Scontro di Dhat Atlah

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Scontro di Dhat Atlah
parte prime battaglie islamiche
DataLuglio 624 (Rabīʿ al-awwal 3 E.)[1]
LuogoDhat Atlah
Causaimboscata beduina ai musulmani
Esitocatastrofica disfatta musulmana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
15[2]imprecisati
Perdite
14 morti[3][4] e un feritoimprecisate
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Lo Scontro di Dhāt Aṭlāḥ, o Spedizione di Ka‘b ibn ‘Umayr al-Ghifārī[2] (in arabo سرية كعب بن عمير الغفاري الكناني?, Sariya Kaʿb ibn ʿUmayr al-Ghifārī al-Kinānī, ebbe luogo nel luglio del 629 (Rabīʿ al-awwal dell'8 del calendario islamico).[5]

Spedizione[modifica | modifica wikitesto]

Maometto fu informato che i Banū Quḍāʿa avevano radunato un gran numero di guerrieri per attaccare le posizioni dei musulmani e decise quindi di spedire Kaʿb ibn ʿUmayr al-Ghifārī al-Kinānī al-Anṣārī, a capo di 15 uomini, per stornare un simile pericolo.[6] La località dello scontro era Dhāt Aṭlāḥ, al di là del confine siriano del Wadi al-Qura.[2]

Il fatto che allo scontro non fosse presente il profeta Maometto la fa classificare dagli storici del primo Islam tra le sarāya.

I musulmani chiesero ai beduini di abbracciare l'Islam ma i politeisti rifiutarono e presero a lanciare frecce contro di loro, uccidendoli tutti salvo uno che rimase solo ferito e che si salvò perché ritenuto morto.[5]) Fu quindi lui a informare Maometto della disfatta.[7]

il Profeta pianificò immediatamente una spedizione per vendicare la strage ma essa non partì, dal momento che Maometto seppe che i B. Qua‘a avevano abbandonato il luogo dello scontro.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atlas Al-sīrah Al-Nabawī, su books.google.co.uk. URL consultato il 17 dicembre 2014.
  2. ^ a b c Atlas Al-sīrah Al-Nabawīyah, su books.google.co.uk. URL consultato il 17 dicembre 2014.
  3. ^ The sealed nectar, di S.R. Al-Mubarakpuri, p. 44 Author references Rahmat-ul-lil'alameen 2/231
  4. ^ a b The Life of Mahomet and History of Islam to the Era of the Hegira, su books.google.co.uk. URL consultato il 17 dicembre 2014.
  5. ^ a b List of Battles of Muhammad, su military.hawarey.org. URL consultato il 30 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2011).
  6. ^ "Banu Quda‘a had gathered a large number of men to raid ", Witness-Pioneer.com
  7. ^ S.R. Al-Mubarakpuri, The sealed nectar, p. 244 Author references Rahmat-ul-lil'alameen 2/231

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]