Paziente di Lione

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San Paziente

Vescovo

 
NascitaLione, V secolo
Mortetra il 480 e il 494
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazionepre canonizzazione
Ricorrenza11 settembre
Paziente di Lione
vescovo della Chiesa cattolica
Incarichi ricopertiVescovo di Lione
 
NatoV secolo a Lione
Consacrato vescovo450 circa
Decedutotra il 480 e il 494
 

Paziente (Lione, V secolo – tra il 480 e il 494) è stato il 20º vescovo di Lione nella seconda metà del V secolo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel più antico catalogo episcopale lionese, contenuto in un evangeliario della metà del IX secolo, e redatto attorno agli anni 799-814, il nome del vescovo Paziente (Paciens o Patiens) compare al 20º posto[1] tra sant'Eucherio, morto il 16 novembre 449, e san Lupicino, che svolse il suo ministero in un'epoca precedente al 494/495.[2] È in quest'arco di tempo che Paziente svolse il suo episcopato a Lione, nella seconda metà del V secolo.

Non si conosce nulla della vita di Paziente prima del suo episcopato, che ebbe inizio molto probabilmente nel 450. Ciò che si conosce del suo ministero è dovuto alle lettere di Sidonio Apollinare, con il quale Paziente ebbe uno scambio epistolare, dopo che questi divenne vescovo dell'Alvernia nel 469/470.

A Paziente si deve la costruzione della chiesa dei Santi Apostoli, più tardi dedicata a San Nicezio, consacrata tra il 469 e il 471; in questa occasione Sidonio Apollinare compose un poema epigrafico. A Paziente è attribuita, forse a torto, la costruzione di altre chiese, e soprattutto il rifacimento della chiesa di Santo Stefano e del battistero di San Giovanni.[3] Nell'epistolario di Sidonio Apollinare, Paziente viene ricordato per la sua grande carità e la sua devozione nei confronti dei poveri. In occasione di una carestia, tra il 472 e il 475, fece arrivare il grano attraverso il Rodano e la Saona per sfamare la popolazione.

Paziente fu presente anche ad alcuni concili dell'epoca. Attorno al 470 intervenne al concilio che doveva regolare la spinosa questione dell'elezione del vescovo di Chalon; Paziente consacrò il nuovo vescovo Giovanni.[4] Nel 474 o 475 un concilio celebrato ad Arles, condannò il prete Lucido di Riez, fautore di idee eterodosse sulla predestinazione: il nome di Paziente compare nella lettera sinodale al 6º posto tra Mamerto di Vienne e Verano di Vence.[5] Un concilio tenuto a Lione attorno al 475, e i cui atti sono andati persi, condannò altri errori di Lucido; in questa occasione Paziente presentò all'assemblea conciliare un suo componimento teologico intitolato Dogmata ecclesiastica.[6] A Paziente sono attribuite, con il beneficio del dubbio, anche alcune omelie.[7]

Nelle lettere di Sidonio Apollinare non si parla della morte di Paziente e nemmeno del suo successore; è dunque probabile che il vescovo di Lione morì dopo Sidonio Apollinare, in un'epoca compresa tra il 480 e il 494.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

La più antica attestazione liturgica del vescovo Paziente si trova nel Martirologio geronimiano (V-VI secolo), dove la sua celebrazione è posta all'11 settembre.[8] Dal Martirologio geronimiano la sua commemorazione passò nel Martirologio Romano redatto dal Baronio. L'odierno martirologio, riformato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II, ricorda il santo vescovo con queste parole:[9]

«A Lione in Francia, san Paziente, vescovo, che, mosso da carità, distribuì gratuitamente il frumento alle città disposte lungo il Rodano e la Saône per soccorrere le popolazioni oppresse dalla fame e si impegnò a fondo in un apostolato di conversione degli eretici e di cura dei bisognosi.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In realtà nei cataloghi di Lione, il nome di Stefano si trova al 22º posto, per l'interpolazione di Salonio e Veranio, figli di sant'Eucherio, che tuttavia non furono mai vescovi a Lione.
  2. ^ Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, II, pp. 157, 158, 160 e 163.
  3. ^ Bibliotheca Sanctorum, vol. X, col. 427.
  4. ^ Dictionnaire d'archéologie chrétienne et de liturgie, X/1, coll. 196 e 198.
  5. ^ Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, vol. I, pp. 131-132 e 370.
  6. ^ Dictionnaire d'archéologie chrétienne et de liturgie, X/1, coll. 198-199.
  7. ^ Dictionnaire d'archéologie chrétienne et de liturgie, X/1, col. 197.
  8. ^ (LA) Giovanni Battista de Rossi e Louis Duchesne, Martyrologium Hieronymianum, in Acta Sanctorum Novembris, II (1894), p. [119].
  9. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 715.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]