Roma sparita

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Roma Sparita
AutoreEttore Roesler Franz
DataFine '800
TecnicaAcquarello su carta
UbicazioneMuseo di Palazzo Braschi e museo in Trastevere, Roma

Roma sparita è una serie di centoventi acquerelli su carta, realizzati da Ettore Roesler Franz in tre riprese (quaranta quadri per ogni serie di date), tra il 1878 ed il 1896, che ritraggono la Roma di fine Ottocento raffigurando scene di vita quotidiana sulle vie del centro storico della capitale (gente che fa lavori comuni, stende i panni o li lava sul Tevere, che passeggia, che parla del più e del meno, fa compere ecc...).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Torre delle Milizie e chiesa di Santa Caterina a Magnanapoli
Piazza di San Pietro in Vincoli
Piazza Barberini
Vicolo di San Nicola da Tolentino

La prima serie di quaranta quadri[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1883 il Sindaco di Roma Leopoldo Torlonia acquistò dall’artista i 40 acquerelli che componevano la prima serie di “Roma Sparita” e che furono inizialmente conservati nel Palazzo Senatorio in Campidoglio.

Nel 1883 vengono esposti nel Palazzo delle Esposizioni. Nel 1884 la stessa serie viene esposta nella "Società degli amatori e cultori delle Belle Arti", mostra ripetuta nel 1891. Successivamente gli stessi quadri vengono esposti a Berlino e, nel 1890, a Vienna, mentre, nel 1904 all'esposizione italiana di Londra.

Le serie successive[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 maggio 1908, un anno dopo la morte di Ettore Roesler Franz, il Comune di Roma, attraverso il Sindaco di quel tempo Ernesto Nathan, comprò i rimanenti 80 acquerelli che componevano la seconda e terza serie di “Roma Sparita” da suo fratello ed erede universale Adolfo.

L'intento era quello di creare un museo apposito che mostrasse tutta quanta l'opera del Franz e della Roma Sparita. Nel 1911, vengono esposte a Castel Sant'Angelo. Nel 1929 vengono trasferiti nel museo dell'ex pastificio Pantanella presso la Bocca della Verità, per poi passare nel 1952 nel Museo di Roma a Palazzo Braschi.

Attualmente il Comune di Roma ne possiede 119, perché un acquerello (quello raffigurante “Palazzo Mattei alla Lungaretta”, n.24 della seconda serie) è andato smarrito a Colonia (Germania) nel 1966 durante una mostra itinerante e da allora non è stato più ritrovato. Le opere attualmente sono tutte custodite al Museo di Roma in Trastevere (già “Museo del Folklore”) in piazza Sant’Egidio e vengono periodicamente esposte.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La Roma dell'epoca[modifica | modifica wikitesto]

In questo periodo Roma aveva l'aspetto di una cittadina provinciale e molto arretrata rispetto ad altre capitali dell'Europa Occidentale proprio così che Franz l'ha dipinta e voluta farcela conoscere, ma poi, divenendo capitale d'Italia, si dovette cambiare il piano regolatore al di fuori delle mura del centro storico, fenomeno che man mano, molto lentamente (a partire dal secondo dopoguerra) farà sparire il mondo di Roesler Franz e della Roma Sparita.

In un suo scritto in inglese (una sorta di “testamento spirituale”) del 1894, Ettore Roesler Franz auspicava che, in futuro, la sua collezione Roma Sparita “dovrebbe essere posta in una sala speciale con una grande carta topografica della vecchia Roma in cui io darei indicazioni dei luoghi dove sono stati ripresi i quadri e questo faciliterebbe gli studiosi delle future generazioni nel capire quale era l’aspetto di Roma prima dei presenti mutamenti”.

Alcuni accorgimenti di Ettore Roesler Franz[modifica | modifica wikitesto]

L’artista, di conseguenza, è stato un precursore dei moderni ambientalisti. Era un artista cosmopolita e di mentalità europea che ha voluto dare testimonianza del suo tempo rendendosi conto che le città che ritraeva stavano scomparendo o rinascendo. Ettore Roesler Franz eliminò dalla raffigurazione in alcuni quadri dove sarebbero stati presenti i segni dell'imminente progresso, come a voler amplificare l'arretratezza della nuova (per l'epoca) capitale del Regno d'Italia.

Tecnica utilizzata[modifica | modifica wikitesto]

Roesler Franz faceva dapprima delle foto o degli schizzi, poi con un punteruolo, dopo posta la foto sviluppata o lo schizzo sulla carta da acquerello, bucherellava i contorni per creare un disegno preciso e definito, poi con una mano leggera contornava con un lapis i soggetti più lontani e da rendere meno definiti, poi ripassava i segni da rendere più definiti, vale a dire i più vicini e dettagliati, indi pitturava i disegni con gli acquerelli.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • E. Forcella, "Roma 1911 – Quadri di una esposizione" in (a cura di) G. Pantini "Roma 1911", Roma 1980.
  • L. Jannattoni – "Roma Sparita negli acquerelli di Ettore Roesler Franz", Roma 1981.
  • P. E. Trastulli – "Ettore Roesler Franz Identificazione della 1ª serie di acquerelli di 'Roma Sparita' acquistata dal comune di Roma" in "Urbanistica e architettura. L'esposizione inaugurata nel 1883", Roma 1990.
  • M. Miraglia – "Ettore Roesler Franz fotografo tra vedute e paesaggio" in (a cura di) G. Bona Segale, M. C. Biagi "Riletture dal vero: gli acquerelli di Ettore Roesler Franz" Roma 1993.
  • B. Brizzi – "Roma fine secolo nelle fotografie di Ettore Roesler Franz", Roma 1978.
  • (ITEN) Autori vari Roma Sparita da pag. 26 a pag. 34 in (a cura di) M. C. Biagi, M. Corsi, D. Occhiuzzi – "Il Museo di Roma in Trastevere", Roma 2004, ISBN 88-7621-439-9

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • [1], [2], [3], [4] Pagine web sul Museo di Roma in Trastevere che ospita alcune opere di Ettore Roesler Franz.
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