Morte di Lucrezia (Rustici)

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Morte di Lucrezia
AutoreFrancesco Rustici
Data1624-1625
Tecnicaolio su tela
Dimensioni175×259,5 cm
UbicazioneGalleria degli Uffizi[1], Firenze

Il dipinto dal titolo Morte di Lucrezia è opera del pittore senese Francesco Rustici (Siena, 1592 – 1625), detto il Rustichino per distinguerlo dal padre che veniva chiamato il Rusticone.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La granduchessa Maria Maddalena d'Austria, arrivata a Firenze nel 1616, trasformò la Villa Medicea del Poggio Imperiale, ingrandendola, rinnovandone le decorazioni e dotandola di un parco più ampio. L'interno accolse anche un ciclo di grandi dipinti, con le storie di mitiche eroine dell'antichità: Massinissa e Sofonisba di Rutilio Manetti,[2] Artemisia di Francesco Curradi, Semiramide di Matteo Rosselli e Morte di Lucrezia di Rustici. Il gruppo fu smembrato alla fine del Settecento. Copie seicentesche di questo ciclo si trovano a Firenze, a Palazzo Giugni.

Il quadro di Rustici coglie l'attimo in cui Lucrezia muore suicida, con un coltello piantato nel petto. Influenzato dal naturalismo caravaggesco, Rustici ha ricostruito questa scena drammatica che si svolge alla fioca luce di una candela - un gusto tipico caravaggesco, conosciuto come tenebrismo e che è presente in molti dipinti dell'epoca.

Lucrezia era la moglie di Lucio Tarquinio Collatino e divenne un mito, nella storia romana. La sua morte tragica per suicidio, dopo l'umiliazione di essere stata violata, portò come conseguenza la cacciata dell'ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo, così come ha raccontato Tito Livio. Lucrezia è compresa tra le donne celebri, nell'opera di Giovanni Boccaccio De mulieribus claris.

Esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Caravaggio e i Caravaggeschi nelle Gallerie di Firenze, Firenze, 1970
  • Gherardo delle Notti: quadri bizzarrissimi e cene allegre, Firenze, 2015

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Inventario numero 6421. Arrivato in cattivo stato di conservazione, il dipinto è stato restaurato nel 1970.
  2. ^ Conservato agli Uffizi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Evelina Borea (a cura di), Caravaggio e caravaggeschi nelle gallerie di Firenze: Firenze, Palazzo Pitti, estate 1970, Firenze, Sansoni, 1970, pp. 57-58, SBN IT\ICCU\SBL\0109114.
  • Gallerie degli Uffizi, Gli Uffizi: Catalogo generale, Firenze, Centro Di, 1980, p.465 [1979], SBN IT\ICCU\RAV\0060995.
  • Gianni Papi (a cura di), Gherardo delle Notti: quadri bizzarrissimi e cene allegre, Milano-Firenze, Giunti-Firenze Musei, 2015, SBN IT\ICCU\MOD\1642768. Catalogo mostra, Firenze, Galleria degli Uffizi, 10 febbraio-24 maggio 2015.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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