Papiniano di Vita

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Papiniano

Vescovo di Vita

 
NascitaIV secolo
MorteV secolo
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza28 novembre

Papiniano (latino: Papinianus Vitensis; IV secoloV secolo) è stato vescovo di Vita nella provincia africana di Bizacena, e subì il martirio sotto il re vandalo Genserico, sostenitore dell'arianesimo.[1].

Fu bruciato vivo tra il 430 e il 431 secondo la notizia tramandata dall'Historia persecutionis vandalicae di Vittore di Vita.[1] Questo santo potrebbe essere identificato con il vescovo Pampiniano, di sede sconosciuta, il cui nome si trova nella lista dei partecipanti al concilio del 24 febbraio 418.[2]

Il nome di questo santo è riportato in modo diverso dalle fonti: nei manoscritti di Vittore di Vita è indicato come Pampinianus o Panpinianus; mentre nelle liste del concilio del 418 si trova Papinianus e Papianus.[2]

Floro introdusse il nome di Papiniano nel suo martirologio al 1º dicembre; fu seguito da Adone e Usuardo, che però spostarono la sua festa al 28 novembre.[1]

Il suo elogio si legge nel Martirologio romano al 28 novembre, assieme a Mansueto di Urusi, con queste parole:

«In Africa settentrionale nell’odierno territorio libico e tunisino, commemorazione dei santi martiri Papiniano di Vita e Mansueto di Urusi, vescovi, che, durante la persecuzione vandalica, portarono a compimento il loro glorioso combattimento bruciati in tutto il corpo con lamine di ferro incandescenti per aver difeso la fede cattolica contro il re ariano Genserico. In quel tempo, anche i santi vescovi Urbano di Djerba, Crescente di Bizacio, Habetdéus di Teudala, Eustrazio di Sufes, Cresconio di Tripoli, Vice di Sabrata, Felice di Sousse, e infine, sotto Unnerico figlio di Genserico, i vescovi Ortolano di Bennefa e Florenziano di Mdila, condannati all'esilio, terminarono il corso della loro vita come confessori della fede.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Gian Domenico Gordini, BSS, vol. X (1968), col. 319.
  2. ^ a b Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 814.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2004.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Roma, Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, 1961-1969.
  • (FR) André Mandouze, Prosopographie chrétienne du Bas-Empire, 1. Prosopographie de l'Afrique chrétienne (303-533), Paris, Éditions du Centre National de la Recherche Scientifique, 1982, p. 814

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]