No mi giamedas Maria

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No mi giamedas Maria
ArtistaCoro Barbagia
Autore/iBonaventura Licheri, Banneddu Ruiu
Generegosos
Stilecanto polifonico
Data1966

No mi giamedas Maria (in italiano: Non chiamatemi Maria ma il titolo originale è Sende mortu cun rigores[1]) è un canto tradizionale e devozionale sardo in logudorese, tratto da Su settenariu pro sa Chida Santa, terza Die scritto nel XVIII secolo dal poeta Bonaventura Licheri. Il canto veniva eseguito come un gosos nei riti della Quaresima. Da tempo fa parte del repertorio dei vari cori dell'isola, come il Coro Barbagia che fu il primo che lo registrò nell'album Sardegna canta e prega, poi il Coro di Nuoro (arr. di Gian Paolo Mele) e nel 1978 fu la volta di Maria Carta, successivamente i Bertas, ecc.


Il testo[modifica | modifica wikitesto]

Il testo completo è composto di sette terzine: le prime quattro riportano le parole delle donne; le ultime tre quelle di Maria.

(SC)

«No mi nedas chi beneitta
intro ‘ e sas feminas sia
s’incontrat s’anima mia,
trista, dolente e afflitta,
a chie apo dadu sa titta
bido in mortales orrores.
No mi giamedas Maria
si chi no Mama de dolore.»

(IT)

«Non ditemi che benedetta
io sia fra le donne,
al momento l'anima mia
è triste, dolente e afflitta
colui che ho allattato al mio seno,
vedo in mortali orrori.
Non chiamatemi Maria
ma soltanto Madre di dolore»

Andrea Parodi, in uno dei suoi concerti, aveva raccontato che Maria Carta si era immaginata la Madonna che piangeva il Cristo morto in un paesino sardo, dove le donne curiose, nello spingi spingi generale, vedendo la Madonna piangere commentavano: “Perché piange? Non dice di essere la Madre di Dio?”. Allora la Madonna, sentendo queste voci, rispondeva e spiegava loro il suo dolore di quel momento. «Quale dolore, per una madre, può essere più grande di avere tra le braccia il Figlio morto?»[2].

Interpreti[modifica | modifica wikitesto]

Questo canto è eseguito molto spesso in gran parte dell'isola durante le manifestazioni religiose, ma è stato anche oggetto di varie interpretazioni di numerosi artisti.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vedi Giovanni Spano in Canzoni popolari di Sardegna, 1863- 1872, pp. 361-363
  2. ^ Simone Piraino, Mater dolorosa, su culturacattolica.it, 16 marzo 2012. URL consultato il 18 maggio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bonaventura Licheri, a cura di Eliano Canu, Deus ti salvet Maria, (Testi poetici inediti di Bonaventura Licheri), Oristano, 2005

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]