NGC 266

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NGC 266
Galassia a spirale
NGC 266 nelle immagini SDSS
Scoperta
ScopritoreWilliam Herschel
Data12 settembre 1784 [1]
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazionePesci
Ascensione retta00h 49m 47.8s [2]
Declinazione31° 16′ 40″ [2]
Distanza208,8 mega anni luce (64,01 Mpc) [1][2] a.l.  
Magnitudine apparente (V)11,6 [3]
nella banda B: 12,5 [3][4]
Redshift+0,015501 ± 0,000012 [2]
Luminosità superficiale13,95 [3]
Angolo di posizione99° [3]
Velocità radiale4647 ± 4 [2][4] km/s
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia a spirale
ClasseSB(rs)ab [1][2], SBab [3]
Dimensioni224 000 al (68 600 pc) a.l. [2][3]  
Altre designazioni
PGC 2901
MCG 5-3-9
UGC 508
ZWG 501.22
IRAS00471+3200 [2][3][4]
Mappa di localizzazione
NGC 266
Categoria di galassie a spirale

Coordinate: Carta celeste 00h 49m 47.8s, +31° 16′ 40″

NGC 266 è una vasta galassia a spirale barrata situata nella costellazione dei Pesci.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La galassia ha una classe di luminosità I-II e presenta una larga riga a 21 cm dell'idrogeno neutro.[2] NGC 266 viene inoltre classificata come una regione nucleare a linee di emissione a bassa ionizzazione (nella letteratura in lingua inglese abbreviata in "LINER", acronimo di "Low-Ionization Nuclear Emission-line Region") (LINER b), cioè una galassia il cui nucleo presenta uno spettro di emissione caratterizzato da righe originate da atomi debolmente ionizzati.[2]

NGC 266 è stata usata da Gérard de Vaucouleurs come esempio del tipo morfologico SB(rs)ab nel suo atlante delle galassie.[5][6]

Scoperta[modifica | modifica wikitesto]

NGC 266 è stata scoperta il 12 settembre 1784 dall'astronomo britannico di origine tedesca William Herschel.[1]

Buco nero supermassiccio[modifica | modifica wikitesto]

In base alle misure di luminosità della banda K nell'infrarosso vicino del bulbo galattico di NGC 266, il buco nero supermassiccio che si ritiene sia presente al suo centro dovrebbe avere una massa di 107,9 (79 milioni di masse solari).[7]

Supernova[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 ottobre 2005, all'interno di questa galassia è stata scoperta la supernova "SN 2005gl" classificata di tipo II n.

L'oggetto è stato scoperto dagli astronomi amatoriali americani Tim Puckett e Peter Ceravolo[8] e dal giapponese Yasuo Sano.[9]

In un'immagine della galassia che era stata ripresa il 10 settembre, non c'era alcuna evidenza della supernova; questo significa che l'esplosione è stata successiva a quella data.[10] Il progenitore di questa supernova è stato identificato in una ipergigante che era molto probabilmente una variabile luminosa blu.[11]

Gruppo di NGC 315[modifica | modifica wikitesto]

NGC 266 fa parte del gruppo di NGC 315, un raggruppamento che comprende almeno una quarantina di galassie. Oltre a NGC 266, i principali membri del gruppo sono: NGC 226, NGC 243, NGC 252, NGC 260, NGC 262, NGC 311, NGC 315, NGC 338, IC 43, IC 66 e IC 69.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Courtney Seligman, Celestial Atlas Table of Contents, NGC 266, su cseligman.com. URL consultato il 1º aprile 2024.
  2. ^ a b c d e f g h i j k NED results for object NGC 0266, su ned.ipac.caltech.edu, National Aeronautics and Space Administration / Infrared Processing and Analysis Center. URL consultato il 1º aprile 2024.
  3. ^ a b c d e f g (FR) Les données de «Revised NGC and IC Catalog by Wolfgang Steinicke», NGC 200 à 299, su astrovalleyfield.ca. URL consultato il 1º aprile 2024.
  4. ^ a b c SIMBAD Astronomical Database, in Strasbourg astronomical Data Center. URL consultato il 1º aprile 2024.
  5. ^ Gérard de Vaucouleurs' Atlas of Galaxies, NGC 266
  6. ^ (EN) The Galaxy Morphology Website, NGC 266, su kudzu.astr.ua.edu. URL consultato il 1º aprile 2024.
  7. ^ X.Y. Dong e M.M. De Robertis, Low-Luminosity Active Galaxies and Their Central Black Holes (PDF), in The Astronomical Journal, vol. 131, n. 3, marzo 2006, pp. 1236-1252, Bibcode:2006AJ....131.1236D, DOI:10.1086/499334.
  8. ^ (EN) Puckett Observatory, su cometwatch.com. URL consultato il 1º aprile 2024.
  9. ^ (EN) Research Gate, Yasuo Sano, su researchgate.net. URL consultato il 1º aprile 2024.
  10. ^ T. Puckett, P. Ceravolo e D. George, Supernova 2005gl in NGC 266, in Green D. W. E. (a cura di), Central Bureau Electronic Telegrams, vol. 250, ottobre 2005, p. 1, Bibcode:2005CBET..250....1P.
  11. ^ A. Gal-Yam e D. C. Leonard, A massive hypergiant star as the progenitor of the supernova SN 2005gl, in Nature, vol. 458, n. 7240, aprile 2009, pp. 865–867, Bibcode:2009Natur.458..865G, DOI:10.1038/nature07934, PMID 19305392.
  12. ^ A.M. Garcia, General study of group membership. II - Determination of nearby groups, in Astronomy and Astrophysics Supplement Series, 100 #1, luglio 1993, p. 47-90, Bibcode:1993A&AS..100...47G.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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