Piccola casa della Divina Provvidenza

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«Caritas Christi urget nos!
("L'amore di Cristo ci sprona", San Paolo, 2Cor 5,14)»

Facciata della Piccola Casa della Divina Provvidenza.

La Piccola Casa della Divina Provvidenza, conosciuta anche con il nome di Cottolengo (dal nome del suo fondatore san Giuseppe Benedetto Cottolengo) è un istituto di carità con sede principale nel quartiere Aurora a Torino.

L'istituto si occupa di assistenza ai portatori di handicap fisici e mentali, agli anziani, agli ammalati in genere, ai minori, ai tossicodipendenti, ai poveri senza fissa dimora e agli extracomunitari. In Italia le case di assistenza sono 35, con circa 1.700 assistiti.

Nella casa madre di Torino gli assistiti sono 420. Accanto alle strutture per disabili opera l'ospedale, che dispone di 203 posti letto. Tra suore operative e anziane a riposo vivono inoltre nella Casa madre oltre 600 religiose. Nell'istituto operano 1.200 volontari dell'Associazione volontariato cottolenghino, che accoglie, in totale circa 2000 persone.

Il Cottolengo è presente all'estero con una quindicina di succursali in India, Kenya, Ecuador, Stati Uniti (Florida), Svizzera.

Storia

Fondazione

La prima sede, che diede il via all'opera di carità, fu aperta il 17 gennaio 1828 a Torino, in via Palazzo di Città, che si trovava nel Palazzo della Volta Rossa e operava sotto il controllo della Congregazione del Corpus Domini, e fu chiamata il Deposito de’ poveri infermi del Corpus Domini; nel 1831 il Deposito fu chiuso d'autorità per la contingente epidemia di colera e il "Cottolengo", com'era noto il sacerdote e sempre più spesso il suo ricovero, dovette riparare in Borgo Dora. Qui il 27 aprile 1832 aprì la Piccola Casa della Divina Provvidenza sotto gli auspici di San Vincenzo de' Paoli e la direzione dell Dott. Lorenzo Granetti (1801-1871).

L'istituto accoglieva epilettici, dementi e sordomuti. Nessuno veniva rifiutato. Ben presto si formò anche un gruppo di giovani donne che si presero cura degli ospiti della casa e coadiuvarono don Cottolengo nella sua attività caritativa. In seguito si consacreranno alla vita religiosa, fondando più congregazioni femminili [1]. Nel 1838 fu fondata una scuola per infermiere professionali.

Il numero dei ricoverati (che Cottolengo chiamava "buoni figli") iniziò presto ad aumentare, e con esso le spese della struttura. La Casa attraversò fasi di gravissimo indebitamento, ma il canonico fondatore e i suoi successori non si arresero mai. Fu deciso di assicurare un fondo patrimoniale che potesse garantire un futuro alle iniziative ed alla possibilità di proseguire nell'opera di assistenza. Usando di donazioni, lasciti ed inattese prebende, il consolidamento fu perseguito attraverso l'acquisto di terreni ed edifici. Alla morte del suo fondatore, nel 1842, l'istituto contava già 1.300 ricoverati.

Col passare del tempo, la Casa divenne una piccola città. Quando i "buoni figli" superarono il migliaio, si vissero momenti difficili: i locali non bastavano, così come le proviste alimentari. Ma Torino si dimostrò generosa e sensibile anche in queste circostanze.

Dal XX secolo ad oggi

Nel 1936 fu aperta una Scuola-convitto professionale per infermiere religiose.
Durante la Seconda guerra mondiale i bombardamenti causarono la distruzione di quattro reparti e la morte di circa 100 persone.

Oggi la struttura è estesa per 100.000 m2 e conta circa 14.000 ricoverati.
Dal 1975 nella Scuola-convitto per infermiere opera anche personale laico.

Note

  1. ^ Nel 1959 verranno riunite nella Congregazione delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Voci correlate

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