NGC 299

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NGC 299
Ammasso aperto
NGC 299 all'interno della Piccola Nube di Magellano nelle immagini riprese dal telescopio spaziale Hubble.
Scoperta
ScopritoreJohn Herschel
Data12 agosto 1834 [1]
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneTucano
Ascensione retta00h 53m 24.0s [2]
Declinazione-72° 11′ 50″ [2]
Distanza199000 [1][2] a.l.  
Magnitudine apparente (V)N/A [3]
nella banda B: 11,7 [3][4]
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso aperto
Altre designazioni
ESO 51-SC5,[2][3][4]
Mappa di localizzazione
NGC 299
Categoria di ammassi aperti

Coordinate: Carta celeste 00h 53m 24s, -72° 11′ 50″

NGC 299 è un ammasso aperto situato nella costellazione del Tucano,[1][2] posizionato all'interno della Piccola Nube di Magellano.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

NGC 299 è situato all'incirca alla stessa distanza dalla Terra della Piccola Nube di Magellano, vale a dire 199.000 anni luce.[6]

Si stima che l'ammasso abbia un'età di circa 25 milioni di anni e una massa 600 volte maggiore della massa solare, con un raggio di 24 al (7,3 pc) e una metallicità pressoché identica a quella solare.[7] L'età dell'ammasso ha fatto sì che il vento solare proveniente dalle stelle più massicce abbia disperso le polveri e il gas originario interrompendo quindi la formazione stellare.[5]

Nell'ammasso sono state identificate due binarie a eclissi e una probabile stella Be, ma non c'è evidenza della presenza di qualche stella variabile pulsante di bassa ampiezza.[8]

Scoperta[modifica | modifica wikitesto]

L'ammasso NGC 299 è stato scoperto il 12 agosto 1834 dall'astronomo britannico John Herschel,[1] anche se è possibile che sia stato osservato dall'astronomo scozzese James Dunlop il 5 settembre 1826.[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Courtney Seligman, Celestial Atlas Table of Contents, NGC 299, su cseligman.com. URL consultato l'8 aprile 2024.
  2. ^ a b c d e NED results for object NGC 0299, su ned.ipac.caltech.edu, National Aeronautics and Space Administration / Infrared Processing and Analysis Center. URL consultato l'8 aprile 2024.
  3. ^ a b c (FR) Les données de «Revised NGC and IC Catalog by Wolfgang Steinicke», NGC 200 à 299, su astrovalleyfield.ca. URL consultato l'8 aprile 2024.
  4. ^ a b SIMBAD Astronomical Database, in Strasbourg astronomical Data Center. URL consultato l'8 aprile 2024.
  5. ^ a b E. Sabbi, A. Nota, M. Sirianni, L. R. Carlson, M. Tosi, J. Gallagher, M. Meixner, M. S. Oey, A. Pasquali, L. J. Smith, M. Vlajic e L. Hawks, Star formation in the Small Magellanic Cloud: the youngest star clusters, in B. G. Elmegreen e J. Palous (a cura di), IAU Symposium #237, held 14–18 August 2006 in Prague, Czech Republic, Proceedings of the International Astronomical Union 2: Triggered Star Formation in a Turbulent ISM, Cambridge, Cambridge University Press, 2007, pp. 199–203, Bibcode:2007IAUS..237..199S, DOI:10.1017/S1743921307001469.
  6. ^ The Toucan and the cluster, su spacetelescope.org, Hubble Space Telescope. URL consultato l'8 aprile 2024.
  7. ^ G. I. Perren, A. E. Piatti e R. A. Vázquez, Astrophysical properties of star clusters in the Magellanic Clouds homogeneously estimated by ASteCA, in Astronomy & Astrophysics, vol. 602, giugno 2017, pp. 42, Bibcode:2017A&A...602A..89P, DOI:10.1051/0004-6361/201629520, arXiv:1701.08640, A89.
  8. ^ R. J. Sanders, I. Sarraj, P. C. Schmidtke e A. Udalski, Photometric Analysis of Variable Stars in NGC 299, in Information Bulletin on Variable Stars, vol. 6054, aprile 2013, p. 1, Bibcode:2013IBVS.6054....1S, arXiv:1302.6943.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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