Movimento Proletario Resistenza Offensivo

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Movimento Proletario Resistenza Offensivo
Attiva1977
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Ideologiacomunismo
AlleanzeBrigate Rosse
Componenti
Attività

Il Movimento Proletario Resistenza Offensivo, conosciuto anche come Movimento proletario di resistenza offensivo oppure come Movimento Proletario (la sigla dell'organizzazione era però MPRO) , nacque nel 1977 a Roma, da un'alleanza di varie organizzazioni terroristiche di ispirazione comunista già esistenti in Italia, che però sarebbero state guidate dall'esterno dalle Brigate Rosse, le quali si rifacevano al movimento dei lavoratori, ed alle tesi della lotta di classe per realizzare una rivoluzione proletaria in Italia.

La nascita e gli ideali[modifica | modifica wikitesto]

il Movimento Proletario nacque a Roma nel autunno del 1977, e fu un'alleanza di varie organizzazioni che si rifacevano all'idea dell'operaismo comunista ed alle tesi nate dal movimento del proletariato extralegale, venendo però controllate dalle Brigate Rosse le quali sarebbero state il "guidatore esterno" di questa alleanza armata, e le tesi del Movimento per fare la rivoluzione proletaria dovevano essere coinvolti i militanti comunisti che fino a quel momento avevano fatto azioni armate con i vari gruppi rivoluzionari dell'estrema sinistra, oppure che facessero parte dei vari collettivi autonomi che era legati al movimento dell’Autonomia Operaia, per portarli alla lotta armata contro lo stato italiano considerato imperialista e capitalista, poiché secondo le tesi ideologiche del Movimento Proletario a seguito della crisi petrolifera del 1973, e con l'avanzata internazionale dei paesi socialisti e comunisti tra il 1973 ed il 1975, il capitalismo sarebbe crollato in pochi decenni, ed andavano realizzate azioni armate sotto il controllo delle Brigate Rosse, e le organizzazioni che scelsero questa alleanza furono le Squadre proletarie combattenti, Guerriglia comunista, Operai armati comunisti e Formazioni Comuniste Armate, tutte organizzazioni armate minori ma estremamente attive soprattutto nel Lazio e nel Centro Italia, che andavano cooptate dalle Brigate Rosse, per attaccare meglio il capitalismo internazionale. Oltre alla lotta contro il capitalismo, anche sulle liberalizzazioni degli stupefacenti il Movimento Proletario aveva tesi differenti dagli altri gruppi dell'estrema sinistra, perché reputava negativo il diffondersi di ogni forma di droga, sia leggere che pesanti, tra i ceti popolari: secondo le tesi del Movimento, con la diffusione e l'assunzione dei vari tipi di droghe, molte persone avrebbero contratto malattie fisiche e psichiche, e si sarebbero impoverite a causa del costo delle droghe e dei farmaci di cui avrebbero poi avuto bisogno per disintossicarsi, dovendo quindi abbandonare l'impegno culturale e sociale e la lotta operaia e rivoluzionaria contro il capitalismo.

Scioglimento e ritirata[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un periodo di azioni violente contro banche e industrie, omicidi ai danni di spacciatori di droga e di militanti di gruppi politici di estrema destra, il Movimento Proletario attraversò un periodo di crisi interna a causa della repressione dello stato, culminata con l'operazione condotta dalla Polizia e dai carabinieri il 7 aprile 1979. Questa azione convinse i capi delle varie associazioni del movimento di confluire nelle Brigate Rosse per creare una nuova colonna brigatista nel centro d'Italia nell'ottobre del 1979.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]