Coordinate: 40°09′45″N 15°09′31″E

Porta Rosa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Porta Rosa
Porta Rosa, vista dal quartiere meridionale. In primo piano, i resti della Porta arcaica
CiviltàMagna Grecia
Utilizzoviadotto
EpocaIV secolo a.C.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneAscea
Scavi
Data scoperta1964
Date scavi1971
ArcheologoMario Napoli
Amministrazione
PatrimonioParco nazionale del Cilento e Vallo di Diano con il sito archeologico di Paestum, Velia e la Certosa di Padula - Sito Patrimonio dell'Umanità
EnteSoprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta
Visitabile
Mappa di localizzazione
Map

Porta Rosa è una costruzione del IV secolo a.C. che costituisce il più antico esempio noto di arco a tutto sesto in Italia[1]. È stata ritrovata nell'area archeologica greca dell'antica città di Elea-Velia, nell'attuale comune di Ascea all'interno del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Nonostante sia nota con il nome di "porta", attribuitole all'inizio degli scavi, l'apertura era in realtà un viadotto nel passaggio murario che collegava le due sommità naturali dell'acropoli di Elea-Velia: è assente, ad esempio, ogni traccia di cardini.

L'arco è composto da undici conci di pietra arenaria. Le misure con cui fu realizzato sono quelle osco-italiche, in uso in tutto il territorio italico, dall'Etruria fino alla Lucania: le misure italiche furono usate dall'antichità fino al IV sec. a.C., poi dal IV fino al II a.C. furono adottate le misure della Grecia classica, e dal II a.C. infine fu usata la nuova misura romana, non inventata ex novo (perché gli italici degli Appennini seguitarono a usare sempre la loro misura anche tra i IV e il II sec. a.C.), ma risultato di tre medie matematiche: 1) tra la misura italica e quella greca antica; 2) tra la misura italica e quella greca classica; 3) infine calcolando la media tra (1) e (2). L'approssimazione è di 0,0014 sicilicus, quindi quasi zero.

Oltre a fungere da viadotto, l'apertura serve da contenimento delle pareti della gola che collega. Attorno al III secolo a.C. l'arco fu ostruito e l'intera struttura interrata, per opera presumibilmente di una frana o perché l'apertura costituiva un punto debole nella difesa della città; l'interramento ne ha probabilmente permesso la perfetta conservazione.

Porta Rosa fu riportata alla luce l'8 marzo 1964 dall'archeologo Mario Napoli[2], il quale la battezzò "Rosa" in omaggio al nome della propria moglie[3], sorella dell'archeologo Alfonso De Franciscis. L'area fu chiusa nel 2009 per la caduta di un masso; è stata riaperta nell'agosto 2011 dopo la messa in sicurezza del costone che la sovrasta[4].

L'apertura è coperta da una volta di circa 2,70 metri di larghezza, e nel muro sovrastante si nota un secondo arco di scarico. La realizzazione delle mura di Elea-Velia è da collocare, nelle sue ultime fasi, a metà del IV secolo a.C. La Porta Rosa può dunque essere considerata tra i primi esempi a noi noti di realizzazioni architettoniche a volta nell'area mediterranea, se non fosse per la visibile differenza nel trattamento della pietra tra la porzione inferiore delle mura e la volta stessa (incluso l'arco di scarico). Ciò può avere differenti spiegazioni per cui non è da escludere che mura e volta siano coeve. Secondo Luigi Formicone, architetto e ispettore onorario per i Beni culturali, «le misure dell'arco e dei conci relativi corrispondono a quelle in uso degli italici prima del IV sec. a.C.; sono differenti a quelle greche antiche, macedoniche o classiche, e a quelle romane dopo il II sec a.C.».

Rapporto con la descrizione nel proemio parmenideo

[modifica | modifica wikitesto]

La scoperta del sistema viario che collegava il quartiere meridionale con quello settentrionale, di cui fanno parte la Porta Rosa e la cosiddetta Porta arcaica, con il conseguente disvelamento della topografia del sito, hanno stimolato lo studioso di filosofia antica Antonio Capizzi, a una rilettura affascinante[5], ma non universalmente accettata[6], del proemio Parmenideo al poema in versi Peri Physeos (Sulla Natura).

  1. ^ Touring club italiano, Guida Touring L'Italia antica : siti, musei e aree archeologiche, Milano: Touring club italiano, 2002, ISBN 88-365-2939-9, pp. 375-6
  2. ^ Antonio Rosmini Serbati, Ideologia e logica: Nuovo saggio sull'origine delle idee, III, Roma: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici: Città nuova; Stresa: Centro internazionale di studi rosminiani, 2005, ISBN 88-311-9040-7, p. 25 n. 2
  3. ^ Touring club italiano, Cilento, Milano: Touring club editore, 2005, ISBN 88-365-3461-9, p. 56
  4. ^ Antonio Cangiano, «Velia, riapre dopo due anni la Porta Rosa», Corriere del Mezzogiorno, 6 agosto 2011
  5. ^ Antonio Capizzi, La porta di Parmenide, Roma, 1975 e, dello stesso autore, Introduzione a Parmenide, Bari, 1975.
  6. ^ Margherita Isnardi Parente, Parmenide e Socrate demistificati, Rivista critica di storia della filosofia, 31, 1976, pp. 422-436.
  • Alfonso Acocella (a cura di), L'architettura di pietra: antichi e nuovi magisteri costruttivi; contributi critici Gabriele Lelli, Davide Turrini, Alessandro Vicari; cura redazionale Giovanna Cestone; disegni originali Franca e Roberto Fedel; progetto grafico Massimo Pucci; impaginazione Studio Pucci, Lucca: Lucense; Firenze: Alinea, 2004, pp. 310–313, ISBN 88-8125-768-8 (Google libri)

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Parco archeologico di Elea-Velia Archiviato il 1º gennaio 2014 in Internet Archive. - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta