Scelidotherium

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Scelidotherium
Cranio di Scelidotherium leptocephalum
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Mammalia
Superordine Xenarthra
Ordine Pilosa
Sottordine Folivora
Famiglia Mylodontidae
Sottofamiglia Scelidotheriinae
Genere Scelidotherium

Lo scelidoterio (gen. Scelidotherium) è un mammifero xenartro fossile, strettamente imparentato con i bradipi attuali. I suoi resti, risalenti al Pleistocene, sono stati rinvenuti in Sudamerica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Come tutti i bradipi terricoli, lo scelidoterio, lungo circa tre metri e mezzo, aveva un corpo massiccio e arti allungati dotati di unghioni ricurvi. La caratteristica principale che lo distingueva dagli altri esemplari simili, però, era la testa stretta e allungata, vagamente simile a quella di un formichiere. Lo scelidoterio possedeva una serie completa di molari. Le zampe assomigliavano molto a quelle del famoso Megatherium e di Glossotherium.

Ritrovamenti e classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Charles Darwin, nel suo giornale di bordo durante il viaggio sulla Beagle, scrive del ritrovamento di un fossile quasi perfetto di Scelidotherium a Punta Alta, durante il viaggio via terra da Bahia Blanca a Buenos Aires nel 1832. Darwin classificò lo scelidoterio nella stessa famiglia del Megatherium, ma successivamente altri paleontologi lo hanno posto in una famiglia a sé stante, in virtù delle sue particolarità craniche. Un possibile antenato dello scelidoterio è Chubutherium, dell'Oligocene e del Miocene. La specie più nota di scelidoterio è Scelidotherium leptocephalum. Altre specie, come S. cuvieri e S. tarijensis, sono state attribuite a generi simili, come Catonyx e Scelidodon.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Klaauw, C. J. van der. 1930b. La région tympanique du cràne du Scelidotheirum. Tijdschr. d. Ned. Dierk. Ver. (3) Deel II, 1930: 83-87.
  • Vizcaíno, S. F., M. Zárate, M. S. Bargo and A. Dondas. 2001. Pleistocene burrows in the Mar del Plata area (Argentina) and their probable builders. Acta Palaeontologica Polonica, 46(2): 289-301.

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