Sigmodontomys alfari

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Immagine di Sigmodontomys alfari mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
Ordine Rodentia
Famiglia Cricetidae
Sottofamiglia Sigmodontinae
Tribù Oryzomyini
Genere Sigmodontomys
J. A. Allen, 1897
Specie S.alfari
Nomenclatura binomiale
Sigmodontomys alfari
J. A. Allen, 1897
Sinonimi

Nectomys russulus, N.esmeraldarum, Oryzomys ochraceus, N.alfari efficax, O.barbacous, O.barbacous ochrinus

Sigmodontomys alfari (J. A. Allen, 1897) è un roditore della famiglia dei Cricetidi, unica specie del genere Sigmodontomys (J. A. Allen, 1897), diffuso in America centrale e America meridionale.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 121 e 158 mm, la lunghezza della coda tra 146 e 186 mm, la lunghezza del piede tra 33 e 40 mm, la lunghezza delle orecchie tra 17 e 22 mm e un peso fino a 111 g.[3]

Caratteristiche craniche e dentarie[modifica | modifica wikitesto]

Il cranio è robusto e presenta un rostro corto e largo, i margini della regione inter-orbitale convergono anteriormente e sono distintamente rialzati, la scatola cranica è squadrata e stretta, con le creste ben sviluppate. Gli incisivi superiori sono lisci ed opistodonti, ovvero con le punte rivolte verso l'interno della bocca. I molari hanno la struttura delle cuspidi semplificati.

Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:

3 0 0 1 1 0 0 3
3 0 0 1 1 0 0 3
Totale: 16
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è lunga, densa e lucida. Le parti dorsali variano dall'arancione-brunastro al bruno-giallastro brizzolato mentre le parti ventrali sono grigie, bianche o giallo-brunastre, sempre con la base dei peli grigia. Le orecchie sono piccole, leggermente rivestite di peli e scure. Il dorso delle zampe è ricoperto di corti peli scuri. Le tre dita centrali dei piedi sono molto più lunghe delle due esterne e sono palmate, le piante sono prive di peli, densamente ricoperte di tubercoli ed hanno sei cuscinetti carnosi. Sono presenti dei ciuffi di lunghi peli alla base di ogni artiglio, eccetto in quello dell'alluce. La coda è più lunga della testa e del corpo, è uniformemente scura e cosparsa di pochi peli. Le femmine hanno 4 paia di mammelle. Sono privi di cistifellea. Il cariotipo è 2n=56 FN=54.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie parzialmente acquatica e notturna.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di semi.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nel Continente americano, dall'Honduras, attraverso l'America centrale fino alla Colombia ed Ecuador occidentali e in una località della parte più occidentale del Venezuela.

Vive nelle paludi e canneti fino a 1.900 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la popolazione presumibilmente numerosa e la presenza in diverse aree protette, classifica S.alfari come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Anderson, R.P., Tirira, D., Samudio, R. & Timm, R. 2008., Sigmodontomys alfari, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Sigmodontomys alfari, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Reid, 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Diego S. Tirira, Mamíferos del Ecuador: Guía de campo, Ediciones Murciélago Blanco, 2007. ISBN 9789978446515
  • Fiona A. Reid, A field guide to the Mammals of Central America and Southeast Mexico, Oxford University Press, 2009. ISBN 9780195343236
  • Patton JL, Pardinas UFJ & D'Elia G, The Mammals of South America. Volume 2: Rodents, The University of Chicago Press, 2015. ISBN 978-0-226-16957-6.

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