Pelagia noctiluca

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Medusa luminosa
Pelagia noctiluca
AMP Capo Gallo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Cnidaria
Classe Scyphozoa
Ordine Semaeostomeae
Famiglia Pelagiidae
Genere Pelagia
Specie P. noctiluca
Nomenclatura binomiale
Pelagia noctiluca
Forsskal, 1775
Sinonimi

Medusa noctiluca (Forskål, 1775)
Pelagia discoidea (Eschscholtz, 1829)
Pelagia flaveola (Eschscholtz, 1829)

La medusa luminosa (Pelagia noctiluca), è una medusa della famiglia Pelagiidae.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

È comune nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico orientale fino al Mare del Nord; è stata citata nelle cronache (nel 1992[1][2], 2003[1][2] e 2005[3]) per la sua abbondanza nei nostri mari in alcuni periodi e per le dolorose irritazioni che provoca se sfiorata.

È una specie pelagica, ma nel periodo autunnale e primaverile si avvicina alla costa.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ombrello marrone-rosato o rosa-violetto di circa 10 centimetri di diametro, traslucido, composto da 16 lobi da cui partono 8 lunghi tentacoli retrattili, molto urticanti e semi-trasparenti, che partono dai bordi e si possono estendere fino a 2 metri. Le braccia orali, dello stesso colore dell'ombrello, sono lunghe fino a circa 30 centimetri.

L’attribuzione del genere noctiluca (dal latino) in quanto emette dei bagliori (bioluminescenza) di luce verdastri, visibili soprattutto di notte.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di plancton e di piccoli pesci che cattura tramite i tentacoli dotati di urticanti nematocisti.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La P. noctiluca è una delle meduse che non attraversano lo stadio polipoide durante la maturazione. Gli adulti sono a sessi separati: la femmina depone le uova nel mare, che vengono fecondate dagli spermatozoi dei maschi. Dallo zigote nasce la planula, una larva dotata di ciglia per il movimento e che si disperde a livello planctonico. Non attraversa però lo stadio di scifistoma, ancorandosi al terreno, ma si divide direttamente in efira, una giovane medusa che poi crescerà a formare la medusa adulta.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b NEWTON, Quella di quest'anno sarà l'estate delle meduse, su newton.corriere.it, 30 giugno 2003. URL consultato il 16 ottobre 2007.
  2. ^ a b Corriere.it, Spiagge italiane invase dalle meduse, su corriere.it, 24 giugno 2003. URL consultato il 16 ottobre 2007.
  3. ^ NEWTON, Le meduse stanno invadendo il Tirreno, su newton.corriere.it, 4 luglio 2005. URL consultato il 16 ottobre 2007.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Egidio Trainito, Atlante di flora e fauna del Mediterraneo, 2004ª ed., Milano, Il Castello, 2004, ISBN 88-8039-395-2.

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