Palazzo Roccabruna

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Palazzo Roccabruna
Facciata settentrionale di Palazzo Roccabruna
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàTrento
Indirizzovia SS. Trinità 24
Coordinate46°03′58.97″N 11°07′24.81″E / 46.06638°N 11.123558°E46.06638; 11.123558
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
UsoEnoteca provinciale del Trentino
Realizzazione
ProprietarioCamera di Commercio di Trento

Palazzo Roccabruna è un palazzo a Trento risalente alla metà del XVI secolo e facente parte di un aggregato di varie unità edilizie realizzato nello stesso periodo all'epoca di proprietà della famiglia Roccabruna.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Portale d'ingresso

Il palazzo, sito in via SS. Trinità 24, si sviluppa su tre piani f.t., ha un cortile sul retro e presenta sulla facciata settentrionale un portale bugnato racchiuso tra due panche in pietra, con lo stemma dei Roccabruna sulla chiave di volta. Il portale sorregge un balconcino con balaustra in pietra, a sua volta sormontato da uno stemma in gesso[2] di attribuzione incerta tra Ludovico Madruzzo ed il nipote Cristoforo Madruzzo.[1]

Il portale si apre su un atrio a corridoio con volte, decorato con stucchi e busti di imperatori romani nelle lunette sul soffitto.[3]

Il piano nobile presenta un salone con affreschi nella parte superiore e decorazioni ad encausto di soli e lune nella parte inferiore. Il soffitto è ligneo a cassettoni, il e caminetto affrescato presenta lo stemma Alberti.[1][3] Da esso si accede al balcone sopra il portale d'ingresso ed alla cappella.

La cappella, dedicata a san Gerolamo, è collocata a mo' di ponte sopra vicolo Gaudenti, nella struttura che collega il palazzo con l'edificio sul lato occidentale (un tempo anch'esso di proprietà dei Roccabruna). Il pavimento è rivestito di mattonelle di maiolica, mentre il soffitto è decorato da stucchi. La parte superiore delle pareti è affrescata con quattordici scene tratte dalla vita di san Gerolamo, mentre nella parte inferiore vi è un affresco con il ritratto del canonico Gerolamo Roccabruna, in passato attribuito a Tiziano Vecellio.[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La "sala del Conte di Luna" al piano nobile
Decorazioni ad encausto nella parte inferiore del salone

La realizzazione del palazzo si colloca a metà del XVI secolo: sull'architrave di una porta al piano terreno si legge l'anno 1554.[1]

Al tempo del Concilio di Trento il piano nobile fu preso in affitto per un breve periodo (a 50 scudi d'oro al mese) da Claudio Fernandez de Quiñones, oratore di Filippo II di Spagna, conosciuto come conte di Luna, che fece decorare la parte inferiore del salone con soli ad encausto.[1][3] A memoria di ciò il salone è detto sala del conte di Luna. A partire dalla metà del XVII sec. il palazzo cambiò più volte proprietà, andando progressivamente in degrado con la cappella ridotta a deposito di mobili ed attrezzi agricoli ed infiltrazioni d'acqua dal tetto.[3]

Dal febbraio 2002, al termine di un'opera di restauro, il palazzo è di proprietà della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Trento. Dal settembre del 2007 è sede dell'Enoteca provinciale del Trentino.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Aldo Gorfer, Trento città del Concilio, 2ª ed., Edizioni Arca, 1995 [1963], pp. 261-263, ISBN 88-88203-10-9.
  2. ^ Renato Bocchi, Trento - Interpretazione della città, Arti Grafiche Saturnia s.a.s., 1989, ISBN 88-85013-47-3.
  3. ^ a b c d e Gian Maria Rauzi, Il volto di Trento nel corso dei secoli, Trento, Curcu e Genovese, 2008, pp. 195-198, ISBN 978-88-89898-33-8.
  4. ^ Roberto Giampiccolo, Paolo Milani, Palazzo Roccabruna - Casa dei prodotti trentini, su comune.tn.it, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Trento. URL consultato il 27 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2009).

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