Otite esterna maligna

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Otite esterna maligna
Malattia rara
Specialitàneurologia
Classificazione e risorse esterne (EN)

L'otite esterna maligna è una patologia flogistica del condotto uditivo esterno con evoluzione distrofico-necrotizzante delle strutture uditive e dell'osso temporale.

Epidemiologia[modifica | modifica wikitesto]

È una forma rara; colpisce prevalentemente soggetti anziani, diabetici ed immunodepressi. Dal punto di vista storico, il primo caso venne rivelato durante la seconda guerra mondiale nell'isola di Guam con un'incidenza del 50 %.[1]

Eziologia e patogenesi[modifica | modifica wikitesto]

L'evoluzione necrotizzante è dovuta all'infezione sostenuta da Pseudomonas aeruginosa. La flogosi esita verso la formazione di tessuto granuleggiante e chiaramente necrotico che invade il condotto uditivo esterno. In seguito all'estensione nell'osso temporale, l'infezione può colpire le strutture della base cranica, con rapida involuzione della situazione clinica.

Profilo clinico[modifica | modifica wikitesto]

Il quadro si manifesta inizialmente con otorrea purulenta, con dolore che tende ad intensificarsi nel tempo. La lesione dei nervi cranici (dal VI al XII) può manifestarsi con paralisi oculare e/o facciale, sordità, vertigini, ageusia, dolore e paralisi cervicale.

Profilo diagnostico[modifica | modifica wikitesto]

In corso di esame otoscopico si evidenzia la presenza di tessuto necrotico e leggermente sanguinamente delimitato da cute edematosa ed iperemica. La metodica TC è necessaria per evidenziare il coinvolgimento delle strutture endocraniche e la diffusione dell'infezione. Una scintigrafia con gallio dimostra la presenza di flogosi estesa all'osso temporale. Il tampone auricolare è in grado di dimostrare la presenza di Pseudomonas aeruginosa, fornendo utili indicazioni terapeutiche in seguito all'allestimento di un antibiogramma.

Terapia[modifica | modifica wikitesto]

Nelle fasi iniziali deve essere imposto uno schema antibiotico che preveda l'utilizzo di penicilline anti-pseudomonas o cefalosporine di 3ª generazione associate ad un aminoglicoside come la gentamicina per almeno 6 settimane. Nelle fasi avanzate è invece indicata la terapia chirurgica (mastoidectomia o petrosectomia) associata ad ossigenoterapia iperbarica.

Complicazioni[modifica | modifica wikitesto]

L'estensione dell'infezione alle strutture craniche è la complicazione più frequente, con elevato rischio di morte (30-50%). Una tromboflebite dei seni venosi endocranici può portare rapidamente verso l'exitus.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mariapaola Salmi, Così si blocca quel dolore che colpisce l'orecchio, in la Repubblica, 21 luglio 2015, p. 37.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Albera e Rossi, Otorinolaringoiatria - II edizione, Torino, Edizioni Minerva Medica, 2008, ISBN 978-88-7711-583-6.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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