Partito del Popolo (Siria)

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Partito del Popolo
حزب الشعب
Ḥizb al-Shaʿb
(PP)
StatoBandiera della Siria Siria
SedeDamasco, Aleppo
Fondazione1948
Dissoluzione1963
IdeologiaNazionalismo arabo

Fondato da Nazim al-Qudsi nel 1948, il Partito del Popolo (PP) è stato un partito politico siriano attivo negli lungo la fine degli anni quaranta, tutti gli anni cinquanta e l'inizio del decennio successivo. Esso costituì la maggior forza d'opposizione al Partito Nazionale e ai suoi governi, malgrado entrambi avessero militato nell'ambito del Blocco Nazionale, che agì contro la presenza francese mandataria.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Blocco Nazionale si scisse nel 1947, a causa di rivalità personali e di carattere regionale. Suoi membri di antica militanza delle città del settentrione siriano (Homs, Hama e Aleppo) dettero allora vita al Partito del Popolo. Il partito rappresentava il ceto imprenditoriale del nord e del centro della Siria e gli interessi dei proprietari terrieri favorevoli a un'unione economica con l'Iraq.[1] Il partito fu sostenuto anche dall'"aristocrazia" di Aleppo, che credeva nel tradizionale ruolo della città nel settore del commercio con la cosiddetta Mezzaluna Fertile da realizzare grazie a una federazione politica con l'Iraq hashemita, e mirava a infrangere il dominio elitario della borghesia damascena. Nazim al-Qudsi, Rushdi al-Kikhya e Abd al-Wahhab Hawmad fondarono il partito nel 1948.[2][3]

Il partito sostenne il clan di Homs degli al-Atassi. Adnan al-Atassi, figlio di Hashim al-Atassi, fu uno dei padri-fondatori del partito. Hashim al-Atassi non fu invece mai membro ufficiale della formazione politica, pu sostenendola tramite suo figlio e suo nipote Faydi al-Atassi, che finì col ricoprire varie funzioni pubbliche di rilievo, tra cui quella di ministro degli Esteri. Il loro sostegno assicurò a Homs una forte base al partito.[2]

Il PP conobbe l'acme della sua influenza nel periodo 1949—1951, sotto i regimi militari di Sami al-Hinnawi e di Adib al-Shishakli. Dopo aver ottenuto la maggioranza dei voti nelle elezioni parlamentari siriane del 1949, il partito si scontrò con Shishakli suol tema del controllo delle forze di polizia. Shishakli portò a termine un colpo di Stato il 28 novembre 1951 e fece arrestare i leader del PP, tra cui Nazim al-Qudsi e Rushdi al-Kikhya, ponendo l'ex-presidente Hashim al-Attasi agli arresti domiciliari. Il partito fu tra quelle forze che complottarono per rovesciare Shishakli due anni più tardi, riguadagnando consensi nella elezioni parlamentari siriane del 1954 e occupando posti di rilievo nei governi successivi, diventando il più grande partito in parlamento.

Il PP fu obbligato a disciogliersi, con tutti gli altri partiti siriani, durante l'effimera vita della Repubblica Araba Unita. Gamal Abd al-Nasser proibì infatti l'attività di qualsiasi formazione politica organizzata, ma il PP tornò al potere dopo la secessione voluta dalla Siria nel 1961. Il leader del partito, al-Qudsi, fu eletto presidente dopo la vittoria schiacciante nelle elezioni parlamentari siriane del 1961.[4] Egli rimase in carica fino al nuovo colpo di Stato militare del 1963, che condusse al potere il Ba'th.

Negli ultimi anni si è discusso se ridar vita al partito in qualche forma, a seguito della relativa liberalizzazione dei requisiti richiesti per far parte del Fronte Progressista Nazionale, ma tutto ciò non si è poi concretizzato in alcun modo.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Commins, 2004, pp. 214—215.
  2. ^ a b Moubayed, 2002, p.xiv.
  3. ^ Moubayed, 2006, p. 251.
  4. ^ Ro'i, 1974, p. 359.
  5. ^ Sami Moubayed, Syria's Ba'athists loosen the reins, in Asia Times Online, Hong Kong, 26 aprile 2005. URL consultato il 5 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2011).