Salvatore Gatti

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Salvatore Gatti

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXVII
CollegioUnico nazionale

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato9 maggio 1929 –
LegislaturaXXVII
Incarichi parlamentari
  • Commissione d'istruzione dell'Alta Corte di Giustizia
  • Commissione per l'esame del disegno di legge "Costituzione e funzioni delle Corporazioni"
  • Commissione per l'esame dei disegni di legge per la conversione dei decreti-legge
  • Commissione per il regolamento interno
  • Commissione dell'economia corporativa e dell'autarchia
  • Commissione speciale per l'esame delle proposte di modificazioni al regolamento giudiziario del Senato

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneMagistrato

Salvatore Gatti (Anagni, 13 agosto 1879Anzio, 13 agosto 1951) è stato un magistrato e politico italiano.

Biografia

Laureato in legge a Genova, in Magistratura dal 1901,[1] è stato aggiunto ai tribunali di Torino e Domodossola. Nel 1904 entra in carriera al Ministero di grazia e giustizia e ricopre gli incarichi di referendario al Consiglio di Stato, segretario capo della Commissione parlamentare per le ferrovie, vice alla direzione generale degli approvvigionamenti del ministero.

Il 22 aprile 1911 è iniziato in Massoneria nella Loggia Rienzi di Roma e il primo aprile 1912 diventa Maestro massone[2].

Dal 1919 è consigliere di stato, segretario generale della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle terre liberate, presidente del comitato per le dispense dal servizio del personale dei ministeri dell'agricoltura, industria e commercio, del lavoro e della marina mercantile. Dal 1923 è membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici e promuove la costituzione dell'Istituto di previdenza per i dipendenti degli enti locali. Dal 1925, deputato da circa un anno, è commissario dell'Istituto nazionale delle assicurazioni, di cui assume in seguito la presidenza, e presidente di sezione del Consiglio di Stato[3].

Nel 1941, per due mesi, è ministro per gli Scambi e le Valute; nel 1943, durante il governo Badoglio I, viene richiamato all'ente di previdenza come commissario, dal quale viene allontanato dopo il rifiuto di aderire alla Repubblica sociale italiana e trasferirne la sede al nord. Senatore dal 1929, decade dalla carica con sentenza dell'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo del 6 giugno 1945.

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro decorato di Gran Cordone - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia decorato di Gran Cordone - nastrino per uniforme ordinaria

Note

  1. ^ Cenni biografici provenienti dall'incartamento relativo al procedimento di epurazione.
  2. ^ Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo ed., Roma, 2005, p. 143.
  3. ^ XXXIX Annuario del Consiglio di Stato, p. 11.

Bibliografia

Collegamenti esterni

Predecessore Ministro per gli Scambi e le Valute Successore
Raffaello Riccardi 18 febbraio 1941 – 8 maggio 1941 Raffaello Riccardi
Controllo di autoritàVIAF (EN4923152200749414400004 · GND (DE1154896625 · WorldCat Identities (ENviaf-4923152200749414400004