Sinagoga grande di Stoccolma

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Sinagoga grande di Stoccolma
Stockholms stora synagoga
StatoBandiera della Svezia Svezia
LocalitàStoccolma
IndirizzoWahrendorffsgatan 3A
Coordinate59°19′54.02″N 18°04′25.3″E / 59.331672°N 18.073694°E59.331672; 18.073694
ReligioneEbraismo
ArchitettoFredrik Wilhelm Scholander
Stile architettonicoarchitettura neomoresca
Inizio costruzione1867
Completamento1870
Sito webwww.jfst.se/english/index.php
La sinagoga in una stampa del 1881.

La sinagoga grande di Stoccolma, costruita tra il 1867 e il 1870, è la più grande e importante sinagoga di Stoccolma e dell'intera Svezia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'Ottocento la comunità ebraica di Stoccolma era in piena espansione. Si rendeva necessaria la costruzione di un più capiente luogo di culto.

L'architetto Fredrik Wilhelm Scholander presentò già nel 1862 il progetto di una sinagoga in stile neomoresco, secondo una moda che si stava diffondendo nella edificazione delle sinagoghe dell'epoca. La costruzione avvenne tra il 1867 e il 1870. La grande sala di preghiera ha una capienza di 900 posti.

Alla neutrale Svezia furono risparmiate le distruzioni della seconda guerra mondiale e gli orrori dell'Olocausto. In quegli anni la sinagoga aprì le sue porte ai numerosissimi rifugiati.

Sul muro che conduce all'ingresso della sinagoga v'è un memoriale, inaugurato nel 1998 dal re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che elenca i nomi di circa 8.500 vittime dell'Olocausto, familiari di ebrei residenti in Svezia.[1] Il piccolo giardino di fronte è dedicato a Raoul Wallenberg, il diplomatico svedese che salvò la vita a decine di migliaia di ebrei a Budapest in Ungheria.

La sinagoga continua tutt'oggi la sua opera al servizio di una comunità locale di oltre 5.000 persone. L'edificio ospita anche una biblioteca specializzata (la Judiska biblioteket) ed è frequentemente sede di mostre ed eventi culturali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Holocaust Memorial Archiviato il 14 settembre 2013 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L. Dencik, Jewishness in Postmodernity: The Case of Sweden (April 2003).

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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