Seen

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Disambiguazione – Se stai cercando l'ex comune svizzero ora quartiere di Winterthur, città nel distretto di Winterthur (Canton Zurigo), vedi Seen (Winterthur).
Disambiguazione – Se stai cercando il cognome coreano altresì traslitterato come Shin, vedi Shin (cognome).
(EN)

«A real train writer worked as if it was a job, seven days a week. You went out at night, or daytime, whatever time you had, to paint the fucking train. That's a real writer»

(IT)

«Un vero trainwriter lavora come se questo fosse un lavoro, sette giorni a settimana. Esci di notte, di giorno, appena hai tempo, per dipingere il fottuto treno. Questo è un vero writer»

Richard Mirando

Richard Mirando meglio conosciuto con lo pseudonimo di Seen o Godfather of Graffiti[1] (New York, 1961) è un writer statunitense, membro della crew internazionale United Artists (UA)[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce nel 1961 a New York nel quartiere del Bronx e dipinge il primo graffito sulla metropolitana di New York nel 1973, con il fratello Mad[1]. Comincia a dipingere treni per il fatto che la città è infestata dalle gang, e, non essendo lui legato ad alcuna di esse, diventa pericoloso realizzare graffiti, o anche semplici tag, nei territori controllati dalle diverse organizzazioni criminali[1]. Per lui, essendo bianco e frequentando solo bianchi, è addirittura pericoloso il solo camminare in zone controllate da bande afroamericane; per altri writer come Comet e Blade, le cose erano più semplici: il primo era bianco, il secondo afroamericano, e girando per i vari quartieri si proteggevano a vicenda, godendo così di più libertà[1] . Il periodo in cui l'artista è più attivo sono gli anni settanta e gli anni ottanta[2], vista la seguente esposizione mediatica dovuta alla partecipazione al film Style Wars e al libro Subway Art[1]

Durante gli anni, diventa specialista nel whole car, graffito che richiede la copertura totale di una carrozza, i più famosi sono "Black Sabbath", "Hicki and Ski" (dedicato alle due menti della Vandal Squad) e "The Hand of Doom"[1].

Nel 1984 partecipa al film di Henry Chalfant e Tony Silver Style Wars, interpretando se stesso; nel 2002 partecipa al documentario Through the Years of Hip Hop, Vol. 1: Graffiti[3]. Nel 2014 esce la sua prima monografia THEY CALL ME THE GODFATHER OF GRAFFITI Chapter 1973-1981 (ISBN 979-10-90020-01-6).

Videografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Luke Dyms, Seen, in Artillery - Chapter Four, 2008, pp. 48-61.
  2. ^ a b (EN) at149st.com - United Artists, su at149st.com. URL consultato il 24 dicembre 2010.
  3. ^ (EN) Through the Years of Hip Hop, Vol. 1: Graffiti, su IMDb, IMDb.com.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Sito ufficiale, su seenworld.com. URL consultato il 9 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2007).
  • (FR) Sito ufficiale francese, su seencity.net. URL consultato il 9 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2018).
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