Piazza Unità d'Italia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Piazza Unità d'Italia, con sullo sfondo il municipio

Piazza Unità d'Italia è la piazza principale di Trieste. Si trova ai piedi del colle di San Giusto, tra il Borgo Teresiano e Borgo Giuseppino.

La piazza si apre da un lato sul Golfo di Trieste ed è circondata da numerosi palazzi ed edifici pubblici. Di pianta rettangolare, per superficie è la più grande piazza d'Europa che si affaccia sul mare, e probabilmente anche la più bella (sono poche le piazze affacciate direttamente sul mare, un'altra molto nota è la piazza del commercio a Lisbona).

Nella piazza hanno oggi sede, tra gli altri, il Municipio di Trieste, il palazzo della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia e la prefettura del capoluogo.

Storia

Si chiamava inizialmente Piazza San Pietro, dal nome di una chiesetta ivi esistente, poi Piazza Grande, nome con il quale i triestini tuttora la identificano. Assunse il nome di Piazza Unità dopo il 1918, quando la città fu annessa al Regno d'Italia; nel 1955, allorché la città ritornò all'Italia con la dissoluzione del territorio libero di Trieste, prese la denominazione attuale.

La piazza è stata rimodellata più volte nel corso dei secoli. L'aspetto attuale le deriva dalla ristrutturazione completa che l'ha coinvolta nel periodo 2001-2005, quando tutti i palazzi sono stati oggetto di restauro; la pavimentazione in asfalto è stata sostituita da blocchi in arenaria, la fontana dei quattro continenti è stata posizionata davanti all'ingresso principale del municipio, riportandola nella sua locazione originaria e sul lato mare è stato installato un sistema di illuminazione con led luminosi blu che ricorda l'antico Mandracchio, interrato nel corso dei secoli.


Galleria di immagini
La Prefettura
Il palazzo del Lloyd Triestino. Si notano le fontane nelle nicchie ai lati
Particolare della torre municipale, con gli automi, la campana e l'orologio
L'approdo sul lato mare della piazza, detto Scala reale, con le statue bronzee
Vista dalla piazza verso il mare in una giornata di nebbia
I pili portabandiera
Il cartellone con la descrizione della piazza
La galleria del Tergesteo

Prima che nella piazza avessero inizio i lavori di risistemazione, l'allora giunta comunale pensò di sfruttare lo spazio disegnandovi un grande dipinto. Il disegno rappresentava l'Europa e Trieste, inserite in una porta ad arco orientale in cui erano indicati il Sol Levante, la Luna e delle stelle gialle su sfondo blu che richiamavano alla Bandiera dell'Europa Unita. La rappresentazione simbolica indicava una figura femminile armata di una lancia a forma di alabarda (simbolo di Trieste) in sella ad un toro, mentre si dirigeva verso il mare. Opera dell'artista Bruno Chersicla, il disegno voleva significare la volontà della città di porsi come protagonista della Comunità Europea. Il dipinto, di oltre novemila metri quadrati, è stato segnalato nel Guinness dei primati.

I palazzi

I palazzi che si affacciano sulla piazza sono (in senso orario dal lato mare):

  • il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 - architetto Emanuele Hartmann), ora sede della Prefettura, con i caratteristici mosaici
  • il palazzo Stratti (1839 - architetto Antonio Butazzoni), ove si trova anche il Caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso. Un breve passaggio tra la Prefettura ed il palazzo Stratti porta al teatro lirico Giuseppe Verdi ed alla galleria del Tergesteo
  • il palazzo Modello (1871 - architetto Giuseppe Bruni); il passaggio tra Palazzo Modello ed il Municipio porta alla Piazza della Borsa
  • Il Municipio, dalla particolare architettura (1875 - architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore. Proseguendo sul lato del Municipio si giunge al sito archeologico del Teatro Romano
  • il palazzo Pitteri (1780 - architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di Piazza Unità
  • il palazzo Vanoli (1873 - ingegner Eugenio Geiringher e architetto Giovanni Righetto), sede di un prestigioso albergo
  • il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austroungarico, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione (1884 - architetto Ernesto Foerstel)

Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.

Il Municipio

il Palazzo del Comune. Op. dell'Arch. Giuseppe Bruni

Subito dopo la decisione di interrare il vecchio Mandracchio (1858-1863), la piazza fu oggetto di una riprogettazione totale. Prevalse allora l'idea di uno spazio completamente aperto sul mare, attorniato da edifici e con il municipio posto come base frontale, con il conseguente abbattimento delle mura e degli edifici che allora chiudevano la piazza dal lato mare. Sul posto designato per far sorgere il Palazzo Comunale sorgevano diverse casette, una loggia ed alcuni edifici.

Nel 1875 l'architetto triestino Giuseppe Bruni vinse la gara per la progettazione del nuovo palazzo. Il nuovo edificio era formato da un corpo unico monumentale sovrastato, nella parte centrale, da una torre. Il Bruni mise tutta la sua bravura per richiamare in quest'opera diverse forme architettoniche, conciliando monumentalità e imponenza, senza in qualche modo turbare l'armonia con gli altri edifici già costruiti.

Il palazzo del municipio è sovrastato dalla torre campanaria sulla quale sono installati due mori chiamati amichevolmente dai triestini Micheze e Jacheze, ovvero in italiano Michele e Giacomo (probabilmente dallo sloveno Mihec e Jakec), anche questi progettati dal Bruni, che dal 1876 scandiscono il trascorrere del tempo ogni quarto d'ora, nonché la campana civica con l'alabarda cittadina. Per essere precisi, le due figure che oggi rintoccano sul municipio, non sono le statue originali, conservate in museo dopo un restauro del 2006 per un intenso logoramento, ma fedeli copie identiche alle precedenti.

Il palazzo non piacque subito ai Triestini che iniziarono ad etichettargli dei nomi buffi ed originali per identificarlo. Il più famoso, ed ancora oggi comunemente usato è Palazzo Cheba ovvero Palazzo Gabbia, per la forma che ricorda una enorme gabbia per gli uccelli, ma anche Palazzo Sipario poiché con la sua mole imponente riusciva a nascondere i ruderi e le brutture delle case della Cittavecchia che si trovavano alle sue spalle.

Una triste immagine accompagna però la storia di questo edificio. Fu proprio dal balcone centrale del Municipio di Trieste che il 18 settembre del 1938 Mussolini, parlando alla gente in Piazza Unità, annunciò la promulgazione delle leggi razziali fasciste in Italia.

Fontana dei Quattro Continenti

La fontana del bergamasco Domenico Mazzoleni

Tra il 1751 e il 1754 nell'allora Piazza Grande si decise la costruzione di una fontana che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all'istituzione del Porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d'Austria.

Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America). Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame. Come immagine simbolica di una città che accoglieva i commercianti provenienti da tutto il mondo e, in maggior misura, dall'area orientale.

Nel 1938, in occasione di una visita di Benito Mussolini a Trieste, la fontana venne rimossa per liberare la piazza, e custodita all'Orto Lapidario. Venne ricollocata nella piazza appena nel 1970, in una posizione leggermente più a lato (verso ovest) rispetto all'attuale.

La fontana negli ultimi tempi è stata oggetto di atti di vandalismo che hanno danneggiato tre delle quattro statue che la circondano. Solo l'Europa si è salvata da questi scempi. L'ultimo episodio risale al mese di maggio del 2008 quando, durante la notte, un ignoto ha decapitato la testa della statua rappresentante l'Africa, lasciandola semplicemente appoggiata al resto del corpo. I resti dei pezzi mancanti sono custoditi in Comune in attesa di restauro.

Statua di Carlo VI

La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli

A pochi metri a destra della Fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle ed osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d'Asburgo.

Tra tutte le modifiche a cui la piazza ha assistito nel corso dei secoli, questo elemento è presente e costante fin dal 1728, anno in cui fu deciso di erigere la statua in occasione della visita dell'Imperatore a Trieste.

Figlio di Leopoldo I d'Austria (la cui statua si trova nell'attuale Piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d'Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste , dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.

La statua raffigura l'Imperatore in piedi che osserva il vecchio nucleo cittadino (verso Piazza della Borsa) e indica il mare, con il porto franco da lui istituito. Data la fretta dovuta all’imminenza della visita, la statua fu provvisoriamente realizzata in legno e dorata, e sostituita quindi nel 1756 dall’attuale in pietra.

Palazzo Modello

Palazzo Modello

L'edificio si trova tra il Municipio e il Palazzo Stratti e fu costruito sempre dall'architetto Giuseppe Bruni tra il 1871 e il 1873, prendendo il posto delle vecchie chiese di San Pietro e San Rocco che si trovavano ivi in loco. Il palazzo fu progettato dietro indicazioni del Comune e venne soprannominato Modello perché doveva servire come esempio architettonico per la ristrutturazione che stava avvenendo nell'allora Piazza Grande.

All'inizio fu adibito ad albergo, che però smise di operare verso il 1912. Al suo posto trovarono spazio gli uffici del Comune. Nell'ultimo piano dell'edificio si notano delle statue (Telemoni) un po' particolari: sono scolpite infatti toccandosi le parti intime, in un gesto scaramantico.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Altri progetti