Quinto Servilio Prisco Fidenate
| Quinto Servilio Prisco Fidenate | |
|---|---|
| Dittatore della Repubblica romana | |
| Figli | Gaio Servilio Axilla |
| Gens | Gens Servilia |
| Dittatura | 435 a.C., 418 a.C. |
Quinto Servilio Prisco Fidenate (fl. V secolo a.C.) è stato un dittatore romano.
Prima dittatura
[modifica | modifica wikitesto]Nel 435 a.C., consoli Gaio Giulio Iullo e Lucio Verginio Tricosto, venne nominato dittatore dal Senato, per contrastare i veienti e Fidenati, che erano arrivati fino a Porta Collina[1].
Nominato Magister equitum Postumio Ebuzio Helva Cornicino, Quinto Servilio portò l'esercito romano fuori dalla città, sconfiggendo i veienti in uno scontro campale, e inseguendoli nella loro ritirata verso Fidene, dove ripararono insieme ai propri alleati[2], confidando di poter resistere all'assedio romano, grazie alle notevoli scorte di grano, approntate per quest'eventualità.
Quinto Servilio, temendo che l'assedio potesse durare a lungo, mentre impegnava con azioni diversive gli assediati, fece costruire delle gallerie sotto la rocca di Fidene, riuscendo così a cogliere di sorpresa i nemici ed a conquistare la città[2].
Seconda dittatura
[modifica | modifica wikitesto]Nel 418 a.C., tribuni consolari Lucio Sergio Fidenate, Gaio Servilio Axilla e Marco Papirio Mugillano, venne nominato dittatore dal Senato, per condurre la campagna militare contro Labico, stanti i contrasti sulla conduzione della guerra sorti tra Lucio Sergio e Marco Papirio[3].
Quinto nominò il figlio Gaio Servilio Magister equitum, organizzò dei rinforzi, con i quali si congiunse al soldati dei due tribuni consolari accampati sul Monte Algido. I Romani, rinfrancati dalla guida del dittatore, prima sconfissero gli Equi e i Labicani, sul campo, poi espugnarono Labico, che fu data alle fiamme e saccheggiata[4].