Riflesso di immersione

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Il riflesso di immersione è una serie di risposte fisiologiche che annullano i riflessi omeostatici di base e sono presenti in tutti i vertebrati che respirano aria studiati finora.[1][2][3] Ciò permette di ottimizzare la respirazione distribuendo l'ossigeno preferibilmente verso il cuore e il cervello, consentendo un'immersione prolungata.

Il riflesso di immersione è innescato specificamente dal freddo e dal bagnare le narici e il viso mentre si trattiene il respiro,[2][4][5] ed è sostenuto dall'elaborazione neurale che ha origine nei chemorecettori carotidei. Gli effetti più evidenti si manifestano sul sistema cardiovascolare, con vasocostrizione periferica, rallentamento della frequenza cardiaca, reindirizzamento del sangue verso gli organi vitali, rilascio di globuli rossi immagazzinati nella milza e, nell'uomo, irregolarità del ritmo cardiaco.[2]

Il riflesso di immersione è evidente nei mammiferi marini, come le foche,[1][6] le lontre, i delfini,[7] e i topi muschiati,[8] ed esiste in maniera ridotta in altri animali come i neonati umani fino ai sei mesi d'età e gli uccelli tuffatori, come le anatre e i pinguini.[1] Sebbene gli animali acquatici abbiano evoluto profondi adattamenti fisiologici per conservare l'ossigeno durante l'immersione, l'apnea e la sua durata, la bradicardia, la vasocostrizione e la ridistribuzione della gittata cardiaca si verificano anche negli animali terrestri come risposta neurale, ma gli effetti sono più profondi nei subacquei naturali.[1][3] Gli esseri umani adulti esibiscono generalmente una risposta leggera, ma il popolo dei cacciatori acquatici Sama-Bajau ne é una notevole eccezione.[9]

Il fatto che questo riflesso sia particolarmente sviluppato nei cetacei e sia comune anche all'uomo viene spesso citato a supporto dell'ipotesi, considerata priva di fondamento dalla comunità scientifica, sull'origine acquatica dell'essere umano, la cosiddetta ipotesi della scimmia acquatica.[senza fonte]

  1. ^ a b c d P. J. Butler e D. R. Jones, Physiology of diving of birds and mammals (PDF), in Physiological Reviews, vol. 77, n. 3, 1997, pp. 837–99, DOI:10.1152/physrev.1997.77.3.837, PMID 9234967.
  2. ^ a b c Peter Lindholm e Claes EG Lundgren, The physiology and pathophysiology of human breath-hold diving, in Journal of Applied Physiology, vol. 106, n. 1, 1º gennaio 2009, pp. 284–292, DOI:10.1152/japplphysiol.90991.2008, PMID 18974367.
  3. ^ a b W Michael Panneton, The Mammalian Diving Response: An Enigmatic Reflex to Preserve Life?, in Physiology, vol. 28, n. 5, 2013, pp. 284–297, DOI:10.1152/physiol.00020.2013, PMC 3768097, PMID 23997188.
  4. ^ Speck DF, Bruce DS, Effects of varying thermal and apneic conditions on the human diving reflex, in Undersea Biomed Res, vol. 5, n. 1, marzo 1978, pp. 9–14, PMID 636078. URL consultato il 14 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2010).
  5. ^ Tomoko Kinoshita, Shinya Nagata, Reizo Baba, Takeshi Kohmoto e Suketsune Iwagaki, Cold-water face immersion per se elicits cardiac parasympathetic activity, in Circulation Journal, vol. 70, n. 6, giugno 2006, pp. 773–776, DOI:10.1253/circj.70.773, ISSN 1346-9843 (WC · ACNP), PMID 16723802.
  6. ^ Zapol WM, Hill RD, Qvist J, Falke K, Schneider RC, Liggins GC, Hochachka PW, Arterial gas tensions and hemoglobin concentrations of the freely diving Weddell seal, in Undersea Biomed Res, vol. 16, n. 5, settembre 1989, pp. 363–73, PMID 2800051. URL consultato il 14 giugno 2008 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2008).
  7. ^ S. R. Noren, T Kendall, V Cuccurullo e T. M. Williams, The dive response redefined: Underwater behavior influences cardiac variability in freely diving dolphins, in Journal of Experimental Biology, vol. 215, Pt 16, 2012, pp. 2735–41, DOI:10.1242/jeb.069583, PMID 22837445.
  8. ^ P. F. McCulloch, Animal Models for Investigating the Central Control of the Mammalian Diving Response, in Frontiers in Physiology, vol. 3, 2012, pp. 169, DOI:10.3389/fphys.2012.00169, PMC 3362090, PMID 22661956.
  9. ^ Melissa A. Ilardo, Ida Moltke, Thorfinn S. Korneliussen, Jade Cheng, Aaron J. Stern, Fernando Racimo, Peter de Barros Damgaard, Martin Sikora e Andaine Seguin-Orlando, Physiological and Genetic Adaptations to Diving in Sea Nomads, in Cell, vol. 173, n. 3, aprile 2018, pp. 569–580.e15, DOI:10.1016/j.cell.2018.03.054, PMID 29677510.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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