Piazza Aurelio Saffi
Piazza Aurelio Saffi | |
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Piazza Saffi, veduta odierna dal campanile della chiesa di San Mercuriale | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Città | Forlì |
Informazioni generali | |
Tipo | piazza |
Intitolazione | a Aurelio Saffi |
Collegamenti | |
Luoghi d'interesse | |
Mappa | |
Piazza Saffi è il cuore della città di Forlì e si trova al crocevia dei quattro principali corsi. Di forma trapezoidale, misura circa 128 metri di lunghezza e 87 metri di larghezza. Al centro della piazza si staglia la statua di Aurelio Saffi e il suo perimetro è circondato da alcuni dei palazzi più noti della città. La piazza è tra le più grandi d'Italia.[1]
Nel 1163 il campo dell'abate viene attestato come area interna alle mura delle città, mentre il 22 dicembre 1212 l'Abate di San Mercuriale concesse l'uso pubblico del campo alla comunità forlivese assumendo da quel momento funzione civile.
Evoluzione del nome
[modifica | modifica wikitesto]Fino al XII secolo i confini della città erano più ridotti rispetto agli attuali e le mura della città erano distanti dall'Abbazia di San Mercuriale, che fungeva da centro plebano. Sotto le arcate del Palazzo Comunale passava un braccio del fiume Montone che segnava il limite fisico tra città e campagna. Oltre il fiume era aperta campagna e l'area attorno all'Abbazia prendeva nome di Campo dell'Abate. Con l'aumentare del potere dell'Abbazia tale campo venne adibito a mercato. L'espandersi della città in tale direzione rese necessario l'ampliamento delle mura fino ad inglobare l'Abbazia ed il Campo dell'Abate.
Con il passare del tempo, il Campo dell'Abate venne arricchendosi di edifici, circoscrivendo un'ampia zona che formava una vasta piazza, la più vasta della città. Il nome cominciò a modificarsi in Piazza maggiore e tale rimase fino all'Ottocento quando venne invece dedicata a Vittorio Emanuele II. Fino al 21 ottobre 1921 al centro della piazza si ergeva la colonna votiva dedicata alla Madonna che venne rimossa e traslata fino al duomo. Nel 1916, durante la revisione toponomastica, la piazza era ancora dedicata al re. Fu solo nel 1921, con l'inaugurazione del monumento dedicato ad Aurelio Saffi, che la piazza acquisì l'attuale nome mentre il Borgo Cotogni, attuale Corso della Repubblica, prese il nome di Corso Vittorio Emanuele.
Nel corso della seconda guerra mondiale, con l'arrivo delle truppe di liberazione, prese anche il nome di Saint Andrew Square, per riacquistare quello attuale dopo gli eventi bellici.
I monumenti al centro della piazza
[modifica | modifica wikitesto]Con le informazioni pervenute dalle fonti della città, risulta siano stati tre i monumenti avvicendatisi al centro della piazza dal medioevo ai nostri giorni: La crocetta, la Colonna della Madonna del Fuoco e il Monumento ad Aurelio Saffi, ricostruito due volte perché il primo andò distrutto durante gli eventi bellici dell'ultima guerra.
Non è noto se vi fossero stati eretti in precedenza altri monumenti. Prima che si avesse l'espansione della città in direzione di San Mercuriale, la zona risultava al di fuori della cinta muraria e costituiva uno spazio aperto che con tutta probabilità non ospitava alcun genere di monumento. Nel 1163 per la prima volta, in un documento contenuto nel Libro Biscia, il Campo dell'Abate risulta incluso nella nuova cinta muraria. È probabile che nulla fosse stato edificato al centro del Campo, che rimase sprovvisto di monumenti fino ad un evento cruciale per la storia di Forlì: il sanguinoso mucchio di dantesca memoria.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Sul lato a ovest sorge la Residenza comunale, un tempo palazzo degli Ordelaffi, già signori della città; l'edificio è stato notevolmente rimaneggiato nei secoli, la facciata odierna risale ai primi anni dell'Ottocento. Sono notevoli gli affreschi interni.
Sul lato opposto, a nord-est, sorge l'abbazia di San Mercuriale, il simbolo stesso della città: chiesa di architettura romanica, in mattoni, costruita sul primo luogo di culto cristiano a Forlì; il campanile è famoso per essere uno dei più alti d'Italia, in stile romanico: la stessa foto qui a fianco dà già un'idea dell'altezza di questo campanile, che, nel XIII secolo, era descritto come una delle meraviglie del Regno d'Italia. Il chiostro fu aperto al passaggio pubblico durante il Ventennio, quando architetti e urbanisti del regime fascista ridisegnarono ampie parti della città e della piazza stessa. Particolare è la lunetta sul portale: opera del 1230 che descrive, in due scene, il sonno dei Magi e la loro adorazione a Gesù bambino. Quest'opera può considerarsi il primo presepe scolpito a tutto tondo nella storia dell'arte mondiale.
L'intervento urbanistico degli anni del regime fascista fu piuttosto significativo, in città: per quanto riguarda Piazza Saffi, si può notare nelle costruzioni, verso nord, del palazzo delle Poste e del palazzo degli Uffici Statali, all'angolo, quest'ultimo, tra via delle Torri e Corso Mazzini.
Sul versante sud, sorgono altre due pregevoli palazzine rinascimentali: il palazzo del Podestà e l'adiacente palazzo Albertini.
Infine, di fronte al palazzo comunale, si trovano il cinquecentesco palazzo Serughi e il palazzo della Riunione Adriatica di Sicurtà, dalle forme razionaliste, di Piero Portaluppi.
In passato Forlì ha avuto anche un efficiente servizio tranviario, realizzato grazie a una breve diramazione urbana delle tranvie Forlì-Ravenna e Forlì-Meldola, che furono in esercizio fra il 1881 e il 1930. Questo si svolgeva fra piazzale della Vittoria e piazza Vittorio Emanuele II, lungo l'allora corso Vittorio Emanuele (poi corso della Repubblica)[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Monumenti di Forlì - Piazza Saffi, su romagna.net. URL consultato il 10 luglio 2021.
- ^ Gian Guido Turchi, Romagna in tram, in "I Treni" n. 164, ottobre 1995, pp. 18-21
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su piazza Aurelio Saffi
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