Pellegrino Tibaldi

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Pellegrino Tibaldi, detto il Pellegrini, è un pittore e architetto italiano, nato a Puria di Valsolda nel 1527 e morto a Milano nel 1596.

Biografia

Uno degli affreschi di Palazzo Poggi

Compie a Bologna la propria formazione culturale, sia come pittore, alla scuola del Bagnacavallo, sia come architetto, in un ambiente che risente delle novità portate al nord da Giulio Romano e da Sebastiano Serlio.

Fondamentale è comunque, dal 1547 al 1549, il soggiorno romano che lo pone in contatto con l'opera di Michelangelo e di alcuni dei manieristi (in primo luogo Perin del Vaga), i cui frutti sono evidenti nelle prime opere, come la decorazione dell'appartamento di Paolo III a Castel Sant'Angelo. Una versione particolare del michelangiolismo, in parte venata di grottesca ironia, caratterizza le sue opere pittoriche eseguite subito dopo a Bologna: gli affreschi con storie di Ulisse in Palazzo Poggi (1549) e quelli, del 1555 ca., della cappella Poggi in San Giacomo Maggiore (anche l'architettura degli edifici è attribuita al Tibaldi) sono infatti una versione originalissima dei modelli michelangioleschi, di cui costituiscono una rielaborazione intellettualistica, ironica e giocosa (Giuliano Briganti parlava di "manierismo eroicomico"). Non ancora del tutto chiarita è l'attività del Tibaldi (ricordato anche come ingegnere militare ad Ancona e Ravenna) anteriore al suo arrivo in Lombardia, dove operò poi per quasi tutta la vita.

Decisivo per la sua affermazione fu l'incontro con Carlo Borromeo, grazie al cui appoggio l'artista ottenne importanti commissioni: a Pavia l'Almo Collegio Borromeo (1564); a Milano il cortile della Canonica degli Ordinari del Duomo (1565), la chiesa di San Fedele (1569), prototipo delle chiese controriformate lombarde, il tempietto ottagonale di S. Carlo al Lazzaretto (1576-1592), la chiesa di S. Sebastiano (1577).

Opere

Nelle opere citate come in molte altre (si ricordano la Chiesa dei S.S. Gervasio e Protasio a Parabiago, progettata nel 1570, ma realizzata solo dopo la morte nel 1610; la S. Gaudenzio a Novara, 1577; la facciata della Madonna dei Miracoli a Saronno, 1583; il santuario di Rho, 1584) Tibaldi accentuò i caratteri di un'architettura intellettualistica, scomponendo in entità autonome il codice morfologico del classicismo e riaggregandole per strutture ritmiche dissonanti, in una sorta, per dirla con Vasari, di «licenza... ordinata nella regola». La sua architettura, pertanto, escludendo ogni forma di canonizzazione delle tipologie architettoniche e decorative e usando gli ordini funzionalmente, come intelaiatura tridimensionale dell'edificio, approda a risultati profondamente diversi da quelli contemporanei di Vignola, anche nell'elaborazione dello schema della chiesa controriformistica (versione sperimentale il San Fedele, canonica, invece, il Gesù di Roma).

La facciata di San Fedele a Milano (il coronamento superiore è del XIX secolo)
La facciata del Collegio Borromeo a Pavia

Da segnalare, sempre a Milano, alcuni progetti di architettura civile: palazzo Erba-Odescalchi, palazzo Spinola, palazzo di Prospero Visconti (quest'ultimo eseguito materialmente da altri, forse, come testimonia Lomazzo, da Giuseppe Meda). A Pavia, sempre per San Carlo, Tibaldi progettò il monumentale edificio del Collegio Borromeo.

Nominato architetto del Duomo di Milano (per il quale eseguì molti lavori, tra cui il battistero, 1567), Tibaldi svolse una vastissima attività professionale di progettista e consulente tecnico e concluse la sua carriera nuovamente come pittore, alla corte di Filippo II in Spagna (affreschi del chiostro e della biblioteca dell'Escorial, 1588-1595).

Risale all'ultimo periodo della sua vita, in coincidenza con il suo ritorno a Milano (ultimo decennio del secolo), il progetto per una monumentale (e mai eseguita) facciata in stile classico del duomo milanese, caratterizzata da un ordine gigante di colonne, due campanili, e da un coronamento di statue e obelischi.

Bibliografia

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