Plasticità sinaptica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Neuroplasticità)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La plasticità sinaptica, particolare tipo di plasticità neuronale (insieme alla plasticità intrinseca relativa alle proprietà elettriche intrinseche dei neuroni, alla plasticità strutturale relativa alla loro struttura assonale o dendritica e alla neurogenesi capace di introdurre nuovi elementi neuronali in un circuito), è la capacità del sistema nervoso di modificare l'intensità delle relazioni interneuronali (sinapsi), di instaurarne di nuove e di eliminarne alcune. Questa proprietà permette al sistema nervoso di modificare la sua struttura e la sua funzionalità in modo più o meno duraturo e dipendente dagli eventi che li influenzano come ad esempio l'esperienza.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

I meccanismi della plasticità neurale entrano anche in gioco a seguito di danni cerebrali e stanno alla base dei processi di recupero funzionale, ossia "riorganizzazione" della funzione nella sede originaria; "spostamento" di una data funzione in una nuova area cerebrale; "trasferimento" della funzione compromessa in un'area cerebrale controlaterale; "sostituzione" del deficit con l'apprendimento di strategie comportamentali. Le fasi della plasticità sinaptica sono: "sprouting dendritico", che consiste nell'arborizzazione dei neuroni adiacenti; "rigenerazione assonale", cioè la parziale o totale ricrescita degli assoni dei neuroni danneggiati (relativamente facile da ottenersi in soggetti particolarmente giovani, più raramente in soggetti adulti); "supersensibilità postsinaptica", una situazione in cui aumenta l'accuratezza della trasmissione nervosa e si affina la selettività di trasmissione; "svelamento di sinapsi latenti", che consiste nell'attivazione di sinapsi da sempre esistite, ma fino ad allora inutilizzate.

Per questa ragione è la proprietà neurobiologica che si ritiene alla base del fenomeno della memoria e degli eventi di apprendimento. Tra gli eventi di plasticità sinaptica vi sono l'aumento o riduzione della forza di trasmissione di una sinapsi, rispettivamente potenziamento a lungo termine (Long term potentiation o LTP) e depressione a lungo termine (Long term depression o LTD).

Pertanto la plasticità sinaptica non entra in gioco unicamente in caso di necessità di ovviare ad un danno del SNC, ma anche in qualsiasi processo di apprendimento e memorizzazione. La locuzione latina "repetita iuvant" rappresenta perfettamente questo concetto, è stato infatti dimostrato che ripetere più volte una determinata attività o una determinata lezione (nel caso degli studenti ad esempio), porta ad un rafforzamento e a un consolidamento dei circuiti neuronali connessi a tale attività.

La plasticità sinaptica, insieme alla plasticità intrinseca e plasticità strutturale (che comprende i fenomeni di modificazione della struttura dei neuroni, compresi dendriti e assoni, o della struttura delle reti di neuroni, compresa la formazione di nuovi neuroni, o neurogenesi) fa parte dei fenomeni di plasticità neuronale (o neuroplasticità).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Berlucchi G, Buchtel HA, Neuronal plasticity: historical roots and evolution of meaning, in Exp Brain Res, vol. 192, 2009, pp. 307-319, DOI:10.1007/s00221-008-1611-6, PMID 19002678.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]