Marcello "Pastamatic" Salvati alla batteria, Renzo "Ziggy MC" Rolando al basso ai quali si unisce poco dopo Roby "Blues" Allazzetta alla voce e chitarra [2].

Nel 1986 la Attack Punk Records, etichetta bolognese fondata da Helena Velena, pubblica la loro seconda uscita discografica,[3] l'album 'nzalla pubblicato in vinile giallo[4]. Tra i brani del disco Sono un truzzo, considerato uno dei più noti della band con i suoi versi «Sono un truzzo e me ne vanto, te lo suono, te lo canto / son nemico del tamarro, passo tutto il giorno al barro / dopo ciulo un motorino e me ne vado per Torino»[5]

In questo periodo effettuano concerti in tutta Italia, specialmente nel circuito dei centri sociali autogestiti.[6] Nel frattempo se ne va Marcello Salvati, sostituito alla batteria da Aurelio "Hammer" Giacchi. Nel Reader's Poll del 1986 di Rockerilla i Truzzi Broders sono al 43esimo posto nella classifica dei migliori 50 gruppi italiani [2].

Dopo una cassetta live nuovamente autoprodotta, Live in cellophane, nel 1988 sono i protagonisti del documentario Mangia la sabbia di David Chmet[7], mentre l'anno successivo tornano con l'album Truzzi Broders, distribuito dalla Toast Records cui si aggiunge il nuovo chitarrista Massimo "Taps" Tapparo.

Negli anni successivi continuano l'attività dal vivo. Tornano nel 2018 partecipando all'album Powerillusi & Friends dei Powerillusi, in cui interpretano il brano Quella del rock.[8]

Nel 2019 esce nelle sale il film documentario "Una canzone senza finale" di Paolo e Riccardo Sarà e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte, che narra la nascita dei Truzzi Broders e del movimento di quartiere nel quale percorsero i primi passi [9]. Nello stesso anno esce il quinto album della band, Cosa credi.

Discografia

Album in studio
Album dal vivo

Note

  1. ^ Il punk rock un po’ ribelle dei Truzzi Broders, in La Stampa, 1° maggio 2016. URL consultato il 12 settembre 2019.
  2. ^ a b Storia, su Truzzibroders, Libero. URL consultato il 16 settembre 2019.
  3. ^ Multimedia Attack Punk, su Oocities.org. URL consultato il 12 settembre 2019.
  4. ^ Truzzi Broders - 'nzalla (1986), su Le note di Euterpe, Blogger, 19 marzo 2016. URL consultato il 12 settembre 2019.
  5. ^ Beppe De Sario, 2009
  6. ^ autori vari, 1991, p. 65
  7. ^ Truzzi Broders. Mangia la sabbia, su Enciclopedia del cinema in Piemonte, Torino Città del Cinema. URL consultato il 12 settembre 2019.
  8. ^ I Powerillusi festeggiano i 31 anni con una doppia raccolta, “Powerillusi & Friends”., su Rockol. URL consultato il 12 settembre 2019.
  9. ^ Una canzone senza finale, su Film Commission Torino Piemonte. URL consultato il 16 settembre 2019.

Bibliografia

Collegamenti esterni

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