Provincia di Nizza (1859)
Provincia di Nizza | |||||
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Informazioni generali | |||||
Capoluogo | Nizza 44.091 abitanti (1858) | ||||
Dipendente da | Regno di Sardegna | ||||
Suddiviso in | 3 circondari | ||||
Amministrazione | |||||
Forma amministrativa | Provincia | ||||
Organi deliberativi | Consiglio provinciale | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | 23 ottobre 1859 | ||||
Causa | Decreto Rattazzi | ||||
Fine | 14 giugno 1860 | ||||
Causa | Trattato di Torino | ||||
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Cartografia | |||||
La Provincia di Nizza fu una provincia del Regno di Sardegna, esistita per un breve periodo fra il 1859 e il 1860.
Storia
La Provincia di Nizza fu istituita nel 1859 in seguito all'emanazione del decreto Rattazzi, che ridisegnava la compartimentazione del Regno di Sardegna. La provincia successe alla Divisione di Nizza.
Le sorti della provincia furono radicalmente mutate dagli eventi successivi alla Seconda guerra d'indipendenza. Il territorio dell'antica contea nizzarda poi promesso infatti ai francesi in cambio del loro aiuto nel conflitto contro l'Austria, e fu regalato ai transalpini col Trattato di Torino (1860) in cambio della Toscana, già promessa ad un principe francese negli Accordi di Plombières. Ceduta quindi la vecchia contea, il capoluogo del territorio provinciale che restò ai sabaudi fu trasferito a Porto Maurizio, salvo Briga Marittima e Tenda che, rimaste geograficamente isolate, furono aggregate alle dipendenze di Cuneo.
Due tentativi di ricostituire l'unità del territorio furono fatti, da parti opposte, prima dall'Italia e poi dalla Francia nel corso della Seconda guerra mondiale. Dapprima, nel 1940, furono gli italiani a lanciarsi in un'offensiva che tuttavia non andò oltre il comune di Mentone. Dopo il 25 aprile 1945 furono invece i francesi ad occupare brevemente tutta la provincia di Imperia con l'intento di annettersela: fu solo l'ordine perentorio del presidente americano Harry Truman ad imporre il ritiro all'armata di De Gaulle.[1]
Suddivisione
La provincia di Nizza era suddivisa in 3 circondari:
Note
- ^ Arrigo Petacco, La Seconda Guerra Mondiale, vol.6.