Raffaele Fabretti

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Raffaele Fabretti (Urbino, 1619Roma, 1700) è stato uno storico e archeologo italiano.

Romano di nobili origini marchigiane, si trasferì a Roma per i suoi studi di diritto. Entrò giovanissimo nell'amministrazione dello Stato Pontificio con incarichi diplomatici e di magistratura. Salì nella gerarchia amministrativa fino all'incarico di delegato alla Marca Pontificia. Preferì a quel punto dedicarsi agli studi di storia e archeologia per i quali ha lasciato pregevoli opere, di cui si ricordano quelle sugli acquedotti romani e sulla Colonna Traiana. Assunse la carica di soprintendente agli scavi delle catacombe e della zona dell'Agro Romano intorno all'Appia Antica, fino ai Castelli Romani. Per tutta la vita fu un attento antiquario e collezionatore di epigrafi.

Dalla sua biografia sappiamo che amava passeggiare e sostare con il suo cavallo nella zona retrostante la Villa dei Quintili sull'Appia Antica, che studiò attentamente. Si dedicò alla ricerca sul campo, con numerose scoperte e formò numerosi allievi, che fondarono dopo la sua morte i primi corsi di archeologia della nuova università detta "Sapienza". Fu consigliere culturale di tre pontefici e tra gli ispiratori della fondazione del movimento letterario dell'Accademia dell'Arcadia, alla cui segreteria chiamò un suo giovane protetto, il Giovanni Mario Crescimbeni, a cui dobbiamo la biografia del Fabretti. Frequentò i circoli della regina Cristina di Svezia.

La sua casa di Borgo Pio divenne un salotto intellettuale europeo, in cui gli studiosi di passaggio trovavano ospitalità e stimoli culturali. Sappiamo che uno dei suoi amici preferiti era un matematico francese con cui compiva lunghe passeggiate discettando di meccanismi e misurazioni, una delle passioni intellettuali dell'epoca. Fu per molti anni custode degli Archivi Segreti di Castel Sant'Angelo. Fu per molti anni Canonico di San Pietro, con il titolo di monsignore, e si mantenne celibe come d'uso all'epoca. Morì ottantenne dopo aver preso un raffreddore per aver voluto passeggiare in carrozza nel freddo della Via Nomentana a Roma.

La sua tomba e il suo busto sono collocati nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva al Pantheon, nella navata di sinistra. Il suo lascito di epigrafi si trova nel piano terra del Palazzo Ducale di Urbino. Esisteva a Roma una fondazione ispirata all'opera di Fabretti, curata dagli ultimi discendenti della sua famiglia, presso il Pio Sodalizio dei Piceni.

Bibliografia

  • Danilo Mazzoleni (a cura di), Raffaele Fabretti, archeologo ed erudito. Atti della Giornata di Studi, 24 Maggio 2003, Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, Città del Vaticano, 2006, ISBN 8885991408