Glossotherium

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Glossotherium
Scheletro di Glosstherium robustum
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Mammalia
Superordine Xenarthra
Ordine Pilosa
Sottordine Folivora
Famiglia Mylodontidae
Genere Glossotherium
Owen, 1840

Il glossoterio (gen. Glossotherium) era un grande mammifero xenartro vissuto nel Pliocene e nel Pleistocene (tra 2 milioni di anni fa e 12.000 anni fa) in Sudamerica.

Artigli ricurvi e lingua lunga[modifica | modifica wikitesto]

Lungo circa quattro metri, questo grande animale imparentato con gli attuali bradipi era in grado di assumere una posizione bipede reggendosi sulla coda robusta. Questa posizione gli permetteva di cibarsi delle alte fronde degli alberi, allungando le zampe anteriori munite di artigli ricurvi per portare alla bocca le foglie. Probabilmente il glossoterio possedeva una lunga lingua prensile (il nome significa più o meno "bestia lingua") che permetteva all'animale di inghiottire i ramoscelli. A causa della sua taglia e della sua forza, il glossoterio aveva ben pochi nemici naturali, ad eccezione forse delle tigri dai denti a sciabola del genere Smilodon. Si presume che il glossoterio si sia estinto circa 12.000 anni fa, verso la fine del Pleistocene.

Confusione tassonomica[modifica | modifica wikitesto]

I resti di glossoterio sono stati rinvenuti esclusivamente in Sudamerica, ma un genere assai simile, Paramylodon, è stato ritrovato in Nordamerica, e spesso i resti di quest'ultimo animale sono stati confusi e assegnati erroneamente a Glossotherium. I primi esemplari di glossoterio sono conosciuti nel Pliocene, e sono rappresentati dalla specie G. chapadmalense. Tutti gli esemplari pleistocenici, invece, sono attribuiti alla ben nota specie G. robustum. In realtà è possibile che vi fossero altre specie, e l'intero genere ha bisogno di una revisione tassonomica; nel 2019 è stata descritta una nuova specie, G. phoenesis, proveniente dal Pleistocene superiore del Brasile.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bergqvist, L. P., M. Gomide, C. Cartelle and R. Capilla. 1997. Faunas-locais de mamiferos Pleistocenicos de Itapipoca/Ceara, Taperoa/Paraiba e Campina grande-Paraiba; estudo comparativo, bioestratinomico e paleoambiental. Revista Universidade Guarulhos Geociencias, 2(6): 23-32.
  • Vialou, A. V., . Aubry, M. Benabdelhadi, C. Cartelle, L. Figuti, M. Fontugne, M. E. Solari and D. Vialou. 1995. Decouverte de Mylodontinae dans un habitat prehistorique date du Mato Grosso (Bresil); l'abri rupestre de Santa Elina. Comptes Rendus de l'Academie des Sciences, Serie II. Sciences de la Terre et des Planetes, 320(7): 655-661.
  • Alberto Boscaini; Dawid A. Iurino; Raffaele Sardella; German Tirao; Timothy J. Gaudin; François Pujos (2019). Digital cranial endocasts of the extinct sloth Glossotherium robustum (Xenarthra, Mylodontidae) from the late Pleistocene of Argentina: description and comparison with the extant sloths. Journal of Mammalian Evolution, in press. doi:10.1007/s10914-018-9441-1.
  • Cástor Cartelle; Gerardo De Iuliis; Alberto Boscaini; François Pujos (2019). Anatomy, possible sexual dimorphism, and phylogenetic affinities of a new mylodontine sloth from the late Pleistocene of intertropical Brazil. Journal of Systematic Palaeontology. Online edition. doi:10.1080/14772019.2019.1574406.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]