Ripostiglio di asce di Savignano sul Panaro

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Ripostiglio di asce di Savignano sul Panaro
Autoresconosciuto
Data2000-1900 a.C.
Materialebronzo
UbicazioneMuseo civico di Modena

Il Ripostiglio di asce di Savignano sul Panaro è un deposito archeologico composto da 96 asce in bronzo databili all'Antica età del bronzo. Il ripostiglio fu rinvenuto nel 1864 a Savignano sul Panaro, nei pressi di Modena, ed è oggi conservato in diverse sedi, anche se il nucleo principale rimane esposto presso il Museo civico di Modena.

Il ripostiglio di Savignano[modifica | modifica wikitesto]

Il rinvenimento[modifica | modifica wikitesto]

In Italia sono noti circa 60 ripostigli riferibili alla fase più antica dell’età del bronzo (2200-1650 a.C.), quella a cui appartiene anche il ripostiglio di Savignano sul Panaro, composto da 96 asce in bronzo “a margini rialzati” che potevano essere utilizzate come armi o come utensili da lavoro.[1] La scoperta del ripostiglio avvenne nel 1864 nel campo detto “Lovara”, all’interno del podere “Mambrina” di Savignano, durante lavori agricoli e fu comunicata all’archeologo Arsenio Crespellani, che ne diede una accurata descrizione corredata anche da un disegno che riproduceva la collocazione delle asce nel terreno.[2] Grazie a questa precisa documentazione sappiamo che le 96 asce si trovavano 35-40 centimetri al di sotto della superficie del suolo agricolo e che erano disposte in file sovrapposte, sistemate alternando la posizione del taglio in modo da sfruttare efficacemente lo spazio all’interno di una cassetta, probabilmente di legno, che le conteneva.[3][4]

Descrizione delle asce[modifica | modifica wikitesto]

Le asce in bronzo del ripostiglio di Savignano appartengono alla classe delle “asce a margini rialzati” e sono databili al pieno Bronzo antico (circa 2000-1900 a.C.)[4]; la loro lunghezza varia da 13 a 18,6 cm e il peso va da 321 a 507 gr (valore medio 409 gr). Il peso complessivo supera i 39 kg, quindi l’intero ripostiglio costituiva per quel tempo una ingente riserva di valore.[5][4][6]

La lega che costituisce il bronzo delle asce contiene mediamente il 2,6% di stagno, un valore abbastanza limitato, mentre il rame ha evidenziato una composizione chimica che lo differenzia da quello di origine alpina, facendone ipotizzare una diversa provenienza, forse da ambito appenninico.[5]

Funzione del ripostiglio[modifica | modifica wikitesto]

Non è facile individuare da chi e perché siano state sepolte le asce di Savignano. Nelle vicinanze, all’epoca del seppellimento, non erano presenti villaggi con cui sia possibile stabilire una relazione diretta, anche se il territorio era sicuramente frequentato. Il luogo di seppellimento non sembra avere speciali caratteristiche, ma forse 4000 anni fa poteva esistere qualche particolarità naturalistica a cui le comunità dell’epoca potevano attribuire un valore sacrale. Il fatto che le asce nascoste nel terreno non siano poi state recuperate potrebbe anche far pensare alla funzione di offerta votiva.[7]

Collocazione attuale[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la loro scoperta nel 1864, le asce entrarono a far parte della collezione di Arsenio Crespellani, per poi pervenire al Museo Civico di Modena. I reperti furono anche esposti, assieme a molti altri materiali del Museo Civico, all’Esposizione Italiana di Torino del 1884.[8] La maggior parte delle asce del ripostiglio di Savignano (60) sono attualmente esposte nel Museo Civico di Modena. Nuclei minori sono presenti in altri musei italiani, tra cui principalmente il Museo delle Civiltà di Roma.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cardarelli et al. 2016, pp. 8-9.
  2. ^ Crespellani 1884.
  3. ^ Cardarelli et al. 2016, pp. 10-12.
  4. ^ a b c Cardarelli 2009.
  5. ^ a b Cardarelli et al. 2016, p. 13.
  6. ^ a b Cardarelli 1997, p. 305.
  7. ^ Cardarelli et al. 2016, p. 14.
  8. ^ Innocenzo Regazzoni, La Preistoria alla esposizione di Torino, collana Bullettino di Paletnologia Italiana, X, 1884.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Cardarelli, Il ripostiglio di asce della Lovara (Savignano sul Panaro, MO), in M. Bernabò Brea, A. Cardarelli, M. Cremaschi (a cura di), Le Terramare. La più antica civiltà padana, Catalogo della Mostra (Modena 15 marzo – 1 giugno 1997), Milano, 1997.
  • Andrea Cardarelli, SV 2, Mulino, Via Mombrina, podere Mambrina, Lovara (1864), in A. Cardarelli, L. Malnati (a cura di), Atlante dei Beni Archeologici della Provincia di Modena, Collina e Alta Pianura, vol. 3, tomo 1, Firenze, 2009, p. 163, ISBN 978-88-7814-396-8.
  • Arsenio Crespellani, Di un ripostiglio di coltelli-ascia od ascie scoperto a Savignano sul Panaro, Vignola, 1884.
  • Andrea Cardarelli et al., Sulla sponda del Panaro 4000 anni fa. Guida della Mostra (Savignano sul Panaro, 22 ottobre 2016 – 8 gennaio 2017), Comune di Savignano sul Panaro, 2016.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]