Miseria e nobiltà (commedia)
| Miseria e nobiltà | |
|---|---|
| Commedia in tre atti | |
| Autore | Eduardo Scarpetta |
| Lingua originale | Napoletano |
| Ambientazione | Napoli, fine del XIX secolo |
| Composto nel | 1887 |
| Prima assoluta | 7 gennaio 1888 Teatro Mercadante, Napoli |
| Versioni successive | |
| Televisione
versione teleteatrale andata in onda sulla Rai il 30 dicembre 1955 con regia di Eduardo De Filippo e tra gli interpreti Luca De Filippo, Elisa Valentino, Lilly Romanelli, Isa Danieli e Dolores Palumbo[1]. Cinema
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| Personaggi | |
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Miseria e nobiltà è una commedia italiana in tre atti scritta in napoletano da Eduardo Scarpetta nel 1887[2][3][4].
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Prologo
[modifica | modifica wikitesto]Il marchesino Eugenio Favetti assiste, assieme all'ex-cuoco divenuto ricchissimo, Gaetano Semmolone, e al suo cameriere Vincenzo, al debutto di Gemma, bellissima ballerina figlia di Gaetano. Al termine del numero musicale, Eugenio rivela a Gaetano di essere innamorato di Gemma, e questi a sua volta gli rivela che la ragazza lo ricambia; tuttavia il marchese Ottavio, padre di Eugenio, non acconsente alle nozze. All'insaputa dei due uomini, anche Ottavio ha assistito allo spettacolo di Gemma, apparentemente innamorato a sua volta della ragazza.
Atto I
[modifica | modifica wikitesto]Casa di Felice Sciosciammocca
Felice, separato da sua moglie Bettina, vive adesso insieme al figlio avuto da lei Peppeniello e con la nuova compagna Luisella, e si guadagna da vivere facendo lo scrivano nei pressi del Teatro San Carlo; i tre condividono uno squallido appartamento con il salassatore Pasquale, sua moglie Concetta e la loro figlia Pupella. Le due famiglie sono povere in canna e piene di debiti: la difficile convivenza è resa ancora più drammatica dalla difficoltà nel procurarsi cibo e denaro per pagare la pigione al padrone di casa, don Gioacchino. Inoltre Luisella, donna dal carattere terribile, bisticcia furiosamente con tutti e arriva perfino a cacciare di casa Peppeniello, che cerca riparo dal suo padrino. Nel bel mezzo dei guai delle due famiglie si intromette anche Luigino, figlio di Gaetano Semmolone e segretamente innamorato di Pupella. Dopo una serie di gag tragicomiche il marchesino Eugenio, vecchio amico di Felice, va a trovarli e racconta il suo dramma: mentre suo padre Ottavio continua a impedirgli di sposare l'amata Gemma, Gaetano sarebbe felice di imparentarsi con dei nobili, ma pretende di conoscere la famiglia prima di dare il suo consenso alle nozze. Insieme a Luigino, che spera così di stare con Pupella, il giovane ha ideato un piano, e propone dunque che Felice e gli altri impersonino per una sola giornata i suoi parenti: Pasquale vestirà i panni del marchese Ottavio, Felice quelli del principe di Casador, suo zio; Concetta sarà la Contessa del Pero sua zia e Pupella la di lei figlia. I quattro saranno accolti a casa di Gaetano e dovranno convincerlo a dare in moglie Gemma. Alla prospettiva di scroccare un lauto pranzo tutti accettano; Luisella, indispettita per non avere un ruolo, chiede di impersonare la Principessa di Casador, ma Eugenio glielo nega poiché tutti sanno che la nobildonna è costretta a letto da una grave malattia. Andato via Eugenio scoppia un litigio tra una furiosa Luisella e tutti gli altri, presto interrotto dall'arrivo dei camerieri del marchesino, che in segno di riconoscenza ha offerto loro un sontuoso banchetto. Mentre tutti mangiano a sazietà arriva don Gioacchino, che li informa che Eugenio ha estinto tutti i loro debiti.
Atto II
[modifica | modifica wikitesto]Casa di Gaetano Semmolone, mattina
Peppeniello, scappato di casa, ha raggiunto il suo padrino, che altri non è che Vincenzo, un cameriere al servizio di casa Semmolone: questi, impietosito, gli procura un impiego da valletto, facendolo passare per suo figlio. Poco dopo, Gaetano riceve a colloquio don Bebé, uno spasimante di Gemma, che altri non è che il marchese Ottavio; Gemma, fedele a Eugenio, respinge la sua insistente corte. Ottavio se ne va e giunge Eugenio insieme a Felice, Pasquale, Concetta e Pupella sotto le mentite spoglie dei suoi nobili parenti: il gruppo, cercando di mostrarsi elegante ma cedendo ai costumi rozzi, offre delle scene estremamente comiche che tuttavia riescono a ingannare Gaetano, felicissimo di avere degli ospiti di riguardo, e via via l'ex-cuoco si sente sempre più convinto di dare il suo consenso alle nozze. Le cose però si complicano quando Felice scopre che sua moglie Bettina è a servizio in casa Semmolone: la donna è a conoscenza del piano di Eugenio, ma non sapeva che a vestire i panni del principe di Casador ci fosse proprio suo marito. I due coniugi dapprima litigano, poi Bettina scopre che Peppeniello è il loro figlioletto che Felice, quando si separarono, le portò via ancora in fasce: a questo punto i due si riappacificano. Vincenzo assiste di nascosto alla scena e comincia ad avere sospetti nei confronti del sedicente principe.

Atto III
[modifica | modifica wikitesto]Casa di Gaetano Semmolone, sera
I finti nobili hanno trascorso una giornata di gozzoviglie alle spalle di Gaetano. Vincenzo riferisce i suoi sospetti a Gaetano, portandolo così a sorprendere Bettina e Felice in un momento di intimità; tuttavia Vincenzo non può mandare all'aria il piano per evitare che il suo padrone scopra l'inganno di Peppeniello, e lo porta a convincersi che il principe sia un donnaiolo e che si sia innamorato di Bettina. A quel punto irrompe Luisella: non potendo sopportare che i suoi amici si dessero alla bella vita senza di lei si è travestita da principessa di Casador e li ha raggiunti. In realtà il suo scopo è lasciare Felice, non prima di avergli chiesto il pagamento di un debito da lui contratto nei suoi confronti: la cosa indispettisce Bettina, che comincia a litigare con la sua rivale. La situazione peggiora quando giungono in rapida successione don Gioacchino, che rischia di rovinare il piano riconoscendo i suoi inquilini, e soprattutto don Bebé, nel quale Eugenio riconosce suo padre; a quel punto ha origine una zuffa durante la quale Bettina paga a Luisella il debito di Felice e Eugenio ottiene da Ottavio il permesso di sposare Gemma, il quale spiega di averla corteggiata col solo scopo di verificare se lei fosse degna del figlio. Ottenuto ciò che voleva Luisella va via, non prima di aver smascherato agli occhi di Gaetano il piano del marchesino Eugenio; questi, tuttavia, chiede perdono e dimostra di aver ottenuto il consenso di suo padre. Gaetano dà a sua volta il permesso: Eugenio potrà sposare Gemma e anche Luigi è libero di fidanzarsi con Pupella. Felice e Bettina si riappacificano e tornano a vivere insieme a Peppeniello, che finalmente può smettere di affermare di essere figlio di Vincenzo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Miseria e nobiltà, su RaiPlay. URL consultato il 12 settembre 2025.
- ^ Radiocorriere anno 1955 n.52, pagina 42, Rai Teche, http://www.radiocorriere.teche.rai.it/. URL consultato il 30 marzo 2025.
- ^ Teche Rai Titoli Teatro, su Rai Teche. URL consultato il 19 marzo 2025.
- ^ Radiocorriere anno 1955 n.52, pagina 4, Rai Teche, http://www.radiocorriere.teche.rai.it. URL consultato il 30 marzo 2025.
- ^ Il prologo, quasi sempre omesso, viene recitato in siparietto, ossia a sipario chiuso e con una scarna scenografia allestita nel boccascena.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Eduardo Scarpetta, Miseria e Nobiltà, Napoli, Luigi Pierro, 1900.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Miseria e nobiltà Archiviato il 3 settembre 2020 in Internet Archive. su RaiPlay.
