Visualizza wikitesto di Repubblica di Siena

{{Stato storico
|nomeCorrente = Repubblica di Siena
|nomeCompleto = Repubblica di Siena
|nomeUfficiale = Respublica Senensis
|linkBandiera = Antica Bandiera della Repubblica di Siena (XIII Secolo).svg
|paginaBandiera = Balzana
|linkStemma = Stemma Repubblica di Siena.svg
|paginaStemma = Stemma di Siena
|linkLocalizzazione = Repubblica di Siena e Principato di Piombino tra XV e XVI secolo.png
|linkMappa = Grandi Casate Italiane nel 1499.png
|didascalia = 
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|motto = Libertas
|lingua ufficiale = [[lingua latina|Latino]], [[lingua italiana|italiano]]
|lingua = [[Lingua italiana|Italiano]]
|capitale principale = [[Siena]]
|altre capitali = [[Montalcino]] ([[1555]]-[[1559]])
|dipendente da = 
|dipendenze = {{simbolo|CoA Sforza.svg}} [[Contea di Santa Fiora]]<br /><small>(dal [[1471]] al [[1559]])</small><br />[[File:Bandiera della Repubblica di Massa di Maremma.png|20px|bordo]] [[Repubblica di Massa]]<br /><small>(annessa nel [[1336]])</small>
|forma di stato = 
|governo = [[Oligarchia|Repubblica oligarchica]]
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|organi deliberativi = Governo consolare <small>([[1125]]-[[1199]])</small><br />Governo podestarile <small>([[1199]]-[[1234]])</small><br />Governo dei Ventiquattro <small>([[1234]]-[[1270]])</small><br />Governo dei Trentasei <small>([[1270]]-[[1280]])</small><br />Governo dei Quindici <small>([[1280]]-[[1286]])</small><br />[[Governo dei Nove]] <small>([[1287]]-[[1355]])</small><br />Governo dei Dodici <small>([[1355]]-[[1368]])</small><br />Governo dei Tredici <small>([[1368]])</small><br />Governo dei Quindici <small>([[1369]]-[[1385]])</small><br />Governo dei Priori <small>([[1385]]-[[1399]])</small><br />[[Visconti|Signoria dei Visconti]] <small>([[1399]]-[[1404]])</small><br />Governo dei Priori <small>([[1405]]-[[1480]])</small><br />[[Trastámara d'Aragona di Napoli|Signoria degli Aragona]] <small>([[1480]]-[[1482]])<ref name="Storia della repubblica di Siena esposta in compendio:Volume 2">{{cita libro |autore=Vincenzo Buonsignori |titolo=Storia della repubblica di Siena esposta in compendio |volume=2 |anno=1856 |editore=G. Landi | città=Siena}}</ref></small><br />Governo dei Priori <small>([[1482]]-[[1487]])</small><br />[[Petrucci (famiglia)|Signoria dei Petrucci]] <small>([[1487]]-[[1525]])</small><br />Governo dei Priori <small>([[1525]]-[[1548]])</small><br />Governo Spagnolo <small>([[1548]]-[[1552]])</small><br />Magistrato del [[Capitano del Popolo]] e Reggimento <small>([[1552]]-[[1554]])</small><br />Governo della [[Repubblica di Siena riparata in Montalcino]] <small>([[1555]]-[[1559]])</small>
|inizio = [[1125]]
|primo capo di stato = 
|evento iniziale = Deposizione del vescovo che reggeva la città
|fine = [[1555]]-[[1559]]
|ultimo capo di stato = 
|evento finale = [[Guerra di Siena]] e [[Trattato di Cateau-Cambrésis]]
|area geografica = Attuali province di [[Siena]] e di [[Grosseto]]
|territorio originale = Territorio di [[Siena]] e [[Buonconvento]]
|superficie massima = {{m|8000|ul=km2}} circa
|periodo massima espansione = [[XVI secolo]]
|popolazione = 50-70.000 (solo [[Siena]])
|periodo popolazione = [[XIV secolo]]
|moneta = Senese d'oro o [[Ducato (moneta)|ducato]], [[Grosso (moneta)|grosso senese]], [[quattrino]], [[parpagliola]], [[Giulio (moneta)|giulio]]
|risorse = [[Agricoltura]], [[viticoltura]], [[Bestiame|allevamento]]
|produzioni = 
|commerci con = [[Repubblica di Pisa]], [[Repubblica di Genova]], [[Stato Pontificio]], [[Regno di Napoli]], [[Regno di Francia]], [[Corona d'Aragona|Regno d'Aragona]], [[Repubblica di Venezia]], [[Sacro Romano Impero]], [[Regno d'Inghilterra]]
|esportazioni = 
|importazioni = 
|religioni preminenti = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|religione di stato = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|altre religioni = [[Ebraismo]]
|classi sociali = [[Aristocrazia]], [[clero]], [[popolo]]
|stato precedente = [[File:Bandera de Siena.png|20px|bordo]] [[Margraviato di Toscana|Governo dei Vescovi di Siena]]<br />[[File:Bandiera della Repubblica di Massa di Maremma.png|20px|bordo]] [[Repubblica di Massa]]<br /><small>(annessa nel 1336)</small>
|stato successivo = {{simbolo|Siena-Stemma.png}} [[Ducato di Siena]]<br />[[File:Estandarte Real de Felipe II.svg|20px|bordo]] [[Stato dei Presidi]]
|stato attuale = {{ITA}}
|Bandiera 2 =
|didascaliaLocalizzazione = Repubblica di Siena tra XV e XVI secolo
}}
La '''Repubblica di Siena''' ({{Latino|Respublica Senensis}}) fu uno [[Antichi Stati italiani|Stato indipendente]] esistito dal [[1125]] al [[1555|1555/1559]]. Venne fondata nella città di [[Siena]] e si espanse progressivamente in tutta la [[Toscana]] meridionale diventando una delle maggiori potenze del [[Pieno Medioevo]], nonché piazza commerciale, finanziaria ed artistica di primo livello in [[Europa]].<ref>Mario Ascheri, ''Storia di Siena dalle origini ai giorni nostri'', Edizioni Biblioteca dell'Immagine, 2013.</ref>

== Storia ==
=== Nascita della repubblica ===
Gli sviluppi politici e istituzionali possono essere così riassunti:

* Governo consolare (1125 - 1199);
* Governo podestarile (1199 - 1234);
* Governo dei Ventiquattro (1234 - 1270);
* Governo dei Trentasei (1270 - 1280);
* Governo dei Quindici (1280 - 1286);
* [[Governo dei Nove]] (1287 - 1355);
* Governo dei Dodici (1355 - 1368)<sub>;</sub>
* Governo dei Tredici (1368);
* Governo secondo dei Quindici (1369 - 1385);
* Governo dei Priori (1385 - 1399);
* Dominio dei [[Visconti]] (1399 - 1404);
* Ritorno dei Priori (1404 - 1480)
* Dominio degli [[Trastámara d'Aragona di Napoli|Aragona]] (1480 - 1482)<ref name="Storia della repubblica di Siena esposta in compendio:Volume 2"/>
* Ritorno dei Priori (1482 - 1487)
* Signoria dei [[Petrucci (famiglia)|Petrucci]] (1487 - 1525);
* Ritorno dei Priori (1525 - 1548);
* [[Spagna degli Asburgo|Dominio spagnolo]] (1548 - 1552);
* Repubblica, con il [[Capitano del popolo]] (1552 -1554).

La fondazione della Repubblica di Siena è tradizionalmente datata al [[1125]], anno in cui venne deposto l'ultimo rappresentante regnante del Governo dei Vescovi, [[Gualfredo (vescovo di Siena)|Gualfredo]], allora a capo della città e del contado attorno ad essa. Fu nominato un governo consolare per amministrare lo Stato nel suo primo periodo. Come nella maggior parte delle città comunali medievali, anche Siena ebbe come primo sviluppo delle magistrature i Consoli. Nel [[1125]] la carica di ''Consul Sænensis'' fu attribuita a Manco<ref>{{Cita|L. Fusai|p. 423}}.</ref><ref name=palio>{{cita web|url=http://www.ilpalio.siena.it/Repubblica/default.aspx|titolo=Cronologia storico-politica della repubblica di Siena|editore=ilpalio.siena.it|accesso=23 luglio 2010}}</ref>. Convenzionalmente è indicato il [[1186]] come l'anno del riconoscimento ufficiale del nuovo Stato da parte del [[Sacro Romano Impero]], anno in cui l'[[Federico Barbarossa|Imperatore Federico Barbarossa]] concesse la possibilità di [[Zecca (moneta)|battere moneta]] e di eleggere liberamente i consoli.

Nel [[1199]] il governo consolare fu sostituito dall'esecutivo podestarile, retto per la prima volta da Malapresa da Lucca<ref name= palio />.

Nella prima parte del [[XIII secolo]] Siena strinse alleanza con [[Perugia]], [[Orvieto]] e con gli [[Aldobrandeschi]]. Nel [[1228]] venne sancito un accordo con [[Pisa]], [[Pistoia]] e [[Poggibonsi]] (chiamata ''Poggio Bonizio''). Gli scontri con la [[Repubblica di Firenze]] si susseguirono, momentaneamente conclusi nel [[1201]] con la [[Semifonte#La pace di Fonterutoli|pace di Fonterutoli]], rotta però pochi anni dopo da Firenze. Nel [[1224]] Siena conquistò [[Grosseto]], allargando così i suoi confini territoriali.<ref>{{Cita web|url=https://www.newadvent.org/cathen/07039a.htm|titolo=[[Catholic Encyclopedia]]|voce=Grosseto|accesso=30 marzo 2023|lingua=en|sito=newadvent.org}}</ref>

=== Sviluppo delle istituzioni della Repubblica - Guelfi e ghibellini ===
A partire dal 1234 prese il potere il ''Governo dei Ventiquattro'', un governo ghibellino formato da dodici borghesi e dodici popolani rimasto alla guida della città fino al 1270. Dopo le brevi parentesi del Governo dei Trentasei (1270 - 1280) e del Governo dei Quindici (1280 - 1286), nel 1287 salì al potere il più duraturo Governo dei Nove che rimase attivo fino al 1355.

[[File:Battle of Montaperti.jpg|miniatura|sinistra|Battaglia di Montaperti.]]
La [[Guelfi e ghibellini|ghibellina]] Siena poteva contare come alleato principale sul re [[Manfredi di Sicilia]], capo ''in pectore'' della [[Hohenstaufen|Dinastia Sveva]], figlio di [[Federico II di Svevia]] e di [[Bianca Lancia]] della famiglia [[aleramici|aleramica]] dei [[Lanza (famiglia)|Lancia]]. In Toscana, Siena confidava altresì su altri cobelligeranti, come le ghibelline [[Repubblica di Pisa|Pisa]], [[Libero Comune di Arezzo|Arezzo]] e [[Pistoia]]; tra i centri minori, la appoggiavano [[Poggibonsi]], [[Montepulciano]] e [[Montalcino]]. La situazione politica in Toscana era molto instabile fin dall'inizio del [[XIII secolo|Duecento]]. La fazione ghibellina, sparsa in tutta la regione, trovò in Siena e Pisa due roccaforti.

Le mire espansionistiche di Firenze, acuite dai conflitti economici con Siena, fecero innalzare il livello del conflitto tra ghibellini e guelfi, che culminò nella nota [[battaglia di Montaperti]]: il 4 settembre [[1260]] la Siena ghibellina, insieme ai suoi alleati, sconfisse lo schieramento guelfo fiorentino.
[[File:Old map of Siena.jpg|upright=1|miniatura|sinistra|[[Siena]] nel periodo della repubblica.]]
L'ampliamento territoriale conseguente fu notevole: Siena acquisì le terre di [[Montalcino]], [[Montepulciano]], [[Colle di Val d'Elsa]], [[Casole d'Elsa]], [[Talamone]], [[Poggibonsi]], [[Campiglia d'Orcia]], [[Castiglioncello]] e [[Staggia Senese]]. Ma quello che parve rappresentare l'esordio dell'egemonia ghibellina sulla [[Toscana]] si dimostrò presto un'occasione mancata per [[Siena]] e le altre città ghibelline toscane.

Nel giro di pochi anni infatti la fazione guelfa riprese il potere in Toscana e già nel [[1269]] Siena subì una sconfitta da parte di Firenze nella [[battaglia di Colle]] di Val d'Elsa, durante la quale trovò la morte il comandante senese [[Provenzano Salvani]]. Nell'estate del [[1270]] la città sopportò l'assedio dei guelfi ed il 15 agosto dovette cedere alle truppe del [[re di Napoli]] [[Carlo I d'Angiò]]. Nacque quindi il nuovo ''Governo dei Trentasei''<ref name= palio/> (espressione della classe dei mercanti) del quale potevano far parte solo i guelfi dichiarati; nel [[1277]] i ''trentasei'' escludono espressamente dal governo i [[Casato|casati nobiliari]]<ref>{{cita web|url=http://www.storia.unisi.it/index.php?id=309|titolo=Siena da Montaperti alla caduta dei Nove|editore=[[Università degli Studi di Siena]]|accesso=23 luglio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140714214026/http://www.storia.unisi.it/index.php?id=309|urlmorto=sì}}</ref>. Nel [[1280]] si addivenne alla costituzione del ''Governo dei Quindici'', in carica fino al [[1286]] e sostituito dal ''Governo dei Nove''.

Siena, lacerata dalle lotte interne tra [[guelfi e ghibellini]], con l'instaurazione del ''Governo dei Nove'' (espressione di un centinaio di famiglie guelfe, con l'esclusione dei nobili<ref>{{Cita|L. Fusai|p. 430}}.</ref>) diventò guelfa. Si inaugurò così un periodo di relativa calma e prosperità economica, tra i più fecondi e prolifici per la Repubblica.

=== Siena guelfa: il Governo dei Nove ===
{{Vedi anche| Governo dei Nove}}
[[File:Bernoud, Alphonse (1820-1889) - Siena - Palazzo Pubblico.jpg|upright=0.6|miniatura|sinistra|Il [[Palazzo pubblico (Siena)|Palazzo pubblico]] di Siena.]]
Durante il [[Governo dei Nove]] (1287-1355) Siena visse un periodo di grande splendore politico ed economico: vennero commissionati nuovi edifici, tra i quali quello del [[Duomo di Siena|duomo]], il [[Palazzo Pubblico (Siena)|Palazzo Pubblico]], e completata una parte consistente della cinta muraria. Tale governo è infatti definito "buon governo".<ref>{{Cita web|url=https://www.ricordidipalio.org/10-febbraio-1287-inizia-il-governo-dei-nove/|titolo=Il 10 febbraio 1287 inizia l'era del Governo dei Nove, che in circa 60 anni cambierà il volto alla città intera.|autore=Fabrizio Gabrielli|data=10 febbraio 2017|lingua=it|accesso=30 marzo 2023}}</ref>

Con i Nove si ebbe una Repubblica che riservava il governo a cittadini virtuosi, dal buon senso nell'imprenditoria. In questo periodo la Monarchia, intesa come sottomissione ad un signore, venne definitivamente ripudiata, sostituita dalla concezione che la cittadinanza era al centro degli interessi dei governanti, considerati rappresentanti del popolo e della città. Da qui la ricorrente denominazione nei documenti ufficiali dei Nove: "''governatori e difenditori del Comune e del popolo di Siena''".<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpalio.siena.it/5/RS/Cronologia.aspx|titolo=Cronologia storico-politica della Repubblica di Siena|accesso=30 marzo 2023}}</ref>

La Repubblica si basava su due pilastri: il Popolo ed il Comune. Con "Comune" si intende l'insieme delle magistrature della Repubblica, elettive, collegiali e con breve durata.

Le istituzioni giudiziarie del comune erano guidate dal [[Podestà (medioevo)|Podestà]], quelle del popolo dal [[Capitano del Popolo|Capitano del popolo]]. Esse avevano mandato semestrale, al termine del quale erano sottoposte a processo per eventuali responsabilità. Ogni cittadino poteva lamentare scorrettezze o ingiustizie subite. Il Governo vigilava sull'operato di tali magistrati senza intromettersi in alcuna questione. Il Podestà era eletto per sei mesi dal Concistoro. Era generalmente un forestiero super-partes di almeno trenta anni. Egli aveva il compito di far rispettare lo statuto quando il consiglio tendeva ad andare in contrasto con esso e presiedeva le riunioni del Consiglio Comunale.

Il Consiglio Comunale era composto da circa trecento membri tra i cittadini di almeno venti anni che avevano risieduto a Siena da almeno dieci. Era presieduto dal Podestà e aveva mandato legislativo oltre a dover approvare tutte le iniziative edilizie.

Il Governo era in mano alla Giunta dei Nove, ovvero nove magistrati bimestrali. Per tutta la durata del mandato, i Nove risiedevano nel Palazzo comunale lontano dalle famiglie e senza possibilità di contatti con l'esterno, in modo da potere al meglio svolgere le loro funzioni senza pressioni esterne o corruzione. Essi inoltre vivevano interamente a carico delle spese pubbliche.

Il Concistoro era la riunione delle massime cariche della città: i Nove, i quattro provveditori di Biccherna (ministri del tesoro), i quattro Consoli della Mercanzia ed i tre Consoli dei Cavalieri o Capitani di parte. A scadenza bimestrale, i Nove dovevano scegliere i successivi Nove durante riunioni segrete in presenza di almeno tre consoli di Mercanzia e del [[Capitano del Popolo]]. Dal [[1318]] in poi, la forma di elezione cambiò e i Nove furono scelti per votazioni. Il Consiglio comunale aveva il compito di selezionare e votare tra elenchi di candidati, quelli ritenuti idonei. I nomi dei più votati venivano inseriti in cedole rinchiuse in pallottole di cera da estrarre ogni due mesi. In tal modo si evitava l'accentramento di potere o il voto di scambio. Il bossolo dei “''soluti''” inoltre raccoglieva i nomi dei candidati utili a sostituire coloro che per motivi più svariati (morte, allontanamento) non potevano più far parte del governo.

I nobili in tale periodo non furono del tutto allontanati dalla città ma solo dal governo. Essi infatti potevano far parte del consiglio comunale, rappresentavano una parte importante della società, la ricchezza della città, e per tanto andavano rispettati.

Ai membri del governo si univano inoltre il Consiglio dei “''richiesti''”, che rappresentavano le élite politiche del tempo e i “''somiglianti''” cioè i predecessori dei Nove, dei quali si confidava nell'esperienza.

Si ebbe perciò un Consiglio allargato, cui avevano accesso tutti coloro che avevano fatto parte della giunta di governo, detto Consiglio del Popolo, i quali membri erano a vita. Questo fu il fondamento della Repubblica del [['400]], che assunse le caratteristiche di un Senato.

=== Instabilità politica ===
Il susseguirsi di gravi epidemie, insieme ad una grave crisi economica, portò la comunità senese esclusa dal governo a ribellarsi. I ''Nove'' vennero sostituiti nel [[1355]] da un ''Governo dei Dodici'' (dodici rappresentanti dei ceti popolari non inclusi nel raggruppamento novesco), rimasto in carica fino al 1368. Nel [[1368]] sorse il breve ''Governo dei Tredici'', un sorta di dittatura nobiliare composta da dieci nobili e tre rappresentanti del popolo; rimasero in carica per pochissimo tempo: nel [[1369]] fu istituito il ''Governo dei Quindici'', composto da noveschi, dodicini e Riformatori. Tale regime si connotò per un'identità marcatamente popolare che vide accedere alle magistrature i ceti subalterni. Nel 1371, si consumarono i "fatti del Bruco", che con la [[barbicone|Rivolta di Barbicone]] in appoggio alla fazione radicale e ormai egemone dei Riformatori permisero un governo di soli popolari minuti. Il regime dei Riformatori durò fino al 1385 e fu rovesciato da una sommossa in cui si unirono nobili, noveschi e le frange popolari non incluse nei Riformatori. Dal [[1385]] al [[1399]] il governo di Siena fu affidato ai ''priori'' (dapprima dieci, poi undici, infine dodici).<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpalio.org/gabrielli_home.htm|titolo=Cenni di storia di Siena|accesso=30 marzo 2023}}</ref>

=== L'autonomia ===
[[File:SIENA 1471 mezzo ducato d'oro.JPG|upright=0.7|miniatura|sinistra|Mezzo [[Ducato (moneta)|ducato]] d'oro della repubblica ([[1471]]).]]
Dopo una brevissima parentesi durata appena cinque anni sotto la signoria dei [[Visconti]] ([[1399]]-[[1404]]), Siena riprese la propria autonomia. Intanto, nel [[1471]], un trattato tra la Repubblica di Siena e la [[Contea di Santa Fiora]] sancì l'alta sovranità della prima sulla seconda<ref>Repetti, Voce ''Santa Fiora'', p. 151; Caciagli, p. 140</ref>, lasciandola comunque indipendente. Il mutato scenario quattrocentesco fece sì che anche Siena avesse la sua [[Signoria cittadina|signoria]] dal [[1487]] al [[1525]], con [[Pandolfo Petrucci]] ed i suoi discendenti [[Borghese Petrucci|Borghese]] (1512-15), [[Raffaello Petrucci|Raffaello]] (1515-22), Francesco (1522-23) e [[Fabio Petrucci|Fabio]] (1523-25). Anche questa esperienza sarà effimera e con il [[1525]] si registrò un ritorno alle antiche istituzioni repubblicane.

=== La fine della Repubblica ===
==== La Guerra di Siena ====
{{Vedi anche|Guerra di Siena}}
[[File:Panorama of Monteriggioni.jpg|miniatura|[[Monteriggioni]], confine settentrionale della Repubblica di Siena.]]
Durante le [[Guerre d'Italia]] ([[1494]]-[[1559]]) [[francesi|franco]]-[[spagnole]] la Repubblica di Siena venne coinvolta nel conflitto che vide le due potenze contendersi la supremazia sull'[[Italia]]. Pur riuscendo a destreggiarsi abilmente nel primo periodo delle stesse, dopo la morte di [[Pandolfo Petrucci]] lo Stato entrò in una fase caratterizzata da lotte intestine e perdita di competitività commerciale, che lo portarono ad indebolirsi fortemente. Il tentativo da parte dell'[[Impero spagnolo]] (a partire dal [[1540]]) di costituire un protettorato permanente nel territorio senese, con l'invio di una guarnigione stabile, provocò l'innalzarsi della tensione fino alla sollevazione popolare ([[26 luglio]] [[1552]]) conseguente alla costruzione della ''Cittadella'' fortificata. I senesi aprirono le porte della città ad un esercito franco-senese, che assediò gli spagnoli nella fortezza fino alla loro cacciata dopo una mediazione dei [[Medici]]. Nel febbraio [[1553]] gli spagnoli ripresero le ostilità al comando di [[García Álvarez de Toledo y Osorio]], [[Viceré di Napoli]], che dovette ritirarsi a causa dell'invasione degli [[Ottomani]], alleati di senesi e francesi. L'anno successivo [[Carlo V]] offrì il comando a [[Cosimo I de' Medici|Cosimo de' Medici]], fornendogli un possente esercito formato da vari contingenti [[Sacro Romano Impero|imperiali]] di spagnoli, tedeschi ed ungheresi, con il quale il comandante [[Gian Giacomo Medici]] di Marignano assediò Siena e saccheggiò il contado. I senesi, comandati da [[Piero Strozzi]] e [[Biagio di Monluc]], resistettero a lungo riuscendo anche ad infliggere dure sconfitte alla coalizione imperiale, come l'annientamento dell'esercito di [[Ridolfo Baglioni]] nella [[Battaglia di Chiusi]], le scorrerie nel [[Viareggio|viareggino]] e l'invasione del [[Val d'Arno]], ma alla fine vennero sopraffatti dalla preponderante superiorità numerica avversaria per cedere nella [[Battaglia di Scannagallo]] ([[2 agosto]]). L'assedio di Siena durò altri otto mesi, con numerosi atti d'eroismo come quello del [[Fortino delle donne senesi]], fino alla resa per fame il [[17 aprile]] [[1555]]. I negoziati stabilirono il rientro della Repubblica sotto le insegne imperiali, il perdono generale e la possibilità di lasciare la città per chiunque avesse desiderato farlo. L'opportunità venne colta dall'esercito, con i suoi comandanti e centinaia di uomini, che raggiunsero la [[Val d'Orcia]] ed organizzarono l'estrema difesa con l'istituzione della [[Repubblica di Siena riparata in Montalcino|Repubblica di Siena ritirata in Montalcino]], che resistette anche alla morte di Carlo V ed al termine delle [[Guerre d'Italia]].

==== I negoziati e lo Stato Nuovo ====
Il 2 e 3 aprile [[1559]], dopo 65 anni di conflitto, venne firmato il [[Trattato di Cateau-Cambrésis]], in esecuzione del quale anche l'ultimo baluardo senese costituito dal presidio di [[Montalcino]] venne consegnato, insieme al resto del territorio repubblicano, personalmente nelle mani di [[Cosimo I de' Medici|Cosimo de' Medici]] in qualità di feudo nobile. Cosimo andò quindi a guidare contemporaneamente il [[Ducato di Firenze]] (detto lo ''Stato vecchio'') ed il [[Ducato di Siena]] (detto lo ''Stato nuovo''), fino a quando con apposita [[bolla papale]] ottenne il titolo sovrano di [[Sovrani di Toscana|Granduca]], dando vita al [[Granducato di Toscana]], all'interno del quale il Ducato di Siena sopravvisse con magistrature proprie e autonomia amministrativa fino alle riforme [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena|leopoldine]] di fine [[XVIII secolo]].

== Economia ==
[[File:Repubblica di Siena - Commercio bancario - Mappa della massima penetrazione in Europa dei banchieri senesi.png|miniatura|upright=2|Mappa della massima penetrazione in [[Europa]] dei banchieri senesi nel corso del XIII secolo.]]
La Repubblica era un importante centro commerciale: venivano prodotti [[Triticum|grano]] e [[sale]], provenienti dalla [[Maremma]] e controllati grazie ad un accordo di [[monopolio]] stipulato con gli [[Aldobrandeschi]], vassalli di Siena, la [[lana]] e altri prodotti agricoli, come il [[vino]].

La principale risorsa economica della città derivava dall'attività di [[cambiavalute]] e [[Prestito (finanza)|prestavalute]] che i [[banchiere|banchieri]] svolgevano in città.

=== Dogana del sale ===
Le più antiche documentazioni riguardanti la dogana del sale di [[Siena]] risalgono al [[XIII secolo]]. I ricavi che derivavano dal monopolio del sale costituiva una rilevante fonte di reddito per lo stato. I vari centri del contado senese ed i loro cittadini erano tenuti a rifornirsi di sale proveniente dalla [[Maremma Senese|Maremma senese]], acquistando il bene ad un prezzo fisso. La crescita dei commerci legati alle saline di [[Grosseto]], capaci di soddisfare le esigenze anche della vicina [[Perugia]] e delle nazioni confinanti, portò all'istituzione nel [[1323]] di un nuovo organismo, denominato ''Monte e Sale'' che svolgesse contemporaneamente l'amministrazione del monopolio e compiti bancari.

Dalla fine del [[XIV secolo]] parte dei proventi derivanti dal monopolio del sale vennero destinati al pagamento delle rendite sul capitale prestato dai creditori statali, in modo da affrontare il crescente [[Debito pubblico|indebitamento pubblico]] della Repubblica. Successivamente venne tentata anche un'unione delle dogane dei paschi, del biado e del sale per migliorare le capacità finanziarie statali, tuttavia già dal [[1519]] le varie amministrazioni tornarono divise<ref>{{Cita web|url=http://www.maas.ccr.it/PDF/Siena.pdf|titolo=Archivio di Stato di Siena - Dogana del sale}}</ref>.

=== Dogana dei paschi ===
I vasti appezzamenti di terreno da pascolo della [[Val di Chiana]] e della [[Maremma Senese]] richiamavano pastori provenienti sia da territori sotto il diretto controllo di [[Siena]], sia dagli stati limitrofi. Per un efficiente sfruttamento delle attività di [[pascolo]] e di [[transumanza]], il governo senese decise la creazione di un ufficio apposito, denominato ''Dogana dei paschi'', che si occupasse della gestione del sistema di tariffe collegato all'allevamento del bestiame.

La struttura interna della ''Dogana dei paschi'' era composta da un ''camarlingo'' e nove ufficiali tra cui era eletto un ''capo vergaro''. Quest'ultimo stanziava in [[Maremma Grossetana|Maremma]], da dove dirigeva un gruppo di ''vergari'' a lui sottoposto per l'osservanza delle leggi della Repubblica ed il controllo del territorio<ref>{{Cita web|url=http://www.maas.ccr.it/PDF/Siena.pdf|titolo=Archivio di Stato di Siena - Dogana dei Paschi}}</ref>.

=== Monte di pietà ===
Su delibera del [[concistoro]] e del [[Consiglio generale (Siena)|consiglio generale senese]], venne fondato nel [[1472]] il ''Monte di pietà''. Dopo aver attraversato un difficile periodo di crisi agli albori del [[XVI secolo]] (che, secondo alcuni storici, portò l'istituzione senese all'estinzione), riprese a funzionare attivamente negli anni successivi alla caduta della Repubblica di Siena, nel [[1568]], allargando le sue attività bancarie nei campi dell'[[allevamento]] e dell'[[agricoltura]]. Sulle fondamenta delle attività creditizie intraprese fino a quel momento, nel [[1624]] venne fondato il [[Banca Monte dei Paschi di Siena|Monte dei Paschi di Siena]], mentre il ''Monte pio'' si limitò ad esercitare le attività originarie<ref>{{Cita web|url=http://www.maas.ccr.it/PDF/Siena.pdf|titolo=Archivio di Stato di Siena - Monte di pietà}}</ref>.

=== Settore minerario ===
A partire dal [[XII secolo]] l’interesse di [[Siena]] verso la ricerca mineraria aumentò, vennero scoperte nuove [[Miniera|miniere]] di [[argento]] e [[rame]] e furono riattivati giacimenti abbandonati in [[Civiltà romana|periodo romano]] nella [[Maremma Grossetana|Maremma senese]].<br />
Oltre le [[Miniera|miniere]] di [[Montieri]], [[Siena]] ottenne altre miniere argentifere nei dintorni di Montebeccari nel [[1177]] dal conte Tedini di [[Frosini (Chiusdino)|Frosini]] ed il secolo successivo quelle di [[Roccastrada]] e di Muceto dagli [[Aldobrandeschi]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=LUCIANO|cognome=BANCHI|data=1870|titolo=I PORTI DELLA MAREMMA SENESE DURANTE LA REPUBBLICA|rivista=Archivio Storico Italiano|volume=11|numero=2 (58)|pp=73–106|accesso=30 marzo 2023|url=https://www.jstor.org/stable/44453320}}</ref>

La Repubblica di Siena tuttavia non gestiva direttamente le attività estrattive per conto proprio, ma preferiva dare in appalto le [[Miniera|miniere]] in modo da non far ricadere le spese sul bilancio statale. Gli interessi senesi in [[Maremma Grossetana|Maremma]] crebbero progressivamente nel tempo: nel [[1334]] il [[governo dei Nove]] inviò un suo funzionario nei territori di [[Grosseto]] e di [[Massa Marittima|Massa]] per studiare possibili interventi per il miglioramento della rete stradaria e l’anno successivo con la conquista della [[Repubblica di Massa]], [[Siena]] poté entrare in possesso del suo ricco distretto minerario.

La [[Peste nera|peste del 1348]] provocò però un violento tracollo della attività minerarie della [[Maremma Grossetana|Maremma senese]] che non seppe più tornare ai livelli di produzione precedenti<ref>B. Paolozzi Strozzi, G. Toderi, F. Toderi, ''Le monete della Repubblica Senese'', Monte dei Paschi di Siena, Milano, 1992, p. 71.</ref>.

== Sistema tributario ==
Ciascun abitante della città di [[Siena]] e di alcune comunità del contado ([[Asciano]], [[Montalcino]], [[San Quirico d'Orcia|San Quirico]] e [[Buonconvento]]) era tenuto a presentare una dichiarazione scritta dei propri redditi in base alla quale una commissione di ''alliratori'' stabiliva il reddito imponibile d'imposta. Su tale imponibile venivano quindi applicate sia l’imposta ordinaria (che a [[Siena]] era denominata ''lira'' o ''libra'') che le cosiddette ''preste'', cioè prestiti forzosi straordinari che potevano gravare su tutti i cittadini oppure solo su alcune categorie (prendendo la denominazione di ''preste a balzi''). Per razionalizzare maggiormente il [[sistema tributario]] della Repubblica di Siena e migliorare l'amministrazione del [[debito pubblico]] statale, nel [[1430]] venne creato il ''Monte comune'' per far confluire tutti i crediti dei cittadini per ''preste'' non ancora rimborsate dallo stato. Altre tipologie di imposte venivano invece sollevate dall{{'}}''ufficio della camera del comune'' per finanziare l'acquisto di armamenti<ref>{{Cita web|url=http://www.maas.ccr.it/PDF/Siena.pdf|titolo=Archivio di Stato di Siena - Lira, preste e Monte comune}}</ref>.

Tra il [[1316]] ed il [[1320]], su volontà del [[Consiglio generale (Siena)|consiglio generale]], fu condotta una attenta operazione di rilevazione di tutti i beni immobili della città di [[Siena]] e del suo contado per procedere ad una nuova tassazione basata sull'[[estimo catastale]]. Tuttavia il tentativo non fu ripetuto negli anni successivi per la sua eccessiva difficoltà amministrativa, ed il catasto senese si limitò ad annotare i passaggi di proprietà dei beni immobili<ref>{{Cita web|url=http://www.maas.ccr.it/PDF/Siena.pdf|titolo=Archivio di Stato di Siena - Estimo}}</ref>.

== Monetazione ==
{{Vedi anche|Monete di Siena}}
La Repubblica di Siena coniò proprie monete a partire dalla seconda metà del [[XII secolo]] fino alla caduta della [[Repubblica di Siena riparata in Montalcino]] nel [[1559]], in seguito alla [[Pace di Cateau-Cambrésis]].<ref>{{Cita web|url=https://www.silvanaeditoriale.it/libro/9788836604050|titolo=Le monete della Repubblica senese|editore=[[Silvana Editoriale]]|lingua=it|accesso=30 marzo 2023}}</ref>

Il 2 febbraio [[1180]] si ebbe un accordo ufficiale tra il comune di [[Siena]] e l'[[Diocesi di Magonza|arcivescovo di Magonza]] per la liberazione di quest’ultimo dalla prigionia del marchese [[Corrado del Monferrato|Corrado di Monferrato]]. L'alto prelato era anche un cancelliere imperiale di [[Federico Barbarossa|Federico I]] e si impegnò sotto giuramento ad ottenere dall'imperatore la conferma della moneta senese, in cambio del pagamento del riscatto di 400 lire da parte della città. Questo indizio fa quindi supporre che a [[Siena]] si battesse già moneta in modo clandestino prima del [[1180]]. Nonostante il diploma di concessione non sia mai stato rintracciato, ci viene una conferma indiretta della autorizzazione imperiale alla zecca da un documento di [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] del maggio [[1186]] in cui veniva privata la città di [[Siena]] della possibilità di battere moneta dopo essere stata assediata (diritto poi restituito cinque mesi dopo)<ref>B. Paolozzi Strozzi, G. Toderi, F. Toderi, ''Le monete della Repubblica Senese'', Monte dei Paschi di Siena, Milano, 1992, p. 18.</ref>.

=== Zecca di Siena ===
{{Vedi anche|Zecca di Siena}}
La [[zecca di Siena]], denominata ufficialmente ''bulgano'', nacque per volontà comunale tra il [[1178]] ed [[1179]]. La particolare denominazione deriva dalle borse di pelle dove venivano poste le monete, chiamate “''bolga''”: solamente dal [[1351]] comparve anche sotto il nome di “''zecha''”. Il ''bulgano'' fu gestito inizialmente dal [[Siena|Comune]] ma dalla seconda metà del [[XIV secolo]] la conduzione fu spesso [[Appalto|appaltata]] a privati<ref>B. Paolozzi Strozzi, G. Toderi, F. Toderi, ''Le monete della Repubblica Senese'', Monte dei Paschi di Siena, Milano, 1992, p. 20.</ref>.

== Porti marittimi della Repubblica di Siena ==
{{vedi anche|Porti della Repubblica di Siena}}
[[File:Mappa delle torri costiere della Repubblica di Siena - difesa e avvistamento - Provincia di Grosseto.png|sinistra|miniatura|Mappa del sistema di [[torri costiere della Repubblica di Siena]] a difesa del litorale della Maremma Senese verso la metà del XVI secolo.|324x324px]]
Il possesso di uno “sbocco sul mare” da parte di Siena fu una naturale continuazione della sua politica espansionistica e commerciale nella [[Maremma Grossetana]] con la conquista dei porti di [[Talamone]], [[Porto Ercole]] e [[Porto Santo Stefano]].

Già nel [[XIII secolo]] [[Siena]] tenta di assicurarsi l’uso del [[Porto|porto fluviale]] di [[Grosseto]]. Lo scalo, spazzato via nel corso del [[XIV secolo|Trecento]] dalla violenta piena che allontanò il corso dell’[[Ombrone]] dalla città, non ebbe di fatto mai sviluppo, anche per l’errata politica economica senese e per la mancanza di un retroterra produttivo<ref>{{Cita web|url=http://www.regione.toscana.it/documents/10180/11403978/Ambito18+Maremma+grossetana.pdf/42312ff3-7178-49f9-8270-67cd0be0e61d|titolo=Porto fluviale di Grosseto}}</ref>.

Nel maggio del 1303, l’abate del [[monastero di San Salvatore]] frate Ranieri, giunse a [[Siena]] proponendo al [[governo dei Nove]] l’acquisto dei terreni di proprietà del monastero (anche se allora erano però occupati militarmente dai Conti di Santa Fiora) tra cui [[Talamone]]<ref>Luciano Banchi, [https://archive.org/stream/bub_gb_4CMQ1WRaUhwC#page/n1/mode/2up I porti della Maremma senese durante la repubblica narrazione storica con documenti inediti di Luciano Banchi], Tipografia Galileiana di M. Cellini, Firenze, 1871, p. 17.</ref>. Dopo una difficile contrattazione, il 10 settembre 1303 fu firmato il contratto d’acquisto. Al prezzo di 900 fiorini d’oro il [[porto di Talamone]], la Contrada di Valentina e [[Castiglione d'Orcia|Castiglion di Val d’Orcia]] vennero venduti alla Repubblica di Siena che poneva sotto la sua protezione anche il monastero.

A seguito all'adesione alla lega guelfa toscana, resa possibile grazie al mutamento politico imposto dai Nove che allontanò la città dall’Impero, Siena si trovò allora ad essere alleata con Firenze. Date le crescenti inimicizie esistenti verso la ghibellina Pisa, il governo fiorentino stipulò il 17 agosto 1311 un accordo con la Repubblica senese per il passaggio di tutte le loro merci via mare da [[Talamone]]<ref>Luciano Banchi, [https://archive.org/stream/bub_gb_4CMQ1WRaUhwC#page/n1/mode/2up I porti della Maremma senese durante la repubblica narrazione storica con documenti inediti di Luciano Banchi], Tipografia Galileiana di M. Cellini, Firenze, 1871, p. 32</ref>.

Dopo nuovi scontri con i pisani per l’influenza su [[Lucca]], [[Firenze]] rinnovò gli accordi con la Repubblica di Siena per i diritti dei mercanti fiorentini nel [[porto di Talamone]] nel 1340; situazione che si ripeté nel 1356. Tuttavia una volta firmata la pace con [[Repubblica di Pisa|Pisa]] nel 1364, i mercanti fiorentini preferirono lasciare il più lontano porto senese in favore di quello pisano, nonostante la pressione esercitata da [[Siena]] per mantenere comunque il traffico commerciale di [[Firenze]]<ref>Luciano Banchi, [https://archive.org/stream/bub_gb_4CMQ1WRaUhwC#page/n1/mode/2up I porti della Maremma senese durante la repubblica narrazione storica con documenti inediti di Luciano Banchi], Tipografia Galileiana di M. Cellini, Firenze, 1871, pp. 54-58.</ref>.

Nel 1379, a causa dei conflitti con pisani e genovesi per il controllo della [[Sardegna]], i Catalani conclusero un trattato con la Repubblica di Siena per l’utilizzo del [[porto di Talamone]], garantendo ai loro mercanti gli stessi diritti che vennero garantiti ai fiorentini, ma con dazi inferiori. Una volta che lo scalo senese venne lasciato dai Catalani, non riuscendo [[Siena]] a coprire con il commercio marittimo le spese per la difesa e le guardie, nel 1385 si decise di concedere l’affitto del porto ad una società che si occupasse pure del mantenimento delle strutture difensive<ref>{{Cita web|url=https://www.tuttomaremma.com/talamonestoria.htm|titolo=Storia di Talamone|sito=tuttomaremma.com-IT|accesso=15 agosto 2017}}</ref>.

[[Porto Ercole]] ed il territorio del [[Monte Argentario]], compreso il minore [[Porto Santo Stefano]], vennero conquistati dalla Repubblica di Siena al tempo della venuta in [[Toscana]] del [[Ladislao I di Napoli|re di Napoli Ladislao]] nel 1409.

Il ritorno dei Catalani nello scalo senese nel 1436 rappresentò un fatto positivo e, con il trattato firmato dalle parti, la Repubblica di Siena si impegnò a mantenere le strade per [[Grosseto]] in buono stato così come il ponte del porto. Il commercio poté rifiorire e l’anno successivo si registrò la visita anche del principe [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d’Aragona]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/siena/|titolo=Siena nell'Enciclopedia Treccani|sito=treccani.it-IT|accesso=15 agosto 2017}}</ref>.

Durante la [[Guerra di Siena]] dove si fronteggiarono gli eserciti senese e francese contro quelli fiorentino e spagnolo, assediata [[Siena]] il 2 agosto 1554 ed arresasi la città nell’aprile del 1555, rimaneva ancora da conquistarsi [[Porto Ercole]] dove il comandante francese Charles de Carbonnières, dopo aver atteso l'arrivo del maresciallo [[Piero Strozzi]], si arrese il 18 giugno 1555<ref>{{Cita libro|autore=Gualtiero Della Monaca|titolo=La presa di Porto Ercole|url=http://www.edizionecostadargento.it/06_Presa/186-229_Cap4.pdf|formato=PDF|data=2010|editore=Edizione Costa d'Argento|p=216|accesso=21 febbraio 2018|dataarchivio=27 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161027114557/http://www.edizionecostadargento.it/06_Presa/186-229_Cap4.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.

I porti che furono della Repubblica di Siena per più di due secoli, divennero parte del nascente [[Stato dei Presidi]] nel 1557 per volere di [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] re di Spagna<ref>{{Cita web|url=http://www.storiadifirenze.org/?temadelmese=aprile-1555-guerra-e-conquista-di-siena-lo-stato-di-siena-e-mio-et-a-me-appartiene-in-tutto|titolo=Aprile 1555: guerra e conquista di Siena (lo Stato di Siena «è mio et a me s’appartiene in tutto…») |editore=« Storia di Firenze » |accesso=15 agosto 2017}}</ref><ref>{{Treccani|stato-dei-presidi|Presidi, Stato dei nell'Enciclopedia Treccani|accesso=15 agosto 2017}}</ref>.

== Arte ==
{{vedi anche|Scuola senese}}
Dal [[XIII secolo]] [[Siena]] divenne oggetto di un radicale rinnovamento. Ne furono protagonisti due grandi scultori e architetti del [[medioevo italiano]]: [[Nicola Pisano]] e il figlio [[Giovanni Pisano|Giovanni]]. L'intervento dei due artisti nella [[Cattedrale di Siena|cattedrale]] riuscì a combinare in un'unica struttura lo [[Architettura romanica|stile romanico]] con il [[Architettura gotica|gotico]].<br />
In seguito venne ammodernata tutta la città, che, alla fine del [[XV secolo]], appariva come una splendida città rinascimentale.<ref>{{Cita web|url=https://www.finestresullarte.info/arte-base/scuola-senese-del-trecento-duccio-di-buoninsegna-simone-martini-lorenzetti|titolo=La scuola senese del Trecento: Duccio, Simone Martini, i Lorenzetti |accesso=30 marzo 2023}}</ref>

In campo pittorico fiorì la [[Scuola senese]]: [[Duccio di Buoninsegna]], [[Simone Martini]], [[Pietro Lorenzetti|Pietro]] e [[Ambrogio Lorenzetti]], [[Domenico di Bartolo|Domenico]] e [[Taddeo di Bartolo]], [[Sassetta|Stefano di Giovanni]], [[Matteo di Giovanni]].<ref>{{Cita web |url=http://www.travelingintuscany.com/arte/arte/sieneseschool.htm |titolo=Scuola senese {{!}} Arte in Toscana |accesso=30 marzo 2023}}</ref>

== Stemma ==
[[File:Stemma della Repubblica di Siena - Simbolo della Repubblica di Siena, Comune di Siena, Capitano del Popolo.svg|sinistra|miniatura|Simboli patri della Repubblica di Siena: (da sinistra) lo stemma della Repubblica, la [[Stemma di Siena|Balzana]] del Comune e lo stemma del [[Capitano del popolo|Capitano del Popolo]].|upright=1.5]]
L'arme della repubblica, diversa dallo [[stemma di Siena|stemma della città di Siena]], era uno scudo azzurro che riportava la scritta {{maiuscoletto|Libertas}}, colorata in [[oro (araldica)|oro]], disposta in senso obliquo<ref>{{Cita web |url=http://www.iltesorodisiena.net/2011/09/il-corteo-storico-siena-16-agosto-2008.html |editore=Il Tesoro di Siena |titolo=il Corteo storico ... Siena |accesso=16 agosto 2008}}</ref>.

Oltre all'attuale stemma comunale della [[Stemma di Siena|Balzana senese]], vari altri simboli rappresentarono la città, ad esempio il [[leone (araldica)|leone]] argento in campo rosso simbolo del ''Popolo'' (inizialmente arma del [[Diocesi di Siena|vescovo]] oppure, secondo altri autori, ripreso dal sigillo della parte guelfa, dov'era rappresentato armato di spada e [[illeopardito]],<ref name=Cign90-1>{{Cita|Cignoni|pp. 690-691}}.</ref><ref name="CP126">{{cita|Ceppari Ridolfi|p. 126}}.</ref> simbolo spesso presente insieme all'emblema del [[comune medievale]]), attuale emblema della [[Provincia di Siena|Provincia]]; lo stemma [[azzurro (araldica)|azzurro]] con il motto {{maiuscoletto|Libertas}}, usato anche in molte altre città italiane nei periodi di regime repubblicano; un ultimo simbolo cittadino (la cui prima rappresentazione si ha nel ciclo degli affreschi del “Buon Governo” del 1338-1340) s'ispira alle leggendarie origini romane della città ed è la [[Lupa senese|lupa che allatta Ascanio e Senio]]; del 1344 è un pagamento per l'incisione della lupa sul sigillo comunale.<ref name="CP126" /><ref name=Toscana >{{Cita|''La Toscana e i suoi comuni''|p. 375}}.</ref><ref name=Sav137>{{Cita|Savorelli|p. 137}}.</ref>

Tutti i simboli elencati appaiono sulla copertina di un registro della ''Camera del Comune'' del 1528; su questa tavoletta è infatti dipinta la lupa allattante i due gemelli, uno dei quali impugna un'asta sulla cui sommità vi è la balzana in forma di stendardo, al di sopra della lupa vi è uno [[Scudo araldico|scudo]] [[interzato in palo]] in cui a partire dalla [[Destra (araldica)|destra araldica]] vi sono lo stemma della Repubblica, quello del Comune e quello del ''Popolo''.<ref>{{cita|Ceppari Ridolfi|pp. 125-6}}.</ref>

== Cronologia dell'espansione della Repubblica di Siena ==
[[File:REPUBBLICA DI SIENA GIF.gif|thumb|upright=2.7|Estensione territoriale della Repubblica di Siena dalla sua nascita fino al 1559.]]
* 1125: Deposizione del Vescovo che reggeva la città e nascita della Repubblica di Siena (territorio di [[Siena]] e [[Buonconvento]])
* 1151:	[[Grosseto]] e [[San Giovanni d'Asso]]
* 1155:	[[Castelnuovo Berardenga|Berardenga]]
* 1167:	[[Civitella Paganico|Civitella]]
* 1175:	[[Rapolano Terme|Rapolano]]
* 1180:	[[San Quirico d'Orcia]]
* 1193:	[[Paganico]]
* 1197:	[[Sinalunga]]
* 1210:	[[Torrita di Siena]]
* 1212:	[[Montalcino]]
* 1213:	Costruzione del castello di [[Monteriggioni]]
* 1222:	[[Grosseto]] ripudia il suo atto di sottomissione a Siena
* 1230:	[[Chianciano Terme|Chianciano]], [[Chiusdino]] e [[Radicondoli]]
* 1231:	[[Chiusi]]
* 1232:	Perdita di [[Chianciano Terme|Chianciano]] e [[Chiusi]] per mano di [[Orvieto]]
* 1232:	[[Montepulciano]]
* 1235:	Perdita di [[Montepulciano]] che si allea con [[Repubblica di Firenze|Firenze]]
* 1235:	[[Pienza]]
* 1252:	Perdita di [[Montalcino]] che si allea con [[Repubblica di Firenze|Firenze]]
* 1255:	[[Trequanda]]
* 1259:	Occupazione di [[Grosseto]]
* 1260:	[[Battaglia di Montaperti|Vittoria di Montaperti]] ([[Abbadia San Salvatore|Abbadia San salvatore]], [[Montelaterone]], [[Casole d'Elsa]], [[Montalcino]] e [[Montepulciano]])
* 1265:	[[Seggiano]]
* 1267:	Rivolta di [[Montepulciano]]
* 1269:	[[Monticiano]]
* 1275:	Acquisto di [[Asciano]]
* 1282:	Acquisto di [[Campagnatico]]
* 1293:	[[Roccalbegna]]
* 1294:	Atto di sottomissione di [[Montepulciano]]
* 1300:	[[Castiglione d'Orcia|Castiglion d'Orcia]]
* 1301:	[[Roccastrada]]
* 1303:	Acquisto di [[Talamone]]
* 1310:	Perdita di [[Abbadia San Salvatore]], conquistata da [[Orvieto]]
* 1310:	Ribellione di [[Grosseto]]
* 1326:	[[Montieri]]
* 1331:	Impresa di [[Guidoriccio da Fogliano]] ([[Arcidosso]] e [[Castel del Piano]])
* 1335:	Conquista di [[Massa Marittima]] (Territori di [[Massa Marittima]], [[Gavorrano]] e [[Monterotondo]])
* 1336:	Conquista definitiva di [[Grosseto]]
* 1339:	[[Capalbio]]
* 1339:	[[Magliano in Toscana|Magliano]]
* 1345:	Perdita di [[Capalbio]], conquistata dai conti Orsini
* 1347:	Acquisto di [[Abbadia San Salvatore]] e sottomissione di [[Chianciano Terme|Chianciano]] e [[Chiusi]]
* 1352:	[[Radicofani]]
* 1366:	Fondazione di [[Castelnuovo Berardenga]]
* 1375:	Perdita di [[Talamone]], occupato dalle milizie papali
* 1378:	Riconquista di [[Talamone]]
* 1379:	Conquista di [[Sarteano]] e [[Scansano]]
* 1387:	Riconoscimento della sovranità senese su [[Murlo]]
* 1390:	Perdita di [[Montepulciano]] che si allea con [[Repubblica di Firenze|Firenze]]
* 1404:	Acquisto di [[Cinigiano]]
* 1410:	[[Sovana]]
* 1412:	[[San Casciano dei Bagni|San Casciano]]
* 1414:	Conquista di [[Orbetello]], [[Porto Ercole]], [[Porto Santo Stefano]] e [[Monte Argentario]] di proprietà dei conti orsini e occupati dalle milizie napoletane
* 1416:	Riconquista di [[Capalbio]]
* 1416:	[[Manciano]] e [[Saturnia]]
* 1418:	Acquisto di [[Cetona]]
* 1430:	[[Piancastagnaio]]
* 1432: Occupazione di [[Castiglione della Pescaia]]
* 1433: Perdita di [[Castiglione della Pescaia]]
* 1475:	Atto di sottomissione alla Repubblica di Siena della casata Baschi ([[Castell'Azzara]], [[Castell'Ottieri]] e [[Montorio (Sorano)|Montorio]])
* 1478:	[[Assedio di Colle di Val d'Elsa]] ( [[Castellina in Chianti]] e [[Colle di Val d'Elsa]])
* 1483:	Restituzione dei territori a [[Repubblica di Firenze|Firenze]] (perdita di [[Castellina in Chianti]] e di [[Colle di Val d'Elsa|Colle di Val D'Elsa]])
* 1527:	Perdita di [[Porto Ercole]], occupato dalle milizie papali
* 1530:	Riconquista di [[Porto Ercole]]
* 1552: Insurrezione senese anti-spagnola e scoppio della [[Guerra di Siena]]
* 1553:	Perdita di [[Trequanda]]
* 1554:	Perdita dei territori settentrionali di [[Casole d'Elsa]], [[Monteriggioni]] e [[Rapolano Terme|Rapolano]].
Perdita dei territori di [[Massa Marittima]], [[Monterotondo]], [[Monticiano]] e [[Murlo]].

Perdita dei territori orientali di [[Torrita di Siena]] e [[Radicondoli]]
* 1555:	Resa della città di [[Siena]], la nobiltà senese si [[Repubblica di Siena riparata in Montalcino|ripara in Montalcino]] nell'ultimo tentativo di resistenza della Repubblica di Siena.
Perdita di [[Porto Ercole]]
* 1556:	Perdita dei territori di [[Chianciano Terme|Chianciano]] e [[Sarteano]]
* 1557:	Perdita di [[Sinalunga]], [[Castel del Piano]] ed [[Orbetello]]
* 1559:	Resa della [[Repubblica di Siena riparata in Montalcino]] (perdita degli ultimi territori di [[Piancastagnaio]], [[Radicofani]], [[Roccastrada]], [[San Casciano dei Bagni|San Casciano]], [[San Quirico d'Orcia]], [[Pienza]] e [[Montalcino]])

== Note ==
<references/>

== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore=Emanuele Repetti |titolo=Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana |volume=5 |anno=1843 |editore= |città=}}
* {{Cita libro |autore=Vincenzo Buonsignori |titolo=Storia della repubblica di Siena, Vol. 1 e 2 |anno=1856 |editore=Arnaldo Forni |città=Sala Bolognese}}
* {{Cita libro |autore=William M. Bowsky |titolo=Le finanze del Comune di Siena, 1287-1355 |anno=1976 |editore=La Nuova Italia}}
* {{Cita libro |autore=Giuseppe Caciagli |titolo=I feudi medicei |anno=1980 |editore=Pacini}}
* {{Cita libro |autore=Mario Ascheri |titolo=Siena nel Rinascimento: Istituzioni e sistema politico |anno=1985 |editore= Il Leccio |città=Siena}}
* {{Cita libro |autore=William M. Bowsky |titolo=Un comune italiano nel medioevo, Siena sotto il regime dei Nove (1287-1355) |anno=1986 |editore=Il Mulino |città=Bologna}}
* {{Cita libro |autore=Mario Ascheri |titolo=Antica Legislazione della Repubblica di Siena |anno=1993 |editore=Il Leccio |città=Siena}}
* {{Cita libro |autore=Odile Redon |titolo=Lo spazio di una città, Siena e la Toscana meridionale (secoli XIII - XIV) |anno=1999 |editore=Viella |città=Roma}}
* {{Cita libro |autore=Langton Douglas |titolo=Storia Politica e Sociale della Repubblica di Siena |anno=2000 |editore= Betti|isbn=88-86417-51-9}}
* {{Cita libro |autore=Luca Fusai |titolo=La storia di Siena dalle origini al 1559 |anno=2002 |editore=Il Leccio |città=Siena}}
* {{Cita libro |autore=Daniel Waley |titolo=Siena e i senesi nel XIII secolo |anno=2003 |editore= Nuova Immagine|città=Siena}}
* {{Cita libro |autore=Ettore Pellegrini |titolo=La caduta della Repubblica di Siena |anno=2007 |editore=NIE |isbn=88-7145-248-8}}

== Voci correlate ==
* [[Porti della Repubblica di Siena]]
* [[Torri costiere della Repubblica di Siena]]
* [[Storia di Siena]]
* [[Repubblica di Siena riparata in Montalcino]]
* [[Scuola senese]]
* [[Guelfi e ghibellini]]
* [[Lapidi della Divina Commedia di Siena]]

== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Repubblica di Siena}}
{{Stati italiani del Medioevo}}
{{Stati italiani dal 1077 al 1156}}
{{Stati italiani dal 1156 al 1454}}
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