Palazzo Bellisomi Vistarino

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Palazzo Bellisomi Vistarino
La facciata verso la città
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàPavia
Indirizzovia Sant'Ennodio, 24-26
Coordinate45°10′53″N 9°09′24″E / 45.181389°N 9.156667°E45.181389; 9.156667
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1745-1753
Inaugurazione1753
Stilebarocco
Realizzazione
ArchitettoFrancesco Croce

Il palazzo Bellisomi Vistarino è un palazzo settecentesco della città di Pavia e tra i più importanti esempi del barocchetto lombardo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Bellisomi è di antica origine pavese. Ne uscirono giuristi, amministratori, eccelesiastici, fra questi il più celebre fu Carlo (1736- 1808), che percorse la carriera diplomatica, divenendo prima nunzio in Polonia e poi a Lisbona, nel 1783 fu creato cardinale, e nel 1795 vescovo di Cesena. Partecipò attivamente nel 1801 ai comizi di Lione.

Intorno al 1720 l'aristocratica famiglia decise di rimodellare, secondo i dettami delle nuove mode artistiche, il proprio palazzo urbano, i lavori, tuttavia, si protrassero a lungo, finché, dal 1745, Gaetano Annibale Bellisomi, grazie all'ingente patrimonio accumulato, diede nuovo impulso al cantiere. Gaetano Annibale era un uomo di grande cultura e di multiformi interessi, dalle scienze alle arti, appassionato bibliofilo (la biblioteca dei Bellisomi era una della maggiori della città) e grande collezionista di antichità, in particolare di monete antiche. Nel palazzo creò un museo antiquario, ricco anche di collezioni naturalistiche, che attrasse visitatori anche da altre città italiane e non solo.

Il palazzo fu progettato da Francesco Croce, uno dei massimi architetti milanesi dell'epoca, mentre per gli affreschi fu chiamato il pittore cremonese Giovanni Angelo Borroni. L'elegante palazzo, terminato nel 1753[1], era originariamente riccamente arredato, sappiamo infatti che Gaetano Annibale fece giungere mobili dalla Francia e, tramite il marchese Antoniotto Botta Adorno, tappezzerie fiamminghe da Bruxelles. Nell'Ottocento la proprietà del palazzo passò ai conti Giorgi di Vistarino, che rimodellarono, secondo il gusto dell'epoca, le decorazioni di alcune sale. Dopo diversi passaggi, l'edificio è divenuto proprietà dell'Università di Pavia, che dopo lunghi restauri, iniziati nel 2007, dal 2013 è sede della fondazione Alma Mater Ticinensis[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso, che occupa una superficie di ben 5.600 m², è scandito attorno al corte nobile, a quello di servizio e al grande giardino, che si affaccia, grazie a un belvedere, sul Ticino.

Il palazzo è dotato anche di una cappella, dedicata ai Santi Simone e Giuda, e di scuderie. Uno scalone permette l'accesso ai vari ambienti dell’ala principale del palazzo, poi collegati alle ali intermedie.

L'edificio si caratterizza anche per la diversità delle due facciate: semplice e razionale quella rivolta verso via Sant'Ennodio, scenografica e vivace, grazie anche al portico e al terrazzo, quella rivolta verso il giardino[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Palazzo Bellisomi Vistarino, su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ La storia, su palazzovistarino.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Susanna Zatti, L'architettura a Pavia nel XVII e XVIII secolo, in Banca Regionale Europea (a cura di), Storia di Pavia. L'età spagnola e austriaca, IV (tomo II), Milano, Industrie Grafiche P.M., pp. 872-873.
  • Marica Forni, Cultura e residenza aristocratica a Pavia tra '600 e '700, Milano, Franco Angeli, 1989.

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