Ritratto della moglie di Becuccio Bicchieraio

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Ritratto della moglie di Becuccio Bicchieraio
AutoreAndrea del Sarto
Data1525-1526 circa
Tecnicaolio su tavola
Dimensioni22.5×15.9 cm
UbicazioneArt Institute of Chicago, Chicago

Il Ritratto della moglie di Becuccio Bicchieraio (o Ritratto della moglie di Domenico da Gambassi) è un'opera a olio su tavola dell'artista italiano Andrea del Sarto, verosimilmente parte della perduta predella della Pala di Gambassi, insieme al ritratto del marito.[1] Oggi l'opera è custodita, insieme al suo pendant, nella Art Institute of Chicago (Stati Uniti d'America).[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Pala di Gambassi, opera di Andrea del Sarto (Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze, Italia)[2]

L'opera venne realizzata da Andrea del Sarto nell'ultima fase della sua vita, tra il 1525 e il 1526 circa.[1] Il ritratto venne dipinto a Firenze dopo il soggiorno dell'artista a Luco di Mugello e venne creato per essere incorporato, insieme al Ritratto di Becuccio Bicchieraio, nella predella della Pala di Gambassi, commissionata proprio dal marito della donna ritratta, ovvero Becuccio Bicchieraio, ch'era amico dell'artista e veniva chiamato così per la professione di bicchieraio (vetraio).[2] Notizie riguardanti la sua realizzazione sono anche riportate da Giorgio Vasari nelle sue Vite (1568), nelle quali scrisse che:

«Tornato Andrea a Firenze, lavorò a Becuccio Bicchieraio da Gambassi, amicissimo suo, in una tavola una Nostra Donna in aria col Figliuolo in collo, et abbasso quattro figure, San Giovanni Battista, S. Maria Madalena, S. Bastiano e San Rocco; e nella predella ritrasse di naturale esso Becuccio e la moglie, che sono vivissimi. La quale tavola è oggi a Gambassi, castello fra Volterra e Fiorenza nella Valdelsa»

Ritratto di Becuccio Bicchieraio, opera di Andrea del Sarto (Art Institute of Chicago, Chicago, Stati Uniti d'America)[3]

La pala d'altare rimase nella Chiesa dei Santi Lorenzo e Onofrio di Gambassi dal 1525-26 a non oltre il 1637, quando confluì nelle collezioni della famiglia Medici di Palazzo Pitti, dove la pala è tutt'oggi custodita.[1][2] I due piccoli ritratti dovettero probabilmente finire nella Villa medicea di Poggio Imperiale con Leopoldo de' Medici verso il 1655, poiché identificabili in due inventari di quell'anno e del 1692, nei quali vengono così descritti:[1]

«Due quadretti in tavola, alti s. 7 lari 1/4 dipintovj in tondo di mano d'Andrea del Sarto, in uno il Suo rit., E nell’altro il ritr. della Sua Moglie»

Le misure descritte negli inventari seicenteschi corrispondono fortemente, sebbene qui vengano confusi come un autoritratto dello stesso Andrea del Sarto e di un ritratto di sua moglie.[1] Ma dal XVII secolo in poi non si sa più nulla dei due ritratti fino al XX secolo. Vennero venduti tramite il mercato dell'arte di New York (Stati Uniti d'America) e acquistati nel 1963 dalla Sig.ra Murray S. Danforth di Providence, in Rhode Island.[1] Poco dopo, già nel 1964 fu la stessa Danforth a donare i due ritratti all'Art Institute of Chicago, dove sono custoditi tutt'oggi.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'opera è un dipinto a olio su tavola che misura 22.5 cm in altezza e 15.9 cm in lunghezza.[1]

Era parte di una predella e da questo si devono le sue piccole dimensioni, che ne fanno una miniatura.

Il ritratto della donna è racchiuso in un piccolo tondo, su uno sfondo verde. Il viso è posto di ¾ verso sinistra ed è tondo, di una donna in carne. Il naso è corto e tondeggiante, le labbra sottili e le sopracciglia sottilissime, appena visibili. La donna ha i capelli castani raccolti in una cuffia bianca e indossa un abito bianco con maniche azzurre e a sbuffo. La donna ha un laccio nero intorno al collo che le ricade in avanti sul petto, probabilmente il laccio di un medaglione o un ciondolo.

Nel ritratto in questione è ben visibile l'imprimitura nella zona dello sfondo, che appare molto abbozzato, ma in generale l'esecuzione pittorica lascia intravedere lo strato sottostante in più punti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i (EN) The Wife of Domenico da Gambassi, su Art Institute of Chicago. URL consultato il 20 aprile 2021.
  2. ^ a b c Polo Museale Fiorentino - Catalogo, su polomuseale.firenze.it. URL consultato il 20 aprile 2021.
  3. ^ (EN) Domenico da Gambassi, su Art Institute of Chicago. URL consultato il 20 aprile 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]