Portale:Venezia Giulia e Dalmazia/Storia

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L'Albania Veneta del Montenegro (in rosso)

Albania veneta è il termine storico con cui ci si riferisce agli antichi domini della Repubblica di Venezia in Dalmazia meridionale, nel territorio dell'attuale Montenegro.

Dal 1420 al 1797 questo territorio è rimasto in mano alla Serenissima e per vari secoli ha costituito un baluardo contro l'incombente Impero Ottomano.

Geografia

L'Albania veneta, che costituiva l'estremo dominio veneto di terra nell'Adriatico, corrispondeva grosso modo all'area delle Bocche di Cattaro ed al tratto di costa tra queste e la foce del fiume Boiana. Il dominio veneziano non si estendeva in profondità nell'entroterra balcanico, in quanto l'economia della zona era tutta orientata verso le attività marittime, ma comprendeva comunque le più importanti città costiere (Cattaro, Risano, Perasto, Teodo e Castelnuovo nelle munitissime Bocche, nonché Traste, Budua, Castellastua, Spizza, Antivari e Dulcigno verso sudest).

Originariamente l'Albania veneta confinava a nord con la Repubblica di Ragusa, finché nel 1699 i ragusei cedettero all'Impero Ottomano un sottilissimo sbocco al mare nei pressi di Suttorina, rendendo l'Albania veneta un'enclave a tutti gli effetti. Anche il confine sud arretrò col tempo attestandosi nel 1573 poco a sud di Castellastua, nella località detta appunto Confin o Confino (l'attuale Kufin presso Buljarica).

A dispetto del suo nome, l'Albania veneta non era abitata da albanesi se non nell'estremità meridionale (Antivari e Dulcigno); l'intera area delle Bocche era invece abitata da popolazioni romanze e slave. L'aggettivo "veneta" era da intendersi in contrapposizione all'Albania ottomana, che includeva l'attuale Albania.