Ottavio Beltrano

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Ottavio Beltrano

Ottavio Beltrano (Terranova da Sibari, 1598Ancona, 1654) è stato uno scrittore e tipografo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Frontespizio dell'opera Breve descrittione del Regno di Napoli di Ottavio Beltrano (1644)

Iniziò la sua attività letteraria a Cosenza per poi spostarsi a Napoli. Fu attivo come tipografo in varie città del Regno di Napoli e ad Ancona. Nel 1626 stampò la Vaiasseide di Giulio Cesare Cortese in una stamperia ubicata in Via San Biagio dei Librai. Nel 1637 fu l'editore del primo libro stampato a Sorrento.

Nel 1644 pubblicò la Breve descrittione del Regno di Napoli, sua opera più importante, «una sorta di guida economica condotta su materiali di seconda mano»[1], con dati «raccolti e dati in luce» dal Beltrano stesso, più volte ristampata, spesso anche con la partecipazione di altri autori, come Cesare d'Engenio Caracciolo ed Enrico Bacco. In tale opera Ottavio si sofferma – tra gli altri – sull'importanza della classe artigiana della città[2].

Ristrutturò infine l'Almanacco perpetuo di Rutilio Benincasa,[3] che ebbe notevole fortuna,[1] arricchendolo con figure, illustrazioni e nozioni astrologiche,[1][4] contribuendo così alla lunga tradizione editoriale degli almanacchi,[5] come quello del Barbanera che prosegue tuttora.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c DBI.
  2. ^ Aurelio Musi, Mezzogiorno spagnolo. La via napoletana allo Stato moderno, Napoli, Guida Editori, 1991, p. 186.
  3. ^ Corrado Dollo, Galileo Galilei e la cultura della tradizione, a cura di Giuseppe Bentivegna, Santo Burgio e Giancarlo Magnano San Lio, introduzione di Giuseppe Bentivegna e William R. Shea, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2003, p. 264.
  4. ^ Aa.Vv., La Calabria: rivista di letteratura popolare, pag. 24], Tipografia Francesco Raho., 1896.
  5. ^ Memorie della classe di scienze morali, storiche e filologiche, pag. 1202, in «Atti della Reale Accademia Nazionale dei Lincei», n. 6, 1942.
  6. ^ Alessio De Dominicis, L'origine dei numeri e i rischi del gioco della smorfia, su lacittadisalerno.it, 7 gennaio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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