Sergio (arcivescovo)

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Sergio
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiArcivescovo di Ravenna (744 - 769)
 
NatoVIII secolo
Deceduto769 a Ravenna
 

Sergius, in latino Sergius (VIII secoloRavenna, 769), è stato un arcivescovo italiano, arcivescovo di Ravenna, dal 744 al 769. Sergio fu l'ultimo arcivescovo di Ravenna capitale dell'Esarcato d'Italia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

A differenza di quasi tutti i suoi predecessori, quando fu eletto arcivescovo, Sergio era un laico sposato. È possibile che sulla sua scelta abbia pesato il parere della nobiltà ravennate. Era «giovane d'età, piccolo di statura, l'aspetto gradevole [...] e proveniva da una famiglia molto nobile». Secondo le norme del diritto canonico, dopo l'elezione dovette divorziare, poi si recò a Roma per essere ordinato da papa Zaccaria[1]

Nell'VIII secolo la sede arcivescovile di Ravenna aveva giurisdizione sopra un vasto territorio, che andava dal Po ad Ancona (Esarcato di Ravenna e Pentapoli bizantina). Eletto nel 744, sette anni dopo la città fu occupata da Astolfo, re dei Longobardi (estate 751). Fu Sergio a trattare le condizioni di pace, poiché l'esarca Eutichio si era rifugiato a Napoli. Sergio collaborò con il nuovo sovrano di Ravenna e cercò di assicurare l'indipendenza della sua Chiesa sotto l'occupazione longobarda[1].

Sergio contava anche sul fatto che Astolfo non sarebbe rimasto a lungo a Ravenna e sarebbe ritornato nella sua capitale, Pavia. Avrebbe lasciato una guarnigione militare a controllo dei centri nevralgici del potere, ma la sua presenza fisica sarebbe stata altrove. Astolfo infatti nominò un dux a capo della città e marciò verso Roma. Fu fermato dal re dei Franchi Pipino il Breve, alleato della Sede Apostolica, che nel 755 e nel 756 sconfisse in battaglia Astolfo e fermò i suoi progetti egemonici. Successivamente incaricò un suo consigliere, l'abate Fulrado di Saint Denis, di entrare nelle città dell'Esarcato per riceverne la sottomissione.

Dopo l'abdicazione di Astolfo salì sul trono longobardo Rachis, che però pochi mesi dopo fu spodestato da Desiderio (757-774). Il nuovo re si rifiutò di cedere le terre dell'Esarcato. Desiderio, che risiedeva a Pavia, non aveva lasciato alcuna milizia di guardia a Ravenna. In sua assenza, il pontefice Stefano II formò un esercito e lo inviò nell'ex capitale per occupare la città. Attribuì al comandante dell'armata, Eutichio, il titolo di dux. Insieme ad Eutichio si insediò a Ravenna il diacono Filippo, che prese la guida dell'amministrazione ecclesiastica [2].

Sergio si oppose alla nuova amministrazione e chiese aiuto ai longobardi per respingere il comandante romano. Ma il suo piano non poté essere realizzato: la Santa Sede lo chiamava a Roma. Essendo stato accusato di essere asceso all'episcopato violando il diritto canonico in quanto laico, doveva recarsi nell'Urbe per essere giudicato da un sinodo. Condannato, fu messo agli arresti. In sua assenza, Eutichio e Filippo governarono, rispettivamente, la città e la Chiesa di Ravenna[1].

La prigionia di Sergio terminò con la morte di papa Stefano II, nell'aprile 757. Il nuovo papa, Paolo I, liberò tutti i detenuti e concesse l'indulgenza riguardo alle loro colpe. Un mese dopo Sergio fu liberato, anche se rientrò a Ravenna solo tra il 758 e il 759[3].

Fu reintegrato nelle sue funzioni vescovili, ma la Santa Sede mantenne il presidio militare in città. Governò la Chiesa di Ravenna fino alla morte, avvenuta il 25 agosto 769.

Sergio viene ricordato in una lettera datata 775 di papa Adriano I indirizzata a Carlo Magno, re dei Franchi, dove si lamenta che l'arcivescovo di Ravenna aveva fatto imprigionare l'inviato papale, il conte Domenico.

A lui è attribuita la costruzione dell'edificio del monastero fondato (probabilmente dal predecessore Giovanni V) presso la Basilica di Sant'Apollinare in Classe[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Judith Herrin, Ravenna. Capitale dell'impero, crogiolo d'Europa, Rizzoli, Milano 2022, pp. 397-404.
  2. ^ Salvatore Cosentino, Potere e autorità nell'esarcato in età post-bizantina, 2012.
  3. ^ Giorgio Orioli e Paola Novara, Giovanni di Besate (san Giovanni Vincenzo) arcivescovo di Ravenna ed eremita, Ravenna, Fernandel, 2010, p. 21.
  4. ^ Paesaggi monastici: i monasteri nel Ravennate tra fonti scritte e dati archeologici (VIII – XIII secolo) (PDF), su amsdottorato.unibo.it. URL consultato il 3 luglio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Agnello Ravennate, "Vita Sergii" nel Liber Pontificalis Ecclesiae Ravennatis;
  • Ottorino Bertolini, Sergio arcivescovo di Ravenna (744-769) e i papi del suo tempo, in «Studi Romagnoli», I (1950), pp. 43– 88

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Arcivescovo di Ravenna Successore
Giovanni VII 744 - 769 Leone I