Paul Quinsac

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Paul Quinsac nel 1897.

François Paul Auguste Quinsac, noto semplicemente come Paul Quinsac (Bordeaux, 20 marzo 1858Bordeaux, 1929), è stato un pittore francese.

Noto con il soprannome di "pittore dell'eleganza bordolese"[1][2][3] fu un pittore specializzato nei soggetti allegorici e mitologici, nei ritratti e nei paesaggi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le Moulin de La Galette, 1887 circa

François Paul Auguste Quinsac nacque il 20 marzo del 1858 al numero 45 della rue Saint-James a Bordeaux. Suo padre, che era un accademico, si occupò della sua istruzione. All'età di sedici anni, cominciò a lavorare nel commercio e nel 1878 partì per Parigi, dove entrò nello studio di Henri Herz, un costruttore di pianoforti. Entrò nella scuola di belle arti parigina e fu uno studente di Jean-Léon Gérôme.[4]

A partire dal 1880, espose con regolarità al Salone degli artisti francesi,[5] del quale divenne un membro nel 1887. Ricevette una menzione onorevole alla mostra del 1884 con un'Arlesiana. Nel 1886 espose un Bagno.[6] Godette di una menzione alla mostra del 1887 per Le Moulin de la Galette e ottenne una medaglia di terza classe a quella del 1889.[5] Nel 1895, inoltre, espose un dipinto a tema giapponese che potrebbe raffigurare la dea solare Amaterasu.[7]

Tra il 1886 e il 1890, Paul Quinsac realizzò dei disegni per illustrare il Courrier français, un quotidiano illustrato. Nel 1889 egli ricevette una borsa di studio per effettuare un viaggio[5] e ricevette una medaglia di bronzo all'esposizione universale del 1889 (mentre all'esposizione universale del 1900 avrebbe ricevuto una menzione onorevole).[5] Nel 1901 Quinsac divenne un professore di pittura e di disegno presso la scuola di belle arti di Bordeaux.[5] Nel 1906 gestì la prima mostra bordelese, chiamata "l’Atelier", che raggruppava soprattutto gli artisti locali che difendevano ardentemente lo stile accademico.

Paul Quinsac realizzò molte decorazioni per gli interni di varie istituzioni bordolesi: per la biblioteca di Henri Bordes per la quale realizzò L'apoteosi di Gutenberg nel 1894[8] (che poi venne reinstallata sul soffitto della sala per i fumatori del Grand Théâtre), per il castello Bourann, la prefettura e la Cassa di Risparmio. Da pubblicitario di talento, realizzò molti manifesti, tra i quali quello molto famoso di un olio di fegato di merluzzo del bordolese Gaston Monnier con questo slogan imperativo: "Prendetene, Dio lo ordina!" (Prenez-en! Dieu l'ordonne!). Il 12 novembre del 1908 venne nominato cavaliere della Legione d'onore.[9] Nel 1925 venne ricevuto all'accademia nazionale delle scienze, della letteratura e delle arti di Bordeaux. Si spense intorno al 15 maggio nel 1929, nella sua città natale.[10][11]

Opere nelle collezioni pubbliche[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto di Jean Rigaud, 1899

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria
— 12 novembre 1908

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Lista parziale di opere dell'artista conservate nelle collezioni private.

Allegorie[modifica | modifica wikitesto]

Nudi[modifica | modifica wikitesto]

Ritratti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Jean-Pierre Babelon, Jean-Pierre Chaline, Jacques Marseille, Mécénat des dynasties industrielles et commerciales, Librairie académique Perrin, 2008, p. 198.
  2. ^ (FR) Céramiques de René Buthaud, catalogo della mostra, Musée des arts décoratifs de la ville de Bordeaux, 1976, p. 9.
  3. ^ (FR) "Art et bourgeoisie : la Société des amis des arts de Bordeaux (1851-1939)" in Dominique Dussol, Le Festin, 1997, p. 213.
  4. ^ (FR) Société des artistes français Salon, Explication des ouvrages de peinture, sculpture, architecture, gravure, et lithographie des artistes vivants exposés au Grand palais des Champs-Élysées, 1881. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  5. ^ a b c d e Dal documento della Legione d'onore, disponibile sulla base Leonore.
  6. ^ (FR) F. G. Dumas, Catalogue illustré, Paris, L. Baschet, 1879. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  7. ^ (FR) Le magasin littéraire, Siffer, 1895. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  8. ^ (FR) La Nouvelle revue, 1894. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  9. ^ (FR) Recherche - Base de données Léonore, su www.leonore.archives-nationales.culture.gouv.fr. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  10. ^ (FR) Journal des débats politiques et littéraires, su Gallica, 15 maggio 1929. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  11. ^ (FR) Figaro : journal non politique, su Gallica, 16 maggio 1929. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  12. ^ (FR) Portrait d'Edouard Bonie, conseiller à la cour d'appel de Bordeaux, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  13. ^ (FR) Portrait de Madame Gardère, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  14. ^ (FR) La Fontaine de jouvence, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  15. ^ (FR) Portrait de Madame Seigne, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  16. ^ (FR) Diane, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  17. ^ (FR) Portrait de Jean Rigaud, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  18. ^ (FR) Portrait de Madame Rigaud, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  19. ^ (FR) Jeune fille au chapeau de paille, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 30 gennaio 2024.
  20. ^ (FR) La Tentation, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 30 gennaio 2024.

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